Search for content, post, videos

Agli Amici 1887, per gustare una lunga storia in trasformazione

Il ristorante di Godia (Ud) ha 135 anni: oggi i fratelli Scarello ne hanno rinnovato ricette e design


Agli Amici 1887, ristorante a Godia in provincia di Udine, ha prima di tutto il sapore della storia. Il suo percorso inizia oltre 135 anni fa e, generazione dopo generazione, arriva a oggi con Michela ed Emanuele Scarello, discendenti del trisavolo Umberto che sotto il Regno d’Italia in quegli stessi ambienti aveva aperto una rivendita di coloniali e tabacchi. Lei sommelier con un’attenzione impeccabile verso ogni aspetto dell’accoglienza, lui chef con una precisa vocazione alla sostenibilità, lavorando sinergicamente con l’obiettivo della qualità hanno conquistato nel tempo due stelle Michelin fino a diventare con il loro ristorante il primo Relais & Châteaux della regione. Basterebbe solo questo per impostare il navigatore e partire alla volta de Agli Amici 1887.

Tante sono le novità che caratterizzano questo luogo molto speciale, considerata anche la passione dei due fratelli per l’innovazione: la più recente è certamente il nuovo look della sala di benvenuto, nella quale inizia il percorso di accoglienza e di degustazione che successivamente procede negli ambienti del ristorante. La sensazione è quella di entrare in uno scrigno prezioso, intimo e avvolgente, dove il colore è protagonista: lo spazio è circondato da un blu intenso, profondo, capace di definire un’atmosfera quasi metafisica.

Dal bancone alle sedie, dalle pareti ai tavoli fino alle pannellature fonoassorbenti in plastica riciclata del soffitto, il blu corre e definisce ogni superficie, ogni angolo, ogni curva. Un blu compatto, rischiarato dalla presenza di una grande installazione luminosa ispirata al mondo dell’arte contemporanea che consente allo spazio di cambiare atmosfera grazie alla sua luce colorata.


«Un luogo sospeso nel tempo, ovattato, magico e rappresentativo dell’essenza stessa del ristorante», raccontano i progettisti di Visual Display, autori del progetto.


La zona del bancone è concepita come un palcoscenico dove gli chef preparano le loro prelibatezze sotto gli occhi degli spettatori, coccolati da accoglienti poltrone con forme arrotondate. Al centro dello spazio, il volume geometrico composto da due elementi separabili su ruote serve come banco di preparazione dei cocktail direttamente al tavolo.

Nella nuova sala il cliente viene introdotto al concetto di esperienza, che poi procede al ristorante con gli intriganti piatti di Emanuele e l’ineccepibile accoglienza di Michela. Le parole chiave che caratterizzano il loro approccio sono sostenibilità e territorio. «Il ritmo delle stagioni, la prossimità, il ritorno alle radici, il rispetto della materia prima, la cura della filiera sono gli elementi alla base della nostra idea di sostenibilità. -racconta lo chef – Ogni cibo, ogni vino, ogni azione sono permeati di sostenibilità concreta e applicata. Anche il piatto più essenziale e innovativo a Godia è sostenibile, e si compone di decine di singole azioni semplici, svolte sul territorio, con la volontà di includere nelle logiche di lavoro l’ormai imprescindibile bisogno di contribuire a salvaguardare l’ambiente».

Fra i piatti presenti nel menu ci sono, fra gli altri, gli spaghetti cotti nell’acqua di zucca e zenzero cremoso e semi di zucca o gli gnocchi di Godia, burro e salvia, ma anche l’agnello alle erbe del mare. «La nostra cucina è il frutto di una lettura contemporanea del territorio. – spiega lo chef – E dopo aver incontrato e ascoltato molte persone come agricoltori, pescatori e allevatori, sono sempre più convinto che la cucina debba raccontare la storia di un popolo attraverso i suoi ingredienti». Il legame con il territorio, fra l’altro, è da intendersi nella sua accezione più ampia: è presente non solo in cucina, ma si esprime anche nella valorizzazione della cultura creativa locale, dal design all’arte fino alla musica. La scelta di Visual Display per la realizzazione della nuova sala di benvenuto in questo senso non è casuale, come non lo è la presenza di opere concepite da artisti del luogo.

