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Se lo scarabocchio diventa arte

La mostra d’arte fa tappa a Roma fino al 22 maggio e poi a Parigi dal prossimo autunno


L’arte degli scarabocchi. Per rendere omaggio e valorizzare i bozzetti e le primissime copie, con tanto di annotazioni, cancellature e correzioni, degli artisti di tutto il mondo dal Rinascimento all’epoca contemporanea. È una mostra-evento inedita quella che andrà in scena a partire dal 2 marzo e fino al 22 maggio all’Accademia di Francia-Villa Medici a Roma per poi replicare ai Beaux-Arts di Parigi dal 19 ottobre al 15 gennaio del prossimo anno. “Gribouillage / Scarabocchio. Da Leonardo da Vinci a Cy Twombly” – questo il nome dell’iniziativa – è stata ideata dalle due curatrici Francesca Alberti (Villa Medici) e Diane Bodart (Columbia University), con la collaborazione di Philippe-Alain Michaud nel ruolo di curatore associato. Il tutto con il sostegno del Centre Pompidou di Parigi e dell’Istituto Centrale per la Grafica a Roma, partner del progetto.

Circa 300 le opere originali delle due mostre – l’esposizione romana ne conta circa 150 – che puntano ad accendere i riflettori su uno degli aspetti meno noti della pratica del disegno. «Affrontando le molteplici sfaccettature dello scarabocchiare in ambito artistico, dagli schizzi imbrattati sul retro dei dipinti agli scarabocchi che diventano vera e propria opera, l’esposizione mostra come queste pratiche grafiche sperimentali, trasgressive, regressive e liberatorie, che sembrano non obbedire a nessuna regola, hanno da sempre scandito la storia della creazione artistica», si legge nella presentazione della mostra-evento.


Da Leonardo da Vinci a Michelangelo, da Pontormo a Tiziano e Bernini fino ad arrivare a Picasso, Dubuffet, Henri Michaux, Helen Levitt, Cy Twombly, Basquiat, Luigi Pericle: in mostra opere e documenti ufficiali e non, in cui è lo “scarabocchio” come pratica artistica il protagonista assoluto.


Una raccolta straordinaria resa possibile grazie ai prestiti concessi da prestigiose istituzioni, tra cui l’Archivio Nazionale di Stato di Roma, la Galleria degli Uffizi e Casa Buonarroti di Firenze, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, la Biblioteca Reale di Torino, l’Opera Primaziale Pisana di Pisa. E per la parte internazionale spiccano il  Musée du Louvre, la Bibliothèque Sainte-Geneviève e il Musée du Petit Palais di Parigi, lo Staatliche Museen di Berlino, il Museu Nacional Soares dos Reis di Porto.

Sei le sezioni in cui è articolata la mostra di Roma.

L’ombra della bottega è dedicata ai disegni e “divertimenti” grafici che si annidano sul retro delle tavole e dei dipinti dei più celebri maestri del Rinascimento, ai margini e sul verso dei loro fogli nonché sotto gli affreschi. Il gioco del disegno mostra le creazioni degli artisti in chiave di sperimentazione e allo sviluppo del cosiddetto “stile scarabocchiato”. Componimenti inculti – per usare l’ossimoro di Leonardo da Vinci – vede protagonisti schizzi rapidi, grossolani e rudimentali utilizzati per far emergere le figure e analizzarne movimenti e attitudini: alla stregua delle bozze degli scrittori, i fogli da disegno dei maestri dal Rinascimento si arricchiscono di peregrinazioni e cancellature a volte diventando illeggibili.

L’infanzia dell’arte è dedicata alla stagione di pitture del disegno infantile a partire dal Ritratto di fanciullo con disegno di Giovanni Francesco Caroto: in questi dipinti, scarabocchi apparentemente insignificanti diventano spunti sull’impulso creativo. Fantocci è la sezione che esplora le opere di quell’avanguardia artistica europea che a partire dall’inizio del XX secolo incarna nel disegno infantile e quindi nella spontaneità la rigenerazione dell’arte: qui i protagonisti sono la figura umana a bastoncino, alias il “fantoccio”, nonché le opere ispirate dai disegni dei bambini. Il richiamo del muro, ultima sezione, prende in esame le opere su pareti, antesignane dei murales.

Fra le opere in esclusiva alla mostra di Roma il palinsesto di disegni tracciati sul retro del Trittico della Madonna di Giovanni Bellini, conservato alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, i disegni di Benozzo Gozzoli, Fra Bartolomeo, Michelangelo, Pontormo, Tiziano, Taddeo Zuccari, ed anche opere dei Carracci, di Simone Cantarini, Algardi, Bernini provenienti dalle più importanti collezioni italiane, la testa grottesca di Leonardo da Vinci, data in prestito dai Beaux-Arts di Parigi e il taccuino di Delacroix conservato all’Istituto nazionale di storia dell’arte di Parigi (Inha).

La mostra a Villa Medici sarà inoltre accompagnata da una serie di conferenze e da proiezioni di film d’artista provenienti dalle collezioni del Musée national d’art moderne – Centre Pompidou di Parigi. Protagonisti ricercatori, storici dell’arte, filosofi, antropologi che condivideranno le loro conoscenze sulla pratica dello scarabocchio. Inoltre, durante tutta la durata della mostra verranno proposti atelier e visite tematiche per le famiglie e per i gruppi scolastici.

In copertina: Asger Jorn, L’Avant-garde se rend pas, série des «Modifications», 1962, Paris, Centre Pompidou

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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