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Fabergé, l’orafo russo e il suo rapporto con la città di Londra

Romance to Revolution, una mostra al Victoria and Albert Museum dedicata al maestro delle uova-gioiello


Installation shot of Faberge in London, Romance to Revolution at the V&A, from November 20 to May 8

Fabergé in London: Romance to Revolution è il titolo di un percorso espositivo dedicato al leggendario orafo russo Carl Fabergé e alla sua esclusiva casa di gioielli di fama internazionale. In primo piano la storia, i legami e le vicende del grande protagonista della Maison Fabergé con la famiglia degli Zar. Filo conduttore della rassegna il successo della poco conosciuta filiale britannica, inaugurata a Londra nel 1903 ed unica sede del gruppo al di fuori dei confini nazionali.

Allestita nelle gallerie del Victoria and Albert Museum (fino al prossimo 8 maggio 2022), la mostra si organizza in tre sezioni principali. Sono oltre duecento gli oggetti di un lusso impareggiabile che spaziano dai diademi ai portagioie e ai portasigarette per arrivare a sculture e statuette di animali, e finire con le celeberrime uova-gioiello in smalto, metalli e pietre preziose, storico elemento di riconoscimento del brand.

Nato a San Pietroburgo nel 1846, Peter Carl Fabergé lega il suo nome al grande successo dell’azienda di famiglia fondata dal padre Gustav Fabergé nel 1842 e di cui ne prese la direzione completa nel 1872. Anni illustrati nella prima parte dell’esposizione, segnati dai tratti biografici della sua esistenza, dai suoi viaggi esplorativi in Europa e dalle peculiarità dei laboratori della casa di alta gioielleria che arrivò a contare oltre 500 addetti e quattro sedi in patria. Botteghe d’arte altamente creative, qualificate da una attenta cultura di studio dei prodotti e dei materiali e dalla padronanza di tecniche di sviluppo e di realizzazione di complessi dettagli, che unite ne divennero forte simbolo di riconoscimento.


“Under one roof” (sotto ad un unico tetto) la sigla che descrive i luoghi di lavoro della Mason: ambiti integrati da una profonda e consolidata collaborazione, dove convivevano gli spazi di comunicazione e ispirazione per designer, artigiani e rivenditori, attivi e specializzati nei diversi settori del mondo dei gioielli.


Carl Fabergé unì le influenze del passato e le culture contemporanee per realizzare creazioni artistiche contraddistinte da un inconfondibile stile, il Fabergé Style. Opere in grado di colpire l’attenzione di un’ampia clientela facoltosa, compresa quella della famiglia imperiale Romanov, riferimento chiave della prima parte della rassegna. In primo piano quindi il loro mecenatismo, simbolizzato da una miniatura delle insegne imperiali realizzate per l’Esposizione Universale di Parigi del 1900, che svela il ruolo di Carl Fabergé come orafo ufficiale degli Zar. In mostra gli esclusivi omaggi firmati dal gioielliere, che i membri della famiglia imperiale potevano scambiarsi. Regali personalizzati ed elegantemente decorati, tra cui delle miniature di ritratti familiari insieme a fiori in cristallo di rocca, oro e brillanti tagliati a rosa. Spettacolare il diadema di diamanti e acquamarina, dono di nozze per la Principessa Alessandra di Hannover e Cumberland come pegno d’amore di Federico Francesco IV, granduca di Meclemburgo-Schwerin.

Una parte importante del racconto è dedicata alla Londra edoardiana, al ruolo finanziario, alla nobiltà ed ai contatti nevralgici con il resto del mondo. Accanto alle filiali di San Pietroburgo, Mosca, Odessa e Kiev la scelta di una nuova base nella capitale cosmopolita del Regno Unito dove la regina Alessandra e Edoardo VII erano già assidui collezionisti delle opere di Fabergé. Intitolata “Tailored to British Taste” la sala che ospita i diversi gioielli ispirati dai gusti britannici dell’epoca. Statuette in pietra o metalli preziosi che raffigurano animali domestici, eleganti cavalli da corsa e la fauna delle fattorie rurali, tra cui appaiono memorie di esemplari della residenza reale di Sandringham. 


Lungo New Bond Street, a pochi passi dal rivale Cartier, Fabergé divenne presto una tappa per lo shopping lussuoso, per la clientela britannica e non solo.


Popolari le tabacchiere decorate con immagini smaltate di monumenti ed edifici storici del paese, unico il portasigarette donato al re dalla sua amante Mrs George Keppel, dove il simbolo dell’amore eterno viene raffigurato da un serpente incastonato di brillanti che si morde la coda, su uno sfondo in oro e smalto blu.

Esteso e senza frontiere il successo del branch londinese di Fabergé, che registrò il numero più elevato di affari oltre i confini britannici, a Parigi e nel sud della Francia e raggiunse le terre lontane di Siam, attuale Thailandia.

Toni scuri e cupi accompagnano verso gli ultimi eventi della sezione che illustrano l’impatto della Grande Guerra e della Rivoluzione Russa. Il 1914 segnò l’ingresso in guerra della Russia e la produzione di gioielli dell’azienda fu tristemente sostituita da quella di componenti belliche concentrandosi su lavorazioni in acciaio e rame piuttosto che oro e platino. Il negozio e le attività londinesi terminarono nel 1917, anno della Rivoluzione in cui l’azienda fu nazionalizzata. A chiusura del capitolo londinese, lo splendore delle iconiche uova pasquali unite qui per celebrare il maestro: in mostra la più grande collezione esposta negli ultimi 25 anni tra cui appaiono uova imperiali mai esposte in Gran Bretagna quali l’Uovo del Cremlino, l’Uovo del Tricentenario e l’Uovo del Palazzo di Alessandro.

«La storia di Carl Fabergé, il leggendario orafo della Russia imperiale – spiegano i curatori Kieran McCarthy e Hanne Faurby – è un racconto di una lussuosità suprema e di un artigianato ineguagliabile. Celebrando gli straordinari successi di Fabergé, la rassegna si focalizza sulla poco conosciuta importanza della sede di Londra, l’unica al di fuori della Russia. La filiale – proseguono – attirò una clientela internazionale di reali, aristocratici, colossi del mondo degli affari e della mondanità. Attraverso le sue creazioni la mostra esplora storie d’amore senza tempo, di amicizie e di sfacciate scalate sociali. Accompagna il visitatore in un viaggio d’arte sublime e mecenatismo fino alla rivoluzione che tragicamente pose fine alla azienda Fabergé, ma lascia che gli spettatori se ne vadano, celebrando la più importante eredità di Fabergé, con un’affascinante esposizione delle sue iconiche Uova Pasquali».

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