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La nuova era della pubblicità: immagini iperrealistiche e spot dallo spazio

I trend del 2022, chi sono i protagonisti, quali i progetti


Personaggi dei cartoon che si arrampicano su palazzi, gatti giganti appollaiati su stazioni ferroviarie, leoni che fuggono da finte gabbie, oggetti che appaiono all’improvviso e sembrano roteare nel cielo: la pubblicità cambia pelle e grazie alla tecnologia 3D è in grado di generare effetti ottici che lasciano letteralmente a bocca aperta. Giappone, Cina, Taiwan e Corea del Sud sono i Paesi che hanno tenuto a battesimo alcune fra le installazioni più scenografiche al mondo. Ma anche in Occidente inizia a farsi strada il fenomeno sull’onda dell’affermazione della pubblicità Dooh (Digital out of home) con Londra a fare da capofila. E in Italia alcune agenzie iniziano a sperimentare la modalità 3D per la promozione di prodotti e iniziative.

Il mercato pubblicitario globale Dooh valeva circa 41,06 miliardi di dollari nel 2020 e stando alle proiezioni al 2026 raggiungerà un valore tra i 50 e 60 miliardi di dollari, con la componente 3D in forte aumento. Fra le prime agenzie in Italia a sfruttare il Dooh c’è Youthquake con sede a Milano e Londra che vanta all’attivo già una serie di “spot” di nuovissima generazione. In campo anche Connexia, da poco confluita nel Gruppo Retex che ha firmato la campagna di Buddybank, la banca di Unicredit, andata in scena a Milano durante il periodo delle festività natalizie. Protagonista un quokka cartoon che si “dondolava” su montagne russe lanciandosi su pensiline e facciate.

In crescita le aziende che hanno deciso di utilizzare il Dooh per campagne promozionali: la casa di moda Balenciaga e Fortnite hanno dato vita ad una serie di cartelloni immersivi installati in scena a Londra, New York, Tokyo e Seoul. Amazon ha scelto Amplify per promuovere la serie fantasy di Prime Video The Wheel of Time. E anche Deliveroo ha deciso di darsi alla pubblicità 3D per promuovere il proprio servizio di consegna con panini giganti proiettati a Piccadilly Circus.

E c’è un’altra tipologia di pubblicità che promette di affermarsi come prossimo trend: la pubblicità dallo spazio. L’idea è lanciare in orbita mini-satelliti dotati di display visibili dalla Terra o utilizzare speciali raggi laser visibili attraverso le telecamere degli smartphone. In realtà già parecchi anni fa si iniziò a parlare di pubblicità “in orbita” – le prime proposte risalgono agli anni Ottanta – ma esperti e analisti considerano il 2022 l’anno più promettente in termini di avanzamento dei progetti, anche sull’onda dell’avvento del turismo spaziale. Nel 2018 RocketLab, startup specializzata in microsatelliti, ha mandato in orbita un satellite a forma di palla denominato Humanity Star, progettato per produrre brillamenti (iridium flare) visibili dalla Terra. La sfera, da un metro di diametro, era dotata di 65 pannelli per riflettere la luce del sole. E ci sono una serie di startup create ad hoc per il new business: StartRocket dell’imprenditore russo Vlad Sitnikov e la canadese Geometric Energy Corporation che si prepara a lanciare un piccolo satellite “pubblicitario” con un razzo SpaceX. Per passare dalle sperimentazioni al mercato bisognerà però prima sciogliere i nodi regolatori e regolamentare lo “spazio” pubblicitario anche per evitare che si ostacolino missioni e progetti. Nel 2018 il progetto della RocketLab suscitò numerose critiche: l’azienda fu accusata da un gruppo nutrito di astronomi di “vandalizzare” il cielo e di interferire negativamente con le osservazioni astronomiche per lo studio dell’universo.

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