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Robotica e ologrammi, col 5g l’innovazione entra in sala operatoria

Durante l’emergenza il 51% dei medici di famiglia ha dovuto lavorare e seguire i propri a distanza


Robot, visori per la realtà virtuale, ologrammi: sono questi gli strumenti che saranno sempre più utilizzati in chirurgia. E sarà il 5G, la quinta generazione mobile, a consentirne e a spingerne l’adozione e a inaugurare, per la prima volta nella storia dell’umanità, l’era degli interventi “a distanza”. È la bassissima latenza, ossia il “tempo reale” pressocché perfetto a innescare la rivoluzione: fino al 4G la “differita” in millisecondi fra i dati inviati e quelli ricevuti ha rappresentato un ostacolo insormontabile per le applicazioni in cui l’altissima precisione è conditio sine qua non, come appunto quelle nel campo della sanità ma anche nei trasporti e nell’industria nell’ambito del controllo e della gestione da remoto delle attività.

Molte le innovazioni che stanno già dando prova di quel che sarà il futuro. E l’Italia si pone all’avanguardia. È notizia dei giorni scorsi il primo intervento di chirurgia ortopedica effettuato all’Upcm Salvator Mundi International Hospital di Roma, grazie all’uso integrato di robotica ed ologrammi. In dettaglio, è stata impiantata una protesi robotica nel ginocchio di una paziente di 74 anni grazie all’uso del robot chirurgico “Mako” che ha permesso di progettare il tipo di impianto poi utilizzato in sede operatoria, combinando i dati rilevati dalla Tac tridimensionale con le rilevazioni intraoperatorie effettuate con un sistema di telecamere ad infrarossi. Novità assoluta l’integrazione con “Verima”, software di imaging sanitario, che attraverso speciali visori di Mixed e Virtual reality e dispositivi che supportano l’Augmented Reality consente di “trasformare” gli esami diagnostici in ologrammi interattivi 3D.

Chirurgia olografica © Microsoft

È stata organizzata da Microsoft nei giorni scorsi la prima 24 ore internazionale di Chirurgia olografica per mostrare come le tecnologie stiano dando forma a una nuova era della sanità.La non-stop ha mostrato 13 operazioni ortopediche da tutto il mondo, guidate da Thomas Gregory, Responsabile del Reparto Orthopaedic & Trauma presso l’Avicenne AP-HP University Hospital (Francia).
Grazie a HoloLens 2, i chirurghi hanno condiviso il proprio campo visivo ai colleghi in altre parti del mondo consentendo di interagire con immagini anatomiche dei pazienti sotto forma di ologramma.

Ma come accennato, sarà il 5G a spingere la chirurgia robotica di micro-precisione. Ad aprile dello scorso anno la startup milanese Artiness – specializzata nel supporto da remoto di interventi chirurgici grazie alla realtà aumentata e al 5G – ha vinto la seconda edizione del concorso di Vodafone “Action for 5G”, aggiudicandosi un milione di euro di finanziamenti, da parte dell’operatore di telecomunicazioni, per portare avanti il progetto. Le soluzioni di Artiness consentono ai medici di interagire a distanza con le équipe in sala operatoria attraverso modelli virtuali olografici 3D in altissima definizione. E grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale sarà possibile il tracking in real-time all’interno del modello olografico durante la procedura di impianto.

Ph. © Artiness

Ed era ottobre 2019 quando collegandosi tramite 5G all’ospedale San Raffaele a Segrate, alle porte di Milano il professor Matteo Trimarchi, otorinolangoiatra dell’Irccs Ospedale San Raffaele, ha effettuato un intervento di microchirurgia laser operando direttamente dall’headquarter di Vodafone, localizzato dall’altra parte della città. E appena un mese dopo grazie alla rete 5G di Tim è stato effettuato il primo teleconsulto d’Europa in diretta 4K: protagonista della sperimentazione, collegato da Roma, il professor Giorgio Palazzini, uno dei massimi esperti di tecnologie applicate alla chirurgia, che grazie a un visore in realtà virtuale è stato “teletrasportato” nella sala operatoria dell’ospedale Santa Maria di Terni in cui si stava svolgendo un intervento laparoscopico a cura dell’equipe medica coordinata dal Professor Chang-Ming  Huang dell’Università Fujian Medical di Fuzhon. Tim, peraltro, nell’annunciare l’era del 5G, nel 2019 ha dedicato il suo primo spot proprio alla sanità del futuro: protagonista il cardiochirurgo Francesco Musumeci che effettua un’operazione a distanza su una bambina grazie alla connessione ad altissima velocità, a un visore di realtà virtuale e due joystick.

Spot Tim 5g © Tim


L’esplosione della pandemia da Coronavirus ha accesso forti i riflettori sulla necessità e sulle opportunità che si aprono per la chirurgia “a distanza”


Secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, l’adozione della modalità da remoto sta aumentando a ritmi record: durante l’emergenza il 51% dei medici di famiglia ha dovuto lavorare e seguire i propri pazienti il più possibile a distanza e le Regioni hanno spinto l’acceleratore su programmi di telemedicina. Dunque, il futuro è tracciato.

Telemedicina in Italia © Politecnico di Milano

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