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Verticale e multilivello, la nuova opera di Hong Kong è il recupero dell’ex carcere

Rigenerazione urbana con Herzog e De Meuron nel cuore della città


Si chiama Tai Kwun ed è l’ultima novità di Hong Kong: un maxi-progetto di recupero di un vecchio carcere e di una stazione di polizia, che grazie all’intervento degli svizzeri Herzog & de Meuron – che hanno collaborato con gli architetti inglesi Purcell specializzati nel recupero di architetture storiche – ha riportato all’antico splendore 16 edifici storici costruiti attorno a un cortile della prigione realizzata tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900. È un nuovo centro d’arte che ricorda il lavoro fatto alla Tate Modern di Londra, e che aggiunge due nuovi volumi rivestiti di alluminio riciclato, con texture e forometrie originali, studiate per schermare gli edifici dal sole accecante che per proteggerlo dalle piogge. Uno ospita un auditorium per 200 persone, l’altro una galleria d’arte contemporanea. Dopo un cantiere durato dodici anni, con un investimento di 485 milioni di dollari, sono stati inaugurati a settembre 2018 i primi 11 edifici dei 16.


Operazione di rigenerazione urbana (ingresso da Hollywood Road) pensata per i cittadini di Hong Kong e che conta sull’alleanza tra pubblico e privato, considerando che è stata coinvolta anche una grossa fondazione di charity (The Hong Kong Jockey Club Charities Trust).


Spazi pubblici e passerelle connettono i diversi volumi di un’architettura che era il quartier generale della polizia, la corte dei magistrati centrali e la prigione principale della Colonia.


Tai Kwun è un luogo per l’arte e per performance creative, ospita anche alcuni negozi e può essere scelto come tappa per il pranzo, con i tradizionali dim sum, o per un tè.

Quest’architettura che recupera l’esistente, fa eccezione in una città nota soprattutto per le sue verticali, molte firmate dallo studio locale Rocco Yim e dal suo studio Rocco Design Architects. Tra le novità spicca anche il nuovo The Murray un hotel riqualificato, rigenerando quella che era una sede di uffici del governo dallo studio Foster+Partners, che nel 1998 a Hong Kong aveva realizzato anche il nuovo aeroporto internazionale (Lantau Island, Outlying Islands) e intorno al 2012-13 ha realizzato il Cruise Terminal (33 Shing Fung Road, Kai Tak). Il The Murray, raggiungibile dalla fermata metro Central, è a pochi passi dalla fermata del The Peak Tram meta apprezzata da parte dei turisti per poter godere di una vista mozzafiato sulla città.


Imperdibile lo spettacolo di luci che ogni sera alle 20.00 si può apprezzare da Kowloon (Victoria Harbour) guardando l’isola.


Hong Kong è la sua baia e le sue torri ma è soprattutto una città multilivello: il passaggio dalle metropolitane agli edifici è senza soluzione di continuità e i piani terra non ospitano funzioni che altri piani non potrebbero avere.


C’è addirittura una normativa che concede un premio di cubatura a chi realizza delle connessioni tra un edificio e l’altro. Si entra in un edificio, si attraversa un mall e ci si trova direttamente sul binario di una metropolitana. Alla stazione successiva, un nuovo centro commerciale integrato con uffici e ristoranti, passerelle in quota e percorsi che evitano il più possibile la commistione tra pedoni e mobilità su gomma.


Non passa inosservato per chi cammina nella città l’uso delle impalcature di bambù nei cantieri: i grattacieli svettanti catturano l’attenzione dei visitatori quando sono ricoperti da questa trama apparentemente precaria e di fatto resistentissima. Niente chiodi, né viti: le canne sono unite tra loro con migliaia di striscioline di plastica e sono gli operati ad arrampicarsi, in un’impresa di vera ‘edilizia acrobatica’, continuando una tradizione che risale a secoli fa e che tuttora fa preferire il bambù all’acciaio per l’ottima elasticità e la resistenza al vento.

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