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A Firenze debutta Mundi, il museo nazionale dell’italiano

L’apertura ufficiale è prevista nel 2023 ma intanto si possono visitare le prime due sale


Taglio del nastro a Firenze, nell’ex monastero della santissima concezione del complesso di santa Maria Novella, delle prime due sale del Mundi, il museo nazionale dell’italiano che sarà ufficialmente tenuto a battesimo nel 2023. Finanziato dal ministero della Cultura con 4,5 milioni di euro – i lavori sono iniziati nel 2021 e probabilmente si necessiterà di un innesto aggiuntivo di risorse – sarà uno spazio espositivo “inclusivo e interattivo” come si legge nel pannello introduttivo. A curarne l’allestimento sui 2mila mq di superficie il comitato scientifico coordinato dal linguista Luca Serianni e composto dai suoi colleghi Giuseppe Antonelli – autore del libro-manifesto “Il museo della lingua italiana” pubblicato nel 2018 – e Lucilla Pizzoli nonché da una serie di rappresentanti dell’Accademia della crusca, dell’Associazione per la storia della lingua italiana, dell’Accademia dei lincei e della Società Dante Alighieri. «Il museo non mostrerà soltanto l’italiano chiuso in sé stesso, ma anche l’italiano nel mondo e il mondo in italiano», sottolinea la storica della lingua Nicoletta Maraschio, presidente onoraria della Crusca.

Dal Codice Riccardiano 1035 del XIV secolo (in prestito dall’omonima biblioteca fiorentina) al Placito di Capua (dall’abbazia di Montecassino) dalla bella copia del vocabolario degli accademici della crusca del 1606-1610 (dall’archivio di questa) al dattiloscritto originale della sceneggiatura del film Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini (dal Gabinetto Vieusseux): queste alcune delle chicche che saranno esposte nelle due sale inaugurali. E ci saranno anche diverse iscrizioni romane provenienti dal Parco archeologico di Pompei e dal Museo nazionale romano.

Nella prima sala, sul soffitto, è stato realizzato un fregio con il sì nelle varie lingue del mondo in omaggio alla celebre frase della Divina commedia «Le genti del bel paese là dove ‘l sì suona». Ed è proprio in omaggio della lingua del Sommo poeta che nasce il museo. E l’italiano, va ricordato è la quarta lingua più studiata al mondo dopo inglese, spagnolo, cinese e la ventunesima più parlata, stando alla classifica elaborata dall’Ethnologue, pubblicazione del Sil international. Nella seconda sala, dove svetta la scala di Giuseppe Martelli del 1826, saranno proiettate frasi d’amore di grandi autori, da Dante a Luzi. Il museo avrà il compito di ricostruire la storia dell’italiano con un’attenzione particolare alla parlata di oggi e a quella di domani, insomma alla “lingua viva”.  Non manca la parte didattico-informativa con una linea del tempo che scandisce l’evoluzione del linguaggio dal latino ai nostri giorni passando anche e soprattutto attraverso i dialetti locali, le tante lingue che compongono l’italiano che saranno protagonisti di alcuni video che accompagnano il visitatore al museo. Alla “fortuna” del nostro idioma nel mondo e l’influenza di altre lingue sull’italiano sono dedicati altri due video accompagnati con documenti sulla parlata popolare e persino su quella cantata. I visitatori inoltre potranno interagire con i testi esposti di rara preziosità come la prima edizione delle Prose della volgar lingua di Pietro Bembo e il Codice trecentesco della “Commedia” copiato da Boccaccio.

In copertina: Mundi – Museo dell’italiano © ministero della Cultura

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