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Biondamara, la sinergia tra bevanda alcolica e cucina gourmet

A Roma birra artigianale e una proposta gastronomica creativa. Il regno dei fornelli è di Giacomo Zezza, proveniente da un’esperienza come sous chef presso lo stellato Bistrot64


Metti insieme birra artigianale di qualità e cucina gourmet ed ecco che nasce Biondamara, il nuovo locale nel quartiere Prati a Roma dedicato all’effervescente sinergia fra la bevanda alcolica che deve il suo carattere alla fermentazione di mosto a base di malto d’orzo e una proposta gastronomica creativa e stuzzicante (spesso a base della stessa birra).

L’idea è di Alessandro e Marco Lucchini, due fratelli bolognesi di origine e romani d’adozione accomunati dal desiderio di dare corpo al connubio fra birra e cucina in un luogo che, con la sua immagine, è capace di sedurre il cliente. I due hanno deciso di alimentare la loro passione per la birra mettendo a punto varie ricette e di dar vita, con birrifici amici, a produzioni originali: questo primo passo ha fatto crescere in loro la voglia di creare una birreria che potesse far coesistere la birra artigianale con una cucina ricercata.

Da Biondamara il regno dei fornelli è di Giacomo Zezza, proveniente da un’esperienza come sous chef presso lo stellato Bistrot64, situato sempre a Roma, tra il museo MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) e l’Auditorium Parco della Musica. Per Biondamara ha studiato un menu che, oltre a prevedere spesso la birra come ingrediente, punta su alcune particolari sezioni: “Per Stare Insieme” (proposte presenti nel menu del bar ideate per l’apericena, come la mortadella di razza Mangalica, la ricotta carnica affumicata, il pecorino delle Crete Senesi, le alici del Cantabrico), “Anti-Vino” (una selezione di antipasti con una birra in abbinamento, fra questi la Coscia di Manzafassona piemontese, cavolo cappuccio, nocciole e mousse di robiola da abbinare a birre ambrate con sentori di malto e frutta secca), “Primi Ricordi” (varie versioni di polpette, come le Polpette di baccalà con moionese all’aglio nero e crema di piselli), “Panini Burghetta” (bun di pane alla birra ideato dai fratelli Lucchini che viene lasciato intero e farcito con varie tipologie di polpette, come per esempio il Bun biondamara, polpette di baccalà, salsa alla birra, cipolla caramellata, rucola), “Secondo Noi” (portate principali di carne e di pesce, come lo Stinco di Maiale di Vetralla marinato alla birra e cotto a bassa temperatura con patate alla provola), “Il Contorno” (contorni da condividere come la Verdura di campo ripassata in padella con olio EVO, aglio e peperoncino), “La Nostra Teglia” (pizze realizzate con impasto alla birra lievitato 72 ore, come la Megalitza, a base di mortadella di razza Mangalica e pesto al pistacchio) e “La Dolce Bionda” (selezione di dessert a base di birra, fra questi Beertozzo, realizzato con l’impasto soffice biondamara, lo zucchero di canna e la birra Tripel nella panna montata, e Cheesebeer, preparato con crema alla robiola, croccante di biscotti e birra bianca nel coulis di frutti di bosco). Per ogni piatto, poi, lo staff di Biondamara consiglia al cliente la birra più adatta da abbinare.

Le collaborazioni trimestrali con chef sempre diversi rendono poi la proposta gastronomica di Biondamara eterogenea, ricca di sorprese e pronta al confronto: in questo momento è coinvolto Igles Corelli, lo chef stellato che ha ideato due personali versioni della “Burghetta”, e cioè la Burghetta Pluma Iberica (bun biondamara, pluma di maiale iberico, rosolacci, cipolline in agrodolce, salsa verde) e la Burghetta Alici Rustiche (bun biondamara, rustico di alici, patate di Avezzano, cavolfiore al burro bretone, yogurt, aceto alla camomilla). Fra novembre e dicembre, fra l’altro, Corelli sarà protagonista di due serate in cucina con lo chef Zezza.

Alessandro e Marco Lucchini hanno puntato molto anche sullo spazio che ospita Biondamara: accogliente, elegante, arredi ricercati, il locale propone uno scenario contemporaneo capace di coinvolgere l’avventore in un’esperienza estetica oltre che del gusto. La scelta è stata quella di evitare ogni allusione alle tradizionali birrerie: niente legno, quindi, visto che spesso abbonda in queste ultime, e spazio invece ai materiali che ricorrono nel contesto urbano, in particolare marmo, laterizio, ferro e cemento. Il locale prevede una prima sala nella quale spiccano sulla sinistra il bancone per i cocktail, tutti rigorosamente preparati utilizzando tra i vari ingredienti anche la birra, e sulla destra un piccolo salotto dedicato all’aperitivo. Protagonista della sala successiva è il tavolo sociale, quindi si giunge nella sala principale (circa 70 coperti) nella quale è presente un secondo bancone. Altri 40 coperti si trovano poi nello spazio esterno.

Fra gli obiettivi di Alessandro e Marco c’è anche quello di stabilire un dialogo fra arte e cucina: il palco presente nella sala grande è infatti destinato ad accogliere musicisti, artisti, comici di strada in grado di rendere la permanenza da Biondamara sempre più gradevole e appagante.

In copertina: Biondamara, Roma. © Biondamara

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