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L’arte italiana “aumentata” dalla tecnologia digitale

All’Ars Electronica Center di Linz in Austria esperienze immersive per vivere in 3D L’Ultima cena o le bellezze di Venezia


Dall’Ultima cena di Leonardo alle bellezze nascoste di Venezia fino alle pitture sonore del duo Quayola e Seta: l’arte italiana protagonista all’Ars Electronica Center di Linz in Austria, fra i più importanti musei digitali al mondo nonché centro sperimentale e laboratorio di innovazione, figlio del Festival da cui prende il nome e tenuto a battesimo addirittura nel 1979, quando le tecnologie digitali erano pressoché fantascienza. Tutto ciò che è media art d’avanguardia passa per questo museo in cui si possono vivere esperienze immersive all’interno di dipinti e scenari per osservarne tutti i minimi dettagli, invisibili all’occhio umano. In un calendario che spazia dalle mostre alle installazioni, dai concerti alle performance fino alle “letture”.

Cuore tecnologico pulsante è il Deep Space 8K, una sala in cui immagini e video hanno una potenza e una resa che non hanno eguali a livello mondiale grazie a superfici di proiezione di 16 metri per 9, a parete e a pavimento. Il tutto in risoluzione 8K, la più avanzata al momento, e in tecnologia 3D in mix con laser tracking interattivo. Ed è in questa sala che vengono presentati capolavori artistici di eccellenza.


Come L’Ultima Cena di Leonardo nella versione Last Supper Interactive del noto media artist Franz Fischnaller, che consente un’immersione virtuale a 360 gradi da diverse angolazioni e prospettive.


Zoommando fino a un millimetro quadrato, anche i più piccoli dettagli diventano visibili nell’immagine gigapixel ad altissima risoluzione, ed è anche possibile penetrare nel piano bidimensionale dell’affresco per spostarsi dentro e dietro il famoso dipinto.

Venice Revealed di Grand Palais Immersif e Iconem è la ricostruzione in 3D della città della laguna: è possibile sperimentate una visione completamente nuova della Serenissima camminando letteralmente attraverso i muri e scoprire cosa vi si nasconde dietro. Una Venezia svelata, appunto.

Basandosi su algoritmi generativi, i due artisti italiani Quayola/Seta hanno creato una virtuosa “pittura sonora” sullo schermo di 16 x 9 metri e sull’altrettanto grande proiezione a terra. Come su una vera tela, le pennellate digitali iperrealistiche si articolano all’infinito sulla proiezione in larga scala: ogni singola pennellata è collegata a un tono di pianoforte, creando così paesaggi sinestetici polifonici. Un viaggio immersivo nel processo artistico ispirato alla musica e alle tecniche pittoriche tradizionali. Con Transient, Quayola Studio utilizza dunque la tecnologia come “lente” per esplorare la musica per il pubblico del XXI secolo, ripensando le tecniche artistiche tradizionali nel contesto del rapporto uomo-macchina. Per questo progetto è stato sviluppato un software innovativo che combina senza soluzione di continuità immagini e suoni. Transient è stato sviluppato insieme al musicista e collaboratore di Quayola Studio Andrea Santicchia, in arte Seta.

Per incoraggiare l’uso delle nuove tecnologie nell’arte è da poco stato annunciato un bando (con deadline il prossimo 19 novembre) che vede protagonista proprio il laboratorio Deep Space 8K nell’ambito di Sharespace, il progetto triennale di ricerca e innovazione di Horizon Europe che mira a creare futuri spazi sociali ibridi, considerando che nel prossimo futuro un numero sempre maggiore di comunicazioni avverrà negli spazi digitali, a partire dal Metaverso. Il contest, nella sezione Arte, punta a individuare un gruppo di media artist che utilizzi la tecnologia Sharespace per creare ambienti collaborativi. Gli artisti sono invitati a creare una performance artistica interattiva ibrida e multiutente che sfrutti l’interazione fra persone e avatar. L’opera d’arte sviluppata sarà presentata in Deep Space 8K all’Ars Electronica Festival 2024, in programma dal 4 all’8 settembre del prossimo anno. Per lo sviluppo dell’opera d’arte, l’artista riceverà 15mila euro. L’Open Call è interamente coordinata dall’Ars Electronica Futurelab.

In copertina: Ars Electronica Center ©Lois Lammerhuber, Nicolas Ferrando

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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