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I vini di Arianna, la più giovane enologa e imprenditrice dell’Umbria

Passione e sudore sulla terra del nonno: come nascono le nove etichette bio della Tenuta Placidi


© Giovanna Onofri – DGExperience

Si presenta semplicemente come Arianna. Abito lungo estivo, di quelli freschi, spalle scoperte, piedi scalzi. Grande sorriso. È nello sguardo – quando solleva gli occhiali da sole e la scopri senza un filo di trucco – che si legge l’intensità della passione: Arianna Placidi, 27 anni, è la più giovane enologa-imprenditrice dell’Umbria.  A 24 anni – quando è iniziata la sua avventura – probabilmente ha battuto anche il record nazionale, anche se non è stato verificato.

Al di là delle classifiche, Arianna ha una storia che merita di essere raccontata in un Paese in cui la fuga di cervelli e di braccia è oramai una costante. Lei no. Lei non solo ha deciso di restare, ma si è avventurata in una delle missioni più difficili per un imprenditore e per una donna: mettere su un’impresa vinicola di successo. Il tutto partendo quasi da zero.

Al netto dei 32 ettari di terreno che ha ricevuto in eredità dal nonno, in quel di Fianello, provincia di Terni, Arianna si è trovata davanti una distesa di terra tutta da lavorare, tutta da “riprogettare”. Fra bosco, uliveto, seminativo e vigna quella terra aveva bisogno di essere rimessa a nuovo. E si è pure messa in testa, la ragazza, che quella terra andava trattata con i guanti in nome del rispetto del lascito, della natura e dell’ambiente.


Coltura biologica, questo il mantra, «perché il rispetto dell’ambiente e l’agricoltura ragionevole, ovvero a basso impatto, sono elementi alla base di un prodotto vinicolo di qualità»


Cavalli al posto del trattore per andare su e giù dalla mattina alla sera, infaticabile e con le mani sporche e una dedizione al limite dell’ossessione. Mani sporche e tanta iniziativa: laurea in agraria all’Università di Perugia con specializzazione in viticoltura ed enologia, lavora nei campi ma trova il tempo per visitare le cantine dei “concorrenti” e non mancare all’appuntamento con le principali fiere di settore, per aggiungere tasselli di formazione e soprattutto di esperienza.
E non manca di sottolineare la sua prima esperienza «pessima, un cantiniere maschilista in una cantina sporca e con vini difettati». Poi un amico le regala la prima botte. Lei ci mette l’uva e quasi “per scherzo” vinifica 7.000 bottiglie. Di lì l’idea, non scevra di timori – «ho pianto tanto ma non mi sono scoraggiata» – di andare avanti per la sua strada.

Sono guidata dai miei ideali e dalla passione

Arianna Placidi

© Giovanna Onofri – DGExperience

Sotto gli occhi increduli dei famigliari abbatte uno dei due palchi su cui si ergeva la vigna di Tenuta Placidi: «Una scelta difficile che ha comportato un grosso sacrificio, ma con senno di poi la considero strategica. “Tagliare” significa diminuire la quantità di produzione, ma aumentare la qualità del prodotto finale permettendo al palco restante di trarre maggiore nutrimento dalle risorse naturali».

L’idea imprenditoriale? «Faccio quello che amo – risponde candidamente ma decisamente consapevole, oggi, delle proprie possibilità – cercando di valorizzare l’artigianato locale. Vorrei che le persone che lavorano con me fossero soddisfatte e appagate».

Di strada ne ha fatta Arianna Placidi in questi tre anni: nove le etichette all’attivo tra varietà autoctone come Grechetto, Malvasia, Sagrantino, Sangiovese e internazionali come Souvignon Blanc, Chardonnay e Merlot. Ad oggi Tenuta Placidi distribuisce i suoi vini oltre che in diverse regioni italiane anche in Spagna, Cina, Argentina e Stati Uniti, in particolare a New York, per un totale di 60mila bottiglie. Ma è un numero di cui lei non si accontenta: «Nei prossimi due anni punto a 180mila bottiglie».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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