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Dalla barriera corallina alla foresta pluviale, l’intelligenza artificiale al servizio della natura

Focus sul cambiamento climatico, strategie per preservare il Pianeta dalle minacce presenti e future


L’intelligenza artificiale al servizio della natura: sfruttare il potere delle più avanzate tecnologie per monitorare, ma anche per proteggere, l’ambiente, e mettere in atto strategie che consentano di preservare i territori da minacce future. E sono già diversi i progetti operativi a livello mondiale.

Vista della barriera corallina delle Filippine

È dedicata alla protezione e soprattutto alla “resilienza” della barriera corallina la soluzione messa a punto dalle tech company Accenture e Intel insieme con l’organizzazione no-profit Sulubaii Environmental Foundation nell’ambito del “Project: CORaiL”, iniziativa che vede protagonista un tratto della barriera corallina delle Filippine già dallo scorso anno. Il progetto fa leva sull’intelligenza artificiale e anche sul modello di calcolo distribuito edge computing.


Le due tecnologie consentono di monitorare la barriera, di analizzarne i comportamenti, e quindi di valutarne la resilienza.


Considerate fra gli ecosistemi più diversificati al mondo, le barriere coralline sono in grado di garantire la protezione delle coste dalle tempeste tropicali nonché di fornire cibo e reddito a un miliardo di persone generando 9,6 miliardi di dollari l’anno fra attività turistiche e ricreative. Ma secondo le rilevazioni del programma ambientale delle Nazioni Unite, le barriere coralline si stanno rapidamente deteriorando. E le attività di monitoraggio tradizionali effettuate dai sommozzatori attraverso riprese video e fotografie possono comportare danni poiché, anche se in misura non eccessiva, interferiscono con il comportamento delle specie marine.

Dettaglio barriera corallina

Gli ingegneri di Accenture, Sulubaaï e Intel hanno realizzato Sulu-Reef Prosthesis (Srp) per sostenere i frammenti di coralli instabili: si tratta di una protesi artificiale che consente al corallo vivente di crescere ed espandersi. Sono state poi posizionate in modo strategico delle videocamere subacquee “intelligenti”, dotate della Video Analytics Services Platform (Vasp) di Accenture Applied Intelligence per rilevare e fotografare i pesci al loro passaggio. I dati vengono inviati in superficie per essere analizzati e per consentire ai ricercatori sul campo di prendere decisioni.


Da quando il progetto è stato avviato, nel maggio 2019, sono state già raccolte circa 40mila immagini.


E gli ingegneri coinvolti nel team sono già al lavoro sul prototipo della prossima generazione di “Project: CORaiL” che includerà una rete neurale. Si sta anche valutando l’ipotesi di impiegare telecamere a infrarossi per le riprese notturne in modo da ottenere un quadro completo dell’ecosistema corallino.

È dedicato a comprendere al meglio il fenomeno della deforestazione il progetto portato avanti dalla software company Sas con l’International Institute for Applied Systems Analysis (Iiasa). Questo progetto prevede lo sviluppo di un modello di intelligenza artificiale attraverso un’applicazione online in modalità crowdsourcing: dagli scienziati agli studenti, dagli ingegneri ai data scientist, ciascuno può prendere parte all’iniziativa valutando ed esaminando le immagini della foresta pluviale.

© SAS Institute Inc.

Il crowdsourcing aiuta a migliorare gli algoritmi di intelligenza artificiale, accelerando ciò che in altro modo richiederebbe anni di analisi. Ad esempio, le indicazioni dei partecipanti “insegnano” alla piattaforma di intelligenza artificiale ad individuare strade e percorsi necessari all’uomo, così come corsi pluviali percorribili. La prima fase della partnership si concentra sulla deforestazione, ma già si valuta di estendere l’uso della piattaforma ad altre questioni ambientali.

Anche i satelliti stanno diventando sempre più importanti per progetti di tipo ambientale: Mitsubishi Electric ha iniziato a sviluppare il satellite Gosat-Gw – nell’ambito del progetto congiunto gestito dal Ministero dell’Ambiente giapponese, Nies e Jaxa – per l’osservazione dei gas serra e del ciclo dell’acqua.


Il satellite sarà equipaggiato con un sensore per l’osservazione delle concentrazioni di gas serra, quali anidride carbonica e metano.


E sarà inoltre dotato del nuovo strumento Advanced Microwave Scanning Radiometer 3 in grado di stimare la quantità geofisica di acqua sulla superficie, in mare e nell’atmosfera. I dati ottenuti dalle osservazioni miglioreranno l’accuratezza delle previsioni meteorologiche a livello globale relative a tifoni, piogge torrenziali e altre condizioni climatiche. Inoltre, Gosat- Gw contribuirà a misurare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla vita quotidiana per individuare contromisure necessarie. Gosat-Gw è il terzo satellite e quello più all’avanguardia del progetto Gosat ed è il primo al mondo dedicato all’osservazione dei gas serra a livello globale.

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