L’iniziativa del Mic pensata per dare maggiori opportunità a giovani artisti. Sangiuliano: “Così creiamo il passato del futuro”
Accanto alla Capitale italiana della cultura e a quella del libro ci sarà, dal 2026, anche la Capitale italiana dell’arte contemporanea. Il bando è stato lanciato il 15 aprile dalla direzione generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura. E il 2 maggio questo nuovo riconoscimento è stato presentato a Roma, nella sala Spadolini del Mic.
Destinato a comuni o aggregazioni di comuni, andrà a finanziare progetti che prevedano mostre, festival e rassegne, ma anche riqualificazione di spazi destinati alla fruizione dell’arte contemporanea. Le candidature saranno esaminate da una giuria di cinque addetti ai lavori, che poi sceglieranno un massimo di cinque città finaliste, invitate successivamente ad audizioni pubbliche.
Dopodiché, entro il prossimo 30 ottobre, la giuria presenterà al ministro della Cultura quella giudicata più adatta a vedersi attribuito il titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026, che otterrà un milione di euro per la concretizzazione delle attività comprese nel dossier.
Il senso politico lo ha spiegato alla conferenza stampa di lancio il ministro Gennaro Sangiuliano, sottolineando il suo proposito di dar vita a un progetto specifico della sua gestione, per dare delle possibilità ai giovani, da affiancare alla prosecuzione di iniziative prese dai suoi predecessori, come appunto la Capitale italiana della cultura e quella del libro.
Il senso più strettamente culturale è stato sintetizzato dallo stesso Sangiuliano col titolo: «Creare il passato del futuro».
Questo perché, ha detto il sottosegretario del Mic Lucia Borgonzoni, l’arte contemporanea, alla quale va conferito «il giusto ruolo», passa spesso per «sorellina minore», ma nel futuro sarà anch’essa una testimonianza del passato, un po’ quindi alla stregua di quel che l’arte romana o rinascimentale sono oggi.
Dalla sua il direttore generale Creatività contemporanea del Mic Angelo Piero Cappello ha affermato che la novità introdotta dal ministero intercetta ciò che sta avvenendo nel settore: da una parte la tendenza alla «ibridazione delle arti», dall’altra la sempre maggiore centralità dell’arte contemporanea nella rigenerazione urbana (si pensi ad esempio alla street art).
Cosa quest’ultima sempre più importante perché, ha aggiunto Cappello, secondo alcune previsioni nel 2040 tre quarti dell’umanità vivrà nelle città: il che significa che il territorio urbano diventerà scarso, e dovrà essere recuperato. Ma dal contemporaneo si torna per un attimo al passato, perché incombe una notizia importante: nel chiudere il suo intervento, Sangiuliano ha ringraziato la Corte Ue di Strasburgo che ha appena respinto il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.
Confermando così che l’Italia ha pieno diritto di chiedere la restituzione dell’Atleta di Fano, statuta greca in bronzo attribuita a Lisippo e rinvenuta nel 1964 da pescatori nell’Adriatico che attualmente si trova nel museo della Villa Getty a Malibu, in California.
In copertina: Il Sistema delle Piazze, Gibellina ©Flickr, Carlo Columba
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