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A Milano continua il connubio tra architettura e buona cucina

Flaviano Capriotti architetti ha realizzato il nuovo ristorante Pellico 3 per l’hotel Park Hyatt


Il ristorante Pellico 3 Milano, situato all’interno dell’hotel cinque stelle lusso Park Hyatt Milano, si racconta ai suoi ospiti attraverso due novità: il nuovo chef Guido Paternollo e il restyling degli interni firmato Flaviano Capriotti Architetti. Un’accoppiata che conferma come sempre più spesso, secondo un fenomeno per il momento diffuso in particolare nel nord Italia e nelle grandi città, il design e il cibo tendono a creare un sodalizio mirato a trasformare la frequentazione di un ristorante in un’esperienza a tutto tondo, capace di coinvolgere contemporaneamente il gusto e la vista.

Lo chef, appena trentenne, dopo la laurea in ingegneria ha deciso di darsi alla cucina esprimendo fin da subito una creatività e una passione che si sono rivelate vincenti e continuano a farlo. Prima di approdare al ristorante Pellico 3 Milano Guido Paternollo ha lavorato al fianco di chef stellati come Enrico Bartolini, Alain Ducasse e Yannick Alléno, esperienze attraverso le quali ha esplorato le eccellenze culinarie europee.

Oggi la sua filosofia di cucina è incentrata sulla cura e sulla dedizione che riserva alle materie prime nel rispetto del prodotto e delle sue possibili lavorazioni. Nei suoi piatti c’è la Francia, la Spagna, la Grecia e naturalmente Italia, perché il suo riferimento è il bacino del Mediterraneo, che gli permette di attingere dalle culture di Paesi diversi per declinare la sua personale visione culinaria. Sempre all’insegna della freschezza e della stagionalità degli ingredienti. Dalla sua mente, dalle sue mani e dalla sua cucina arrivano in tavola piatti come Asparago verde lucano, gremolada di uova di pesce, salsa pil pil, Tubetto, broccolo, sardine affumicate, taralli al profumo di finocchietto, Anatra laccata allo sciroppo d’acero, cereali soffiati, susine, daikon, Branzino cotto nel lardo, risotto di piselli e agretti. Fra i dolci? Rabarbaro, mascarpone, sommacco e Oro e cioccolato, per citarne alcuni.


L’approccio gastronomico, incentrato sulla riscoperta di materie prime d’eccellenza, custodi della biodiversità e delle nostre radici, è il filo narrativo che caratterizza anche il progetto di interior, che impiega materiali del territorio e naturali.


La calce, tipica dell’architettura mediterranea, intervallata da pannelli laccati verde oliva, è stata utilizzata per rivestire le pareti. Elementi come il legno Douglas, il serpentino verde e il midollino intrecciato, e materiali di recupero come il cocciopesto, definiscono la personalità dello spazio che risulta elegante e cromaticamente avvolgente.

«La cucina dello chef, esprimendo la genuinità della terra e dei suoi prodotti, ha inoltre ispirato la palette cromatica degli interni – spiega Flaviano Capriotti Architetti dal giallo tenue del riccio al marrone caldo della castagna, dal verde freddo del carciofo con sfumature bianche e viola ai toni intensi della zucca e dello zafferano». Ecco che proposta gastronomica e progetto di interni dialogano costruendo una narrazione nella quale le tonalità degli ingredienti utilizzati in cucina fluiscono nella sala sotto forma di eco cromatica.

Con una superficie di 120 metri quadrati per 28 coperti nella sala principale e 10 nella sala privata, lo spazio è stato concepito a partire da due elementi protagonisti: il soffitto e il pavimento. Nel concept del progetto di Flaviano Capriotti – che per Park Hyatt Milano ha già realizzato il Mio lab bar – il primo simboleggia il cielo e il secondo la capacità produttiva della terra. Nello specifico il soffitto ospita corpi illuminanti a scomparsa estremamente discreti e a intensità regolabile (progettati e realizzati in collaborazione con PSLab) che alludono alle stelle e che nella loro disposizione replicano le costellazioni della sfera celeste. Il pavimento, chiamato a rappresentare la terra, è stato concepito con materiali di recupero: la pietra serpentino e il cocciopesto, declinato in due nuance di verde e in una tonalità sabbia, costituiscono il manto di forme trapezoidali che lo riveste.

E così, sospesi fra “terra” e “cielo”, è possibile scoprire nuovi gusti, percepire profumi, godere di una cucina di sperimentazione e di ricerca che è musa ispiratrice di questo ambiente accogliente e ricercato.

In copertina: Pellico 3 Milano. Progetto di interni: Flaviano Capriotti Architetti. (Cortesia Park Hyatt Milano)

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