La loro è quindi un’attenzione al territorio che si esprime nelle modalità più diverse ed eterogenee, nelle contaminazioni, nelle interazioni. Ed è in questo ventaglio di suggestioni, capace di rapire non solo il gusto e l’olfatto ma anche gli altri sensi, che si dipana il plusvalore dell’esperienza offerta da Emanuele e Michela.

Quello adottato dai due fratelli è insomma un modello di imprenditorialità “etica”: «Agli Amici è una realtà di lunga tradizione che sa amalgamare con originalità sapori e colori dal territorio rurale circostante. – dice Michela tracciando anche le caratteristiche del loro modello di business. Sempre alta qualità: come impegno e come armonia che nasce primariamente dalla bellezza dell’animo. Parliamo di attenzione indefettibile, portata sino allo “zero spreco”, in quanto principio vitale. Di benessere organizzativo: star bene per far star bene. Di un team giovane, multiculturale in cui la voce di tutti è fondamentale per la crescita (per la metà composto di donne con ruoli primari nell’attività). La nostra famiglia ha sempre lavorato per il piacere di fare sempre bene le cose con onestà e trasparenza verso tutti (clienti, persone del team, fornitori)».

Rimanendo in tema di territorio, cibo, architettura, arte e design, se la vostra permanenza dovesse protrarsi per più di una sera, Pantografo consiglia alcune tappe dedicate in particolare a chi apprezza l’architettura, ma anche la montagna. Un viaggio che regala grandi emozioni è quello alla scoperta delle opere di Gino Valle, fra i maestri del Novecento più validi che il nostro Paese abbia avuto. A partire da Udine con il Monumento alla Resistenza, inoltratevi fra le alpi della Carnia, dove la sua produzione è stata particolarmente prolifica (municipio di Treppo Carnico, uffici e stabilimento Fantoni a Osoppo, stabilimento termale di Arta Terme, per citare alcune opere).


La Carnia è anche la terra di un architetto meno conosciuto ma altrettanto interessante, Federico Mentil: le sue sono spesso piccole opere con una sconfinata attenzione al dettaglio.


Con passione e allo stesso tempo con atteggiamento pragmatico, dopo aver lavorato per tanti anni a Venezia, ha deciso di tornare fra le sue montagne e di sensibilizzare i suoi clienti verso le virtù di un possibile dialogo fra la memoria, il paesaggio e il linguaggio contemporaneo dell’architettura. Spesso si tratta di case private, difficili da visitare se non in sua compagnia.

Per avere un’idea del suo lavoro, se non riusciste a contattarlo, non perdetevi l’unità residenziale al servizio dell’albergo diffuso di Paluzza: è la sintesi più intensa del suo lavoro. Potreste anche viverla dall’interno, visto che fa parte di un albergo diffuso, ma occorre prenotare con largo anticipo perché è l’unità più richiesta in assoluto sia dai turisti italiani sia da quelli internazionali.

Wagyu italiano con con salse verde, bordolese e vellutata. (Foto: Fabrice Gallina)

Tornando verso Udine fermatevi a Fagagna: troverete l’edificio per uffici di Pratic, una delle opere più significative di Geza, lo studio di architettura di Stefano Gri e Piero Zucchi. Non è l’opera più recente, ma per chi crede che gli edifici per il lavoro possano cambiare l’aspetto delle zone industriali optando per un’architettura di qualità, è una meta da non perdere. A Lignano Pineta, poi, è possibile visitare la struttura urbana dal linguaggio organico conosciuta come “chiocciola” e disegnata da Marcello d’Olivo negli anni Cinquanta.

Prima di andare via non dimenticate di portare con voi uno dei più gustosi dolci tipici del Friuli, la Gubana, il lievitato ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, rum, scorza di limone. Provate quella di Dorbolò La Gubana Boutique di Cividale del Friuli: è ottima, e mentre ne avvertirete il profumo, avrete anche l’occasione di conoscere un altro impeccabile progetto di interni di Visual Display. Rivisitazione in chiave moderna delle tradizionali pasticcerie mitteleuropee, il negozio è concepito come una piccola scenografia teatrale dai tratti minimalisti e dall’atmosfera sognante.

E se poi foste anche appassionati di arte con un salto a Trieste potreste visitare “Omaggio a Miró” (Museo Revoltella, fino al 24 settembre 2023), la mostra che espone circa ottanta opere dell’artista spagnolo tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche provenienti da musei francesi e collezionisti privati

In copertina: Agli Amici 1887, Udine. Progetto: Visual Display © Alessandro Paderni / Eye Studio

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi