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Un viaggio primaverile nelle terre del Prosecco

Eventi enogastronomici, percorsi paesaggistici e mostre per scoprire un territorio che è vino ma anche molto altro


Con le temperature tiepide le campagne si popolano di appuntamenti e manifestazioni che innescano il desiderio di tornare all’aria aperta per godersi la primavera. È ciò che sta accadendo nel trevigiano e fra i territori del Prosecco, dove una teoria di eventi enogastronomici e di percorsi paesaggistici – ai quali volendo si possono accompagnare alcune interessanti mostre in corso nella splendida cornice di Treviso – costituiscono l’occasione per una pausa dai ritmi quotidiani e per una prima immersione nella natura dopo un lungo inverno.

Una buona occasione per godere di un brindisi e di uno spuntino in campagna sono i wine-nic di primavera fra i vigneti della cantina Le Manzane di San Pietro di Feletto: un’esperienza gourmet all’aria aperta nel cuore delle Colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Il primo appuntamento è per venerdì 24 maggio, il secondo per sabato primo giugno, entrambi dalle ore 19.00. Dietro prenotazione, poi, le esperienze “Visita cantina e vigneto con pranzo” e “La Tradizione” sono ulteriori occasioni per godere di degustazioni e pranzi con visita al vigneto e alla cantina.

Per chi desidera approfondire la conoscenza del territorio è certamente il momento giusto per le passeggiate lungo Il Cammino delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, fra borghi, abbazie, castelli e la natura rigogliosa che li circonda. A tutelare il sito, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, è l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene che segnala diversi itinerari, di lunga, media e breve durata. Da non perdere è l’escursione in quattro tappe da Vidor a Vittorio Veneto, un piccolo viaggio in quattro giorni che promette panorami mozzafiato.

Fra tratti più impegnativi e altri più agevoli, percorrendo in tutto 51 km si attraversa l’area prealpina trevigiana, circondati ora dai pendii e ora dai campi, ora dalle vallate ricche di acqua ora dalle creste delle dorsali. Per chi preferisce passeggiate più semplici, di minore durata e altrettanto suggestive, gli itinerari sono molteplici: fra questi “L’anello delle Grotte del Caglieron” (3 ore e circa 8 km) e “Un tuffo nel passato a Borgo Malanotte” (1 ora e circa 3 km).


Nello stesso territorio e fino a luglio, poi, c’è la Primavera del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, la rassegna dedicata al paesaggio, all’enogastronomia, alla storia e alla cultura del territorio che l’accoglie.


Numerosi gli eventi in programma, fra i quali le sedici mostre enologiche diffuse sul territorio per degustare i vini dell’area storica del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg e conoscere le eccellenze gastronomiche proposte nei piatti della tradizione. Per approfondire ulteriormente la cucina del territorio segnaliamo la Trattoria alla Cima a Valdobbiadene, ricavata in un vecchio cascinale all’interno di una tenuta di frutteti e vigneti.

Fra i primi, sempre restando in tema di eccellenze del territorio, è da provare il Risotto al Valdobbiadene Docg, mentre fra i secondi segnaliamo le Grigliate di carne locale, magari accompagnate dalla Zucca in saòr. Ottime anche le carni alla griglia e allo spiedo de La Postina a San Pietro di Feletto, per non parlare della Capasanta saltata con radicchio di Treviso e del Tagliolino fatto in casa con gamberi e radicchio di Treviso.

E se dopo tanta campagna aveste voglia di rivedere o di vedere per la prima volta Treviso, deliziosa e ricca di storia, potrebbe anche essere l’occasione per visitare almeno due mostre in corso in questo momento in città ed entrambe in programma fino al 30 giugno: “Futurismo di carta. Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità” al Museo Nazionale Collezione Salce e “Out of Place. Arte e storie dai campi rifugiati nel mondo” alle Fondazione Imago Mundi – Gallerie delle Prigioni.

La prima, a cura di Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, è dedicata agli anni che precedono il secondo conflitto mondiale, quando, tra il 1930 e il 1940, il futurismo raggiunge l’apice del suo sviluppo, con l’aeropittura che, trasposta in grafica, esalta il volo e le imprese aviatorie, la vista dall’alto per riplasmarsi nell’avvicinamento al surrealismo.

I manifesti, e altrettanto la pittura, riflettono il clima del momento. In un’Italia che sta trasformandosi da paese agricolo a industriale, con l’industria aereonautica e quella automobilista al centro della scena.

La seconda, curata da Claudio Scorretti, Irina Ungureanu e Aman Mojadidi, prende le mosse dalla più recente collezione di Imago Mundi, che, nel suo percorso di mappatura globale dell’arte contemporanea, ha chiamato a raccolta 162 artisti che vivono o hanno vissuto in campi per rifugiati e hanno realizzato le 174 opere in formato 10x12cm.

L’essenza del progetto sta nella pluralità di storie che, distribuite nei cinque continenti, testimoniano come la condizione di rifugiato sia accidentale e rivendicano ciascuna la propria unicità. In questo modo, i rifugiati non sono una massa indistinta di persone senza volto e assumono invece i contorni nitidi di singoli individui, ciascuno con la propria vicenda unica e irripetibile, che ha affidato alla tela.

In copertina: Paesaggio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Patrimonio UNESCO. (Foto: Arcangelo Piai)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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