Search for content, post, videos

Alla Fondazione Prada, una mostra dedicata all’esilio, al rifugio e alla riflessione

L’influenza del “quando” e del “dove” nella produzione intellettuale e il punto di vista di tre filosofi moderni


1. Leonor Andunes One/twelve Knotswith Double Impression 2. Mark Riley Skjolden Diorama (Ludwig Wittgenstein’s Hut)

Luoghi, persone, pensieri. Le loro interconnessioni. E un progetto che vuole esplorare «la correlazione tra le condizioni di esilio, fuga e ritiro e i luoghi fisici o mentali che favoriscono la riflessione, il pensiero e la produzione intellettuale”, come si spiega nel comunicato della mostra allestita a Venezia da Fondazione Prada a cura di Dieter Roelstraete e aperta fino al 25 novembre. Così Machines à penser mette in scena nel palazzo settecentesco Ca’ Corner della Regina un percorso nella relazione tra filosofia, arte e architettura.

Riproduzioni in scala di luoghi/rifugio, fotografie, ritratti, oggetti in ceramica, strutturano un’allegoria della necessità di creare un luogo di isolamento intellettuale di tre fondamentali figure della filosofia nel XX secolo: Theodor W. Adorno (1903 -1969), Martin Heidegger (1889 – 1976) e Ludwig Wittgenstein (1889 -1951) che in comune, oltre alla lingua e al periodo storico, hanno la riflessione su questi temi.

Machine à penser, appunto. Un richiamo ad allontanarsi, rifugiarsi, isolarsi per pensare in modo più chiaro e più critico. «Perché è questo ciò di cui c’è bisogno ora più che mai», afferma il curatore della mostra che continua sottolineando come sia necessario costruire ambienti che permettano di pensare, o «cercare un particolare ambiente per farlo».

«Silenzio e isolamento favoriscono un particolare tipo di concentrazione, dei pensieri profondi. E sia questo senso di isolamento sia il silenzio sono sempre più difficili da trovare nella società contemporanea. Specialmente il primo, con l’attuale regime di connettività costante» commenta Roelstraete.

Patrick Lakey selezione della serie German Photographs

In questo senso, potrebbe sembrare che le politiche spaziali della cultura contemporanea non siano di grande beneficio per il pensiero “profondo”

Dieter Roelstraete

Lo spunto per la mostra nasce dall’opera dello scultore – poeta scozzese Ian Hamilton Finlay nel 1987, “Adorno’s Hut”. Da lì la costruzione di scenografie al piano terra e al piano nobile del palazzo che non mancano del corollario di richiami a figure di eremiti di gran fascino per il pensiero filosofico, come San Girolamo.

I tre filosofi diventano l’esempio di come le abitazioni si siano dimostrate una fonte d’ispirazione successiva per molti artisti attratti dalla fantasia del ritiro.

La prima parte della mostra è dedicata all’esilio americano di Adorno con un set scenico installato al piano terra che, spiega il curatore, utilizza una fotografia realizzata da Patrick Lakey dell’interno della casa di Lion & Martha Feuchtwanger a Los Angeles “per evocare la cultura dell’esilio tra gli espatriati tedeschi nella California in tempo di guerra”.

Per contrasto all’idea della capanna richiamata dall’opera Adorno’s Hut, detestata dal filosofo al pari del disprezzo per i contemporanei Heidegger and Wittgenstein (che ricambiavano il sentimento), il concetto romantico di fuga è ricostruito attraverso l’abitazione in scala di Heidegger e della piccola casa di Wittgenstein a Skjolden in Norvegia.

Il dove e il quando hanno influenza sul “cosa” si pensa. A lungo mi sono interrogato sulla questione del “non luogo” del pensiero: credo sia una questione di condizione ideale.

Dieter Roelstraete

© foto di Mattia Balsamini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi