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Gli Aviva Studios di Manchester debuttano con Yayoi Kusama

Il complesso culturale, firmato da Office for Metropolitan Architecture (Oma), verrà completato entro ottobre


A Manchester, nel quartiere di St. John a pochi passi dal fiume Irwell, un incontro immersivo con l’opera della nota artista giapponese Yayoi Kusama. You, Me and the Balloons il titolo dell’installazione a grande scala dove estesi corpi gonfiabili avvolti da pois sono protagonisti, fluttuando negli interni infiniti di Aviva Studios. Assistiamo in realtà a una preview del tanto atteso complesso culturale, firmato da Office for Metropolitan Architecture (Oma) e attualmente in corso d’opera, che verrà completato entro il prossimo ottobre. Un polo per creatività e innovazione, sede di Factory International, punto di richiamo globale per visitatori locali e da oltre frontiera, che secondo gli organizzatori avrà un considerabile impatto economico, che creerà 1.500 nuove opportunità di lavoro e porterà 1.1 miliardi di sterline aggiuntivi all’economia della città nel prossimo decennio. Un intervento guidato da Manchester City Council con il sostegno di Hm Government e Arts Council England.

Anteprima dedicata all’inaugurazione della nona edizione del Manchester International Festival (Mif), un appuntamento biennale sotto la guida e programmazione di Factory International, con focus specifico su lavori nuovi e originali, segnato nel passato dalla presenza di grandi nomi del mondo dell’arte, dello spettacolo e delle rappresentazioni che per l’allestimento del 2023 coinvolgerà e intratterrà il pubblico dal 29 giugno al 16 luglio.

Centro abitato con un ricco passato industriale legato al tessile, Manchester fu colpita da un profondo declino post-industriale nella seconda metà del ‘900 ma poi, negli ultimi decenni, beneficiata da una grande trasformazione economica e sociale. Anni distinti da un aumento demografico, da molteplici interventi di rigenerazione urbana insieme a opere di rinnovo e ristrutturazione di luoghi per la cultura e musei. Nato da un concorso internazionale del 2015, vinto da Oma per il progetto di “The Factory”, Aviva Studios è il primo edificio per il pubblico del noto studio d’architettura olandese nel Regno Unito. «Questo sarà un nuovo tipo di spazio per la rappresentazione – spiega Ellen van Loon, partner di Oma e Lead Architect – un unico crossover tra un teatro stabile e un magazzino flessibile. All’interno del grande ambiente, pareti mobili a grande scala permetteranno configurazioni infinite e consentiranno agli spettatori viste inaspettate verso gli attori. Spero che ogni volta in cui le persone torneranno a visitare gli interni, potranno provare sempre emozioni diverse, come se in ogni visita incontrassero un edificio differente». E la grandiosità di Aviva Studios, così ultimamente rinominata riferendosi allo sponsor, emerge nel percorso espositivo di You, Me and the Balloons. In rassegna “inflatables” che arrivano a lunghezze di oltre 10 metri, fluttuanti o sospesi dai soffitti della Warehouse, ambito principale dell’edificio per le rappresentazioni, concepito come un esteso spazio industriale privo di finiture e adattabile alle esigenze dei differenti fruitori. Un ambiente con una capienza che può accogliere fino a 5mila spettatori in piedi, con soffitti che arrivano a un’altezza netta di 21 metri dove ora predominano i colori accesi degli elementi gonfiabili, contrassegnati da una miriade di pois in scala e colori diversi. Si tratta dei “polka dots” che rimarcano le opere di Yayoi Kusama qui raccolte per la prima volta in un incontro per le arti visuali, dove convivono molti dei suoi iconici “inflatables” realizzati negli ultimi trent’anni della sua carriera e per la prima volta riavvicinati in una grande esposizione nel Regno Unito.


Importante il ruolo di Aviva Studios per il settore creativo nel Paese, che non vedeva un simile grande progetto dalla realizzazione della Tate Modern nel 2000.


Museo che nel 2012 ospitò l’acclamata retrospettiva dedicata all’artista giapponese. Dots Obsession (1996/2023) il nome di una delle prime serie di palloni sospesi di Kusama, paragonabile a una costellazione di unità a mezz’aria, che popola l’esteso spazio della Warehouse con una lunghezza di 65,65 metri e larghezza di 30. Nuova la presentazione di Clouds (2023), nuvole chiare gonfiabili a pavimento per la sosta, realizzate appositamente per la mostra e circondate da un universo psichedelico dove predominano i volumi dell’ambiente tutto attorno, a loro volta riflessi nell’infinito specchio a parete.

«Sarebbe interessante se la gente riuscisse a vivere la rassegna come un paese delle meraviglie. L’esperienza della scala è ciò che è importante. Le opere gonfiabili hanno ampliato i miei valori creativi a proposito del senso di scala e questo non sarebbe stato possibile con morbide sculture imbottite e la libertà di posizionarle in alto, nell’aria», dice Kusama.

Forte l’impatto della collezione intitolata: A Bouquet of Love I Saw in the Universe (2021), dove i visitatori possono immergersi in una foresta surreale con tentacoli in rosa acceso che arrivano a una lunghezza di oltre 11 metri dal piano di calpestio. Inquietante il video di Song of a Manhattan Suicide Addict (2007) dove la voce di Kusama racconta la sua triste esperienza di depressione. Figura nota nel mondo dell’arte internazionale, Kusama è classe 1929 e celebrata come personaggio iconico per la storia dell’arte del 20esimo secolo come per la contemporanea. Nel 1990 la nascita dei suoi primi “balloons”, sculture monumentali e leggerissime, capaci di sfidare le leggi della gravità e scolpire lo spazio. Intenso il suo modo di coprire tutte le sue creazioni in “polka dots”, segni che secondo gli organizzatori esprimono la sua convinzione filosofica nell’interconnessione tra gli umani, il mondo naturale e l’universo. Pezzo portante del Manchester International Festival 2023 (Mif23), You, Me and the Balloons sarà ad Aviva Studios dal 30 giugno al 28 agosto 2023.

In copertina: Yayoi Kusama and Dots Obsession, The Watari Museum of Contemporary Art, Tokyo. © YAYOI KUSAMA. Courtesy of Ota Fine Arts, Victoria Miro and David Zwirner.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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