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Roads of Arabia a Roma. Tappa italiana dopo un giro del mondo di 10 anni

Trent’anni di ricerche archeologiche, 400 manufatti rari in mostra alla Terme di Diocleziano fino al prossimo 1° marzo


The Roads of Arabia a Roma. Fino al 1° marzo 2020 la mostra dedicata ai tesori archeologici dell’Arabia Saudita sarà visitabile nelle sale delle Terme di Diocleziano al Museo Nazionale Romano, dopo 16 tappe internazionali, comprese quelle del Louvre e dell’Ermitage. Inaugurata dieci anni fa a Parigi la mostra è stata allestita anche a Pechino, Seul e Tokyo, lo scorso anno è stata ospitata anche ad Abu Dhabi e ad Atene. La tappa italiana si distingue per il valore aggiunto offerto dal contesto archeologico, unico al mondo.

Tempo e distanze. Da non sottovalutare il tema della cura e della sicurezza di tutti i manufatti, in questo giro del mondo, che ha richiesto un costante piano di manutenzione protettiva, con interventi di restauro, anche in considerazione delle misure di coordinamento con le diverse entità governative interessate. La definizione delle rotte aeree o terrestri ha messo in moto l’Autorità doganale saudita per assicurare lo sdoganamento (con documenti ufficiali e assicurazioni necessarie) per facilitare il passaggio attraverso il confine. Come si legge nel sito della mostra, una task force di specialisti è stata ingaggiata per gestire, ogni volta, tutte le fasi delle attività: avvolgere i manufatti, metterli in scatole di legno per proteggerli dalle turbolenze e permettere il loro arrivo sicuro al museo ospitante. Attenzione meticolosa nello scarico dal camion al museo, sottoponendo ogni volta gli oggetti a test di laboratorio per garantirne la massima sicurezza. Un viaggio nella storia, e ora nel mondo.

Sono oltre 400 i manufatti rari in mostra, scelti «tra centinaia di reperti provenienti dalle ricerche archeologiche condotte nel Regno dell’Arabia Saudita negli ultimi tre decenni del secolo scorso, da specialisti sauditi e stranieri, compresa – commenta Daniela Porro, a capo della Soprintendenza speciale per l’Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma – l’importante attività della missione archeologica italiana».


La mostra racconta la storia dello sviluppo della penisola araba nel corso dei millenni ed esplora come gli elementi culturali siano una fusione di tradizione e modernità


Da sinistra: Cinzia Chiari, Alda Fendi, SAR l’Ambasciatore della Reale Ambasciata dell’Arabia Saudita a Roma, Principe Faisal Bin Sattam Bin Abdulaziz Al Saud.

Un viaggio attraverso il ricco patrimonio della penisola arabica attraverso capolavori archeologici, opere d’arte e documenti antichi: un progetto culturale reso possibile dal dialogo e dalla sinergia tra Ministero della Cultura dell’Arabia Saudita, con la Commissione saudita per il Turismo e il Patrimonio nazionale (Scth), dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo d’Italia in collaborazione con la Reale Ambasciata dell’Arabia Saudita in Italia, con il coordinamento generale di Cinzia Chiari.

Dalla preistoria alla formazione del Regno dell’Arabia Saudita, un milione di anni di storia: il percorso espositivo di The Roads of Arabia illustra la profondità e l’ampiezza della civiltà araba in una sede esclusiva, aprendo anche un dialogo storico tra due civiltà millenarie. «Una mostra – commenta la dottoressa Chiari – che sottolinea il ruolo della conoscenza in un momento in cui è particolarmente necessario evidenziare come la comunicazione e la diplomazia culturale siano un veicolo anche per avvicinare nazioni e popoli».

La mostra ripercorre ad esempio le strade dell’incenso, un commercio che ha giocato un ruolo chiave nella storia antica della penisola araba, portando immense ricchezze nelle città in via di sviluppo e permettendo scambi culturali tra diverse civiltà. L’incenso era usato in tutto il mondo antico per ogni cosa, dalla santificazione delle cerimonie religiose ad usi medicinali. «Queste resine aromatiche, in particolare l’incenso e la mirra – si legge in una nota della Reale Ambasciata dell’Arabia Saudita – erano raccolte da alcune cortecce di alberi che si trovano solo nelle regioni aride dell’Arabia meridionale e dell’Africa orientale. Di conseguenza, le regioni meridionali della penisola arabica detenevano un quasi monopolio su questo redditizio commercio. Una complessa rete di strade commerciali collegava la penisola arabica con le principali civiltà della Mesopotamia, l’antico Egitto, la Grecia e Roma. Le città lungo queste strade offrivano riparo e tasse sulle carovane che trasportavano la tanto ricercata merce. Altre oasi e stazioni di passaggio fiorirono lungo le rotte commerciali, e mercati affaccendati offrivano oggetti di lusso creati localmente o importati da lontano. Oro e pietre preziose sono stati scavati da siti in tutta la penisola, compresi eleganti gioielli in oro, recuperati in un sito fuori dalla città di Thaj».

Il team della Saudi Commission SCTH con il SAR l’Ambasciatore e Cinzia Chiari, coordinatrice della mostra

A Qaryat al-Faw, una delle città più prospere lungo le antiche rotte commerciali, gli archeologi hanno scoperto manufatti tipici dell’Arabia meridionale accanto a sculture figurative greco-romane. L’ampiezza delle interazioni culturali risultanti dall’intenso commercio di incenso è anche evidenziata dalla diversità delle lingue usate in Arabia.

Roads of Arabia presenta oggetti recentemente scavati da siti lungo queste strade continuamente percorse, oltre a oggetti provenienti da Makkah e Medina, come la porta ottomana in bronzo della Ka’ba, il santuario più sacro dell’Islam.
Una sezione specifica è dedicata alla nascita del Regno dell’Arabia Saudita nel 1932 con oggetti personali di re Abdulaziz (1876-1953) che fu responsabile dell’unificazione del Regno.

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