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Prima di viaggiare, occhio alle usanze altrui. Ma c’è una guida on line

Gesti banali possono essere scortesi all’estero: Remitly ha creato una mappa di ciò che si può fare, e non, in 165 Paesi


Paese che vai usanza che trovi. Che è bene conoscere per capire cosa si può o non si può fare nel pieno rispetto delle comunità locali, ma anche per addentrarsi al meglio nel modo di vivere di ciascun Paese. Peraltro ciò che può essere visto come abituale potrebbe essere considerato offensivo. E in alcune culture, infrangere o abusare di alcune pratiche può persino significare toccare un tabù. Soprattutto se si considera che ogni Paese ha i propri requisiti sociali anche in materia di galateo.

È con questo spirito che nasce il primo galateo mondiale del viaggiatore, una mappa in cui sono indicate le “regole” basilari ma anche quelle che meno ci si aspetta. La “Etiquette map of the world” di Remitly, servizio di rimesse on line americano, mostra attraverso infografiche le varie usanze con approfondimenti su 165 Paesi di tutti i continenti.


Il galateo varia notevolmente in tutto il mondo, ma sono stati individuati alcuni comportamenti che ricorrono spesso ma il cui significato varia molto da Paese a Paese, da cultura a cultura.


La gestualità delle mani ad esempio: alcuni gesti cambiano parecchio di significato su ciò che si vuole comunicare a seconda di dove ci si trovi. In Indonesia si usa il pollice e non l’indice per indicare qualcosa, nella Repubblica del Congo puntare qualcosa, o peggio ancora qualcuno, con un dito è considerato offensivo.

Anche il concetto di puntualità e ritardo viene interpretato in modo peculiare in base alla latitudine: se per gli svedesi nessuna deroga alla puntualità, per i canadesi arrivare in ritardo è quasi la regola.

Per non parlare delle usanze sul cibo e dei comportamenti a tavola: se in Italia è rigorosamente “vietato” mettere il parmigiano sulla pizza, in Messico i tacos si mangiano con le mani, in Norvegia nessun cibo può essere gustato senza posate, nel Mali si cena intorno a una ciotola comune, in Francia niente martini o scotch prima di cena, in Russia vodka rigorosamente liscia. In Ucraina chi invita paga e in Islanda ruttare in pubblico è considerata un’usanza più che accettabile. In Australia l’espressione “sono pieno” dopo un pasto corrisponde a “sono incinta”. Curiose alcune “superstizioni”: in Cina porta sfortuna girare un pesce nel piatto e in Algeria non si regalano violette perché sono sinonimo di tristezza. Le principali pratiche di galateo di molti Paesi africani ruotano attorno al cibo e alla tavola. In Egitto è considerato scortese chiedere il sale, perché potrebbe offendere lo chef suggerendo che il cibo è poco condito. In Mozambico, quando ci si reca in visita a casa di qualcuno, bisogna sempre fermarsi a prendere tè e spuntini, perché rifiutare potrebbe essere considerato scortese dal padrone di casa e far capire che si ha voglia di scappare in fretta. In Sierra Leone si dovrebbe sempre lasciare una piccola quantità di cibo nel piatto per indicare che si è sazi, perché lasciarlo vuoto indica che non si è pienamente soddisfatti.

Anche in Asia molte pratiche di galateo riguardano cibo e la tavola. In Afghanistan è usanza comune baciare il pane dopo che ha toccato il pavimento, in segno di sacra riverenza. In Qatar e Medio Oriente è consuetudine scuotere il caffè due o tre volte dopo averlo finito. In Giappone biascicare è una pratica piuttosto comune, considerata come un complimento allo chef e un segno di ringraziamento per il pasto. Nei paesi asiatici ci sono regole specifiche riguardo ai regali: in Cambogia e Sri Lanka la carta da regalo bianca significa lutto e in Paesi come l’Iraq, il Myanmar, il Nepal, il Pakistan o gli Emirati arabi uniti il regalo si consegna con la mano destra poiché in molti Paesi musulmani la mano sinistra è usata per l’igiene personale e talvolta è considerata impura.

In Nord e Centro America, se in alcuni Paesi il ritardo è considerato maleducazione, in altri fa parte dello stile di vita quotidiano, come in Costa Rica ed El Salvador. In Belize è l’abbigliamento casual la scelta migliore sul posto di lavoro quando si incontrano colleghi o collaboratori. In Panama e Nicaragua vietato indicare qualcuno in pubblico, mentre in Nicaragua bisogