Search for content, post, videos

L’Italia sul primo gradino del podio per l’economia circolare

I dati del rapporto ENEA e CEN e il confronto con l’Europa. Ronchi: «servirebbe un’Agenzia»


Come aiutare concretamente la circolarità dell’economia in Italia? Quali gli ostacoli allo sviluppo di questo nuovo modello? Queste i due temi su cui sono intervenuti i relatori del convegno organizzato a Roma da ENEA e Circular Economy Network (CEN), con la partecipazione della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Un’iniziativa organizzata anche per presentare il primo rapporto sull’economia circolare in Italia, un documento ricco di dati e informazioni sullo stato dell’arte della transizione verso una modalità di sviluppo sostenibile. A rendere ancor più rilevante l’incontro, la presenza di diversi attori istituzionali in grado di intervenire sulla legislazione in materia specifica.

L’apertura dei lavori della “Conferenza nazionale sull’economia circolare”

Il report evidenzia, attraverso un confronto con le 5 più importanti economie europee, come la performance dei processi di economia circolare in Italia sia la migliore, superiore quindi a Regno Unito, Francia, Germania e Spagna. Un posizionamento in linea con quanto evidenziato dai dati inerenti al 2017. A preoccupare però sono alcuni segnali di rallentamento di cui non si può non tener conto. «In Europa siamo al primo posto sotto il profilo della circolarità della filiera – ha spiegato il vicepresidente del CEN, Luca dal Fabbro – ma in questi anni siamo cresciuti pochissimo rispetto ad altre realtà come la Francia che nello stesso periodo ha aumentato il tasso di circolarità di 8 punti. Non possiamo permetterci di rallentare se vogliamo che le nostre aziende recitino un ruolo da protagoniste sul mercato. Se è vero che ad oggi ci sono tante realtà che fanno parte del sistema di riutilizzo delle materie, spesso di piccole dimensioni, fra pochi anni ci saranno la Google o la Uber dell’economia circolare. In questo senso è molto importante fare rete con i nostri partner continentali, motivazione che ci ha spinto a fondare un’associazione europea».


Elemento centrale sono state le 10 proposte concrete contenute nel rapporto e prodotte dopo una riflessione con gli stakeholder ed enti di ricerca


«È necessario diffondere la conoscenza delle buone pratiche di economia circolare – ha raccontato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed ex Ministro dell’Ambiente – perché siamo all’inizio di un processo di cambiamento che deve essere supportato. Visti i livelli vertiginosi di consumo delle risorse del pianeta, circa 94 miliardi di tonnellate ogni anni, non basta più usarle in maniera efficiente. Anche per questo è necessario che lo Stato si faccia carico di produrre una strategia nazionale con un vero e proprio piano d’azione. Vanno inoltre rivisti e riallocati gli incentivi che oggi premiano ancora il modello lineare del consumismo. Infine, si devono assicurare le infrastrutture necessarie affinché l’economia possa davvero diventare circolare. Si tratta di un processo che cambierà il volto del settore produttivo – ha evidenziato Ronchi – e vista anche la mole di temi da affrontare, servirebbe una vera e propria Agenzia che sfrutti le competenze esistenti per coordinare e supportare, quando necessario, il nuovo sviluppo economico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi