Search for content, post, videos

Parla Iena Cruz, autore del murales mangiasmog “Hunting Pollution”

L’opera, la più grande d’Europa nel suo genere, è in grado di trasformare lo smog in sali inerti grazie alla vernice Airlite


È stato inaugurato venerdì, a Roma, il più grande murales mai realizzato con vernice Airlite, innovazione al 100% made in Italy. L’opera, chiamata Hunting Pollution, ricopre un edificio residenziale in zona Ostiense ed è stata realizzata dallo street artist Iena Cruz. La particolarità? Grazie ad un meccanismo chiamato fotocatalisi, l’eco-vernice utilizzata viene attivata dalla luce, liberando così delle molecole ossidanti in grado di trasformare le particelle dannose presenti nell’aria in sali inerti. In questo modo si abbattono i livelli di composti organici volatili e di monossido e diossido di azoto presenti nell’aria, ma non solo. Il prodotto è infatti in grado di ridurre la presenza di batteri nocivi.


“Hunting Pollution” raffigura un airone appollaiato su un barile di petrolio, simbolo della nostra società, apparentemente non in grado di arrestare il processo autodistruttivo di consumo delle risorse del pianeta, che sta sconvolgendo gli equilibri naturali con effetti evidenti sul clima


Anche la scelta del luogo non è casuale. Non solo si tratta di un incrocio molto trafficato, dove la caratteristica di “filtro” dell’aria inquinata è quanto mai azzeccata. Il grande murales, infatti, va ad inserirsi in un contesto dove l’arte urbana è già di casa. A pochi metri si trova una delle opere principali di Blu, street artist molto noto che, nel 2014, ha completato un grande dipinto su due facciate di un ex magazzino militare di tre piani abbandonato e poi occupato.

A declinare in forma artistica l’iniziativa promossa da Yourban2030, è stato un team guidato da Federico Massa, a.k.a. Iena Cruz, giovane street artist milanese trapiantato a New York da 8 anni, che ci ha tenuto a omaggiare chi gli ha consentito di dipingere un angolo di Roma: «Ringrazio particolarmente Yourban2030, associazione no profit che si occupa di tematiche ambientali attraverso l’uso dell’arte e che mi ha supportato prima e durante i 21 giorni necessari a realizzare il murales».

Un cammino tortuoso il suo, che lo ha portato a conoscere culture molto diverse e lontane dalla nostra. Una su tutte quella messicana, il cui forte uso di simboli e colori è facilmente rintracciabile nei suoi lavori. Per capire meglio il suo percorso, e quindi la sua opera, lo abbiamo intervistato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi