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A Lisbona la natura avvolge Prado, il ristorante dello chef Galapito

Margarida Matias (Ark Studio) e Marta Fonseca hanno recuperato una fabbrica di conserve dismessa “domando” la vegetazione che vi si era insinuata


Il ristorante Prado, situato nel centro di Lisbona, compie un anno. Dalla sua apertura a oggi il locale ha convinto i suoi avventori con un approccio che vede nella sostenibilità l’obiettivo da perseguire, tanto nella proposta enogastronomica quanto nell’ispirazione per il progetto di interni.

La storia ha inizio con una fabbrica di conserve, frutta candita e biscotti risalente all’Ottocento e in stato di abbandono al momento del suo acquisto. La vegetazione era ovunque: aveva ricoperto tutto l’edificio e si era insinuata negli ingranaggi più reconditi dei suoi macchinari. Da questa immagine potente e suggestiva le progettiste Margarida Matias (Ark Studio) e Marta Fonseca traggono ispirazione per riportare in vita l’edificio e per ripensarlo a partire dal verde. Del resto il nome dei ristorante, “Prado”, significa non a caso “prato”. E così, in un’atmosfera accogliente che lascia verbo alla storia della fabbrica

“Ristorante Prado”, Lisbona. Progetto: Margarida Matias (Ark Studio) e Marta Fonseca. © Rodrigo Cardoso

originaria (i macchinari per la produzione dei dolci sono stati restaurati e oggi raccontano la memoria del luogo), il progetto di interni adotta un linguaggio contemporaneo e minimalista, nel quale la vegetazione sembra appropriarsi dello spazio, questa volta in maniera più garbata e controllata. Ogni scelta richiama la natura: dalle componenti cromatiche selezionate – diverse tonalità di verde e di grigio, i colori delle terra – ai mobili realizzati con materiali naturali quali pietra e legno.La vocazione di “Prado” alla sostenibilità si presenta anche a tavola, e quindi in cucina, dove António Galapito, il giovanissimo chef e proprietario under 30, lavora solo con materie prime di qualità, stagionali e locali.


Dal pesce alla carne fino alle verdure, tutto proviene da produttori portoghesi che Galapito ha intercettato prima di aprire “Prado” e con i quali ha stabilito un rapporto di fiducia


È con queste premesse che il giovane chef, al quale non mancano esperienze all’estero presso ristoranti stellati come “Viajante” e “The Corner Room” di Nuno Mendes a Londra (ma anche “Lyle’s” e “Taberna do Mercado” sempre nella capitale del Regno Unito), è riuscito a dare concretezza alla sua idea basata sul concetto “dalla fattoria alla tavola”, senza intermediari quindi, senza passare dalla grande distribuzione e dalle logiche di mercato che spesso minano la freschezza e le virtù nutrizionali delle materie prime. Anche la carta dei vini segue criteri di selezione analoghi, prediligendo vini biologici, biodinamici e naturali.

A tavola, insieme all’immancabile Pane di grano “Barbela” (ottimo da accompagnare con il burro di capra fresco), si possono gustare piatti come Cardi, spinaci, coriandolo e pane fritto e Pesce sciabola nero, nasturzi e ravanello per rimanere su una proposta di mare, ma anche Lardo di maiale iberico affumicato su pane tostato e mela Florina oppure Filetto di maiale iberico, mele cotogne e peperoni di cioccolato per chi ama la cucina a base di carne. Fra i dessert, per concludere, ottimo e rinfrescante è il Caprino fresco, granita di finocchio e clementina.

Se a pasto terminato venisse voglia di portare qualcosa a casa, a pochi passi dal ristorante c’è il piccolo e delizioso negozio di alimentari di “Prado”, realizzato ancora una volta da Matias e Fonseca.

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