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Orti urbani, un fenomeno in crescita in Italia

Favorire la produzione di frutta e verdura, abbattere le emissioni nocive e recuperare spazi inutilizzati gli scopi dell’iniziativa


Rio de Janeiro, Hortas cariocas

Trasformare i tetti degli edifici pubblici e privati in orti urbani. Con il triplice obiettivo di favorire l’autoproduzione di ortaggi, frutta e fiori da mettere a disposizione delle comunità, di contribuire al “rinverdimento” in chiave di abbattimento delle emissioni nocive e valorizzare una quantità enorme di superfici inutilizzate.

È Rio de Janeiro a vantare il titolo di capitale mondiale degli orti urbani: il progetto Hortas Cariocas – avviato dal Governo nel 2016 – punta a diffondere il consumo di prodotti biologici nella metropoli ma soprattutto a generare fonte di reddito per le famiglie meno abbienti. Ad oggi sono 56 gli orti attivi, di cui 29 nelle favelas e 27 nelle scuole. E ammontano a 50mila le famiglie coinvolte.

Boston University

Un’interessante sperimentazione è stata avviata dalla Boston University per la coltivazione di mais e spinaci sul tetto di uno degli edifici del campus sfruttando la Co2 proveniente dalle prese d’aria della struttura come “fertilizzante”: i primi risultati hanno già dimostrato che le piante più vicine agli scarichi sono quelle che crescono con maggiore rapidità.


Al di là dei progetti all’avanguardia gli orti urbani rappresentano un trend crescente a livello mondiale e in Italia dalla pandemia sono aumentate notevolmente le iniziative.


Stando ai dati di Coldiretti oltre quattro italiani su dieci coltivano frutta e verdura in giardini, terrazzi e orti urbani e sono in crescita i bandi emessi dagli enti locali per la concessione di spazi dedicati alla realizzazione di questi, +18,5% in cinque anni superando ormai i 2,1 milioni di metri quadrati.

È Bologna la città con più orti urbani all’attivo e a vantare il più grande d’Italia tra quelli comunali, nella zona di Borgo Panigale, gestito dalla cooperativa Arvaia: la superficie coltivata ammonta a 47 ettari. L’Emilia-Romagna fra l’altro guida la classifica nazionale in termini di terreni adibiti a orti urbani, seguita da Lombardia e Toscana.

A Milano l’iniziativa più corposa è quella di via Chiodi nel quartiere Barona, nata su iniziativa dell’architetto Claudio Cristofani, che a dieci anni dal debutto conta circa 180 appezzamenti gestiti da famiglie – molte quelle in lista d’attesa – per un costo di un euro al giorno.

Firenze, Orti dipinti

Anche a Firenze è stato un architetto – Giacomo Salizzoni – a farsi promotore di una delle iniziative più importanti firmando il community garden “Orti dipinti” nella zona di Borgo Pitti.

Iniziative crescenti anche nelle altre principali città italiane: a Torino, nel quartiere Nizza Millefonti, c’è Or-TO, il primo orto urbano del capoluogo piemontese – coltivato ad ortaggi, fiori ed erbe aromatiche – gestito in collaborazione con associazioni di quartiere scuole e commercianti.

Torino, Or-TO

A Roma, che conta circa 150 orti urbani, avanti tutta su bandi e convenzioni: appena firmate quelle con le associazioni “Insieme per l’Aniene Aps” e “Orti Urbani Garbatella Onlus” previste dall’apposito regolamento. La convenzione che vede protagonista “Insieme per l’Aniene Aps” assegna un’area di circa 2.700 mq nella riserva naturale Valle dell’Aniene dove verrà realizzato il progetto “Il Coltivaorto: coltivo il mio orto in un Parco in città”. Riguardo all’Associazione “Orti Urbani Garbatella Onlus”, è assegnata un’area di circa 3230 mq in Via Rosa Raimondi Garibaldi all’interno del Parco della Garbatella. È atteso per inizio 2023 l’avviso pubblico per far rinascere gli orti urbani del parco Palatucci nel quartiere Tor Tre Teste-Alessandrino.

In copertina: Bologna, Arvaia.

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