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Tel Aviv e Parigi, due anime nel cuore di Blitz

Il ristorante a due passi dalla Bastiglia dove la contaminazione tra culture accomuna architettura e cucina


I profumi della cucina di Tel Aviv sbarcano a Parigi. Nel cuore dell’undicesimo arrondissement, famoso per i bar e i ristoranti di tendenza, ha da poco aperto i battenti Blitz, un ristorante su due piani nel quale l’atmosfera francese interagisce con la cultura progettuale e culinaria mediorientale.
Nato da un’idea di Charléli Frati, già proprietario del bar “La Jaja” nel centro di Parigi, Blitz è il risultato di una sua precisa passione condivisa con il giovane progettista Jordan Weisberg, la cui formazione professionale è avvenuta da Manuelle Gautrand, Lacaton & Vassal, Encore Heureux – curatore, quest’ultimo, del Padiglione della Francia all’ultima Biennale di Architettura di Venezia, ancora in corso. Entrambi parigini di nascita, sono affascinati da Tel Aviv, dai suoi colori, dalla cucina, dall’architettura.



E se Frati è rimasto sedotto dallo scenario gastronomico, Weisberg ammira quello urbano e architettonico, come racconta a sua volta:«Ho sempre desiderato creare un posto come Blitz -spiega Frati-, un ristorante nel quale le persone possano gustare la cucina israeliana, conoscere e condividere suggestioni con altri commensali in una calda atmosfera. Vado spesso a Tel Aviv e apprezzo molto il modo in cui la gente vive la città. La proposta culinaria è sorprendente, costituita da ottimi piatti realizzati con ingredienti semplici, risultato dell’abbinamento di sapori diversi fra loro», tipico dell’eterogeneità intrinseca della cucina israeliana, dovuta al fatto che gli ebrei hanno vissuto per millenni in tutto il mondo.

Mi sono innamorato di questa città tre anni fa, quando l’ho visitata per la prima volta. Per le strade c’è un’energia che non avevo mai avvertito prima, e inoltre sono stato colpito anche dalle manifestazioni del Bauhaus e dell’architettura del Movimento Moderno

Jordan Weisberg

Patata dolce arrostita con yogurt al limone e miscela di spezie za’atar (Foto: Margaux Gayet)

Il menu è stato creato da Frati e da una sua amica, la chef Fiona Taïeb, co-proprietaria de “La Cevicheria”, ristorante peruviano a Parigi. Contempla piatti semplici e autentici, che mettono insieme le spezie e le erbe aromatiche in piatti come la “shakshouka” (uova cotte in un sugo speziato) o la tartare di manzo rivisitata attraverso le ricette più tipiche dell’Europa dell’Est o ancora le “latkes”, frittelle di patate di origine ebraica.

Frati, che ha lavorato anche nell’industria musicale, spera di aprire nuovi locali basati sulla condivisione e sulla contaminazione culturale. Per ora è concentrato sul lancio di Blitz, anche se ha già rivelato che in futuro gli piacerebbe ripetere l’esperienza con sedi intorno al Mediterraneo.


Il progetto di Weisberg è ricco di riferimenti alla città israeliana e ne riecheggia la sua atmosfera soprattutto attraverso i colori, i materiali, la luce


Ad esempio, gli apparecchi di illuminazione del ristorante ricordano quelli che si trovano soprattutto sui balconi di Tel Aviv, le componenti cromatiche sono solari come quelle che caratterizzano gli spazi mediterranei. E poi c’è una continua interazione fra superfici curve e altre lineari, fra tessuti sensuali come il velluto e materiali ruvidi come il cemento. Il dialogo è istintivo per l’architetto: le diversità devono mescolarsi e interagire, così come gli spazi che si intrecciano tra loro, con la cucina aperta sulla sala da pranzo.

l’architettura e il cibo hanno un legame in quanto entrambi manifestazione della creatività

Charléli Frati

Era proprio quello che voleva Frati, secondo il quale «quando decidi di andare al ristorante, quella che fai deve essere un’esperienza completa.»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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