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“Pesaro città felice”: il modello di sviluppo della Capitale italiana della Cultura

Il vicesindaco Vimini, che è anche assessore alla Bellezza, spiega la traiettoria della città marchigiana


«Qui faccio buon sangue io!». È la frase che si trova sulla facciata del Villino Ruggeri, uno dei più importanti esempi di architettura liberty in Italia, affacciato sul lungomare di Pesaro, a pochi metri dalla Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro, punto d’incontro insostituibile per residenti e turisti della città marchigiana. Ed è proprio a questo slogan, una sorta di invito a godersi la vita – fatto apporre agli inizi del ‘900, sulla facciata della sua casa sul mare in stile parigino, da Oreste Ruggeri, industriale farmaceutico di successo (con i suoi «glomeruli» contro l’anemia) e imprenditore eclettico, appassionato di scienze, arte e musica – che forse si ispira l’approccio pesarese allo sviluppo urbano.

Villino Ruggeri ©Francesco Nariello

Nella competizione globale tra le città, dalla scala internazionale al livello territoriale, temi come bellezza, benessere, felicità sono ormai entrati in modo stabile – anche se non sempre con risultati tangibili – nel dibattito sulle politiche pubbliche: a Pesaro la scommessa sembra essere stata vincente. Il centro marchigiano quest’anno è sotto i riflettori per essere la Capitale italiana della Cultura, ma le radici di questo percorso sono più radicate. Qui, infatti, ha compiuto dieci anni l’istituzione – evocativa sin dalla sua denominazione – di un assessorato alla Bellezza, guidato da Daniele Vimini, vicesindaco e regista dell’operazione che ha condotto alla candidatura vincente per il 2024 e, prima ancora, al riconoscimento (dal 2017) di Città Creativa Unesco della Musica.

Proprio sulla falsariga del suo stretto rapporto con la musica – è la città natale del grande compositore Gioachino Rossini, al quale ha dedicato da oltre 40 anni un festival lirico – e del suo storico legame con lo sport – con la «Scavolini» (celebre sponsor) che negli anni ’80 è rimasta ai vertici del basket maschile nazionale per oltre un decennio e con il volley femminile dal 2007 – Pesaro ha scelto di impostare il programma di Capitale della Cultura 2024 su una iniziativa che si richiama, proprio come in un’orchestra o in uno sport di squadra, al concetto di coralità: «50X50 Capitali al quadrato», macro-progetto che rende i cinquanta comuni della provincia di Pesaro e Urbino, a turno (si è partiti il 22 gennaio a Vallefoglia e si finirà a dicembre a Montregrimano Terme), «Capitali per una settimana». Gli eventi culturali – con il filo conduttore della Pace – vedono coinvolti centinaia di artisti e creativi, in un progetto che pone il focus sulle eccellenze territoriali, con l’obiettivo di metterle in rete. Simbolo di Pesaro 2024 è anche la «Biosfera», infrastruttura scultoreo-digitale e multimediale che – richiamandosi alla celebre Sfera di Pomodoro sul lungomare pesarese – «coniuga arte e scienza, patrimonio culturale e ricerca tecnologica, natura e cultura». Con i suoi quattro metri di diametro e milioni di Led, l’installazione illumina, dallo scorso 24 febbraio, piazza del Popolo, coinvolgendo gli spettatori in un’esperienza multisensoriale e interattiva.

Pesaro è una città «che gode di una conformazione particolare: di medie dimensioni, raccolta tra i due promotori di San Bartolo e Monte Ardizio, si sviluppa in pianura, tra il mare, un centro storico ricco di arte e cultura, rilievi punteggiati da borghi-castello medievali e parchi naturali: una condizione privilegiata – spiega Vimini – che ne ha contagiato la visione urbanistica, in modo che non si generassero nel tempo periferie e/o quartieri dormitorio, ma solo porzioni di città, ciascuna caratterizzata da una propria vita sociale. Ogni quartiere ha la sua piazza, i suoi luoghi in cui si svolge la vita di comunità: i flussi urbani non sono catalizzati solo in funzione del centro ma c’è una distribuzione reale dei servizi sul territorio, dalle biblioteche agli impianti sportivi».

Su questa «posizione di vantaggio» sono state concepite strategie urbane incentrate sull’incremento della qualità della vita, requisito base per una «città felice». Per unire questo tipo di racconto «in modo orizzontale», argomenta l’assessore alla Bellezza, «è stata realizzata, ad esempio, la bicipolitana – rete ciclabile, che ha raggiunto circa 100 km di estensione e che connette i diversi quartieri, con indicazioni, linee colorate, fermate, punti di interesse – una infrastruttura di benessere, ‘citata’ anche dalla velopolitain di Parigi, che persegue l’obiettivo di ridurre traffico e inquinamento, dando concretezza all’idea di costruire una città a misura di famiglie: siamo la città più ciclabile d’Italia insieme a Bolzano, con un pesarese su tre che utilizza bici o mobilità alternativa (come i monopattini) come mezzo per gli spostamenti quotidiani».

Il percorso intrapreso per diventare, insieme a Urbino, Capitale europea della Cultura nel 2033 – nel quale, ricorda Vimini, si è poi inserita fruttuosamente la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2024 – già prevedeva come obiettivo primario quello di dotare la città di un numero «importante e impattante di strutture e infrastrutture in grado di farci competere a livello europeo, e che fossero in grado di declinare e valorizzare le diverse anime della città». Un caso esemplificativo di questo tipo di interventi è rappresentato dall’Auditorium Scavolini, recentemente inaugurato, lo storico palasport degli scudetti del basket la cui riapertura era attesa da vent’anni: una struttura strategica per la vita culturale della città che, oltre a tornare ad essere una delle sedi ufficiali del Rossini Opera Festival (Rof) – il 7 agosto prossimo ospiterà la prima assoluta della 45esima edizione -, con la sua capienza di circa 2mila persone potrà accogliere  appuntamenti musicali, eventi sportivi, convegni, incontri per turismo e cultura.

Proprio in chiave sport, Pesaro segue da anni una linea di sviluppo che punta a favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici, a partire dall’organizzazione di eventi sportivi per i più giovani – come tornei di basket e minibasket facendo perno sulla tradizione pesarese – che permette a una parte della città, quella che si affaccia sul lungomare e più vocata all’accoglienza turistica, di lavorare oltre la stagione estiva, anche con iniziative mirate, come l’eliminazione della tassa di soggiorno per gli atleti che partecipano a manifestazioni sportive fino al compimento del diciottesimo anno di età. Un’operazione di successo favorita, sottolinea il vicesindaco – dal fatto che Pesaro è una delle città più sicure d’Italia, con un indice di criminalità tra i più bassi tra le province italiane».

A completare il quadro – nell’ottica di una città che scommette su cultura, bellezza, felicità e in pista, ribadisce Vimini, «nella corsa alla Capitale europea della Cultura» – c’è l’ampio ventaglio di opere («con i lavori in fase di avvio e la prospettiva di concludersi entro il 2026») che si agganciano alle opportunità di investimento offerte dal Pnrr.


«A partire dalla ristrutturazione/rigenerazione di edifici storici del centro cittadino», afferma il vicesindaco.


Dal Conservatorio Rossini, con lavori di adeguamento energetico e strutturale, al Palazzo Mazzolari Mosca, con cantiere al via per l’ampliamento della fruibilità di biblioteca e depositi museali; dal Palazzo Almerici, con il museo archeologico e la biblioteca Oliveriana che diventerà un centro culturale completamente rinnovato, al complesso di San Domenico, ex mercato delle erbe, che sarà anche polo per i corsi universitari di Urbino e Ancona, fino al Palazzo Ricci, con la nuova bibliomediateca del conservatorio.

Ma trovano spazio anche i progetti per ospitare l’arte – e coloro che la creano – come quello per 60 residenze per artisti e giovani studenti musicisti e creativi, al quale si affiancano altri interventi, sempre per ospitalità di compagnie teatrali o – come in una parte dell’ex ospedale psichiatrico – per artisti e botteghe per giovani artigiani, cui si aggiungono residenze da destinare a canoni sociali per giovani e anziani (in attuazione del Pinqua – Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare). La sfida, – conclude l’assessore alla Bellezza – è creare migliori condizioni per vivere, lavorare, studiare, essere creativi e produrre: dalla città di 15 minuti a quella dei 5 minuti – realizzabile in un centro come Pesaro, «dove le aree direzionali, culturali, ricreative e istituzionali sono a contatto tra loro – per avere più tempo per le cose belle, dal divertimento alla famiglia»

In copertina: Libreria Open air © Angelucci

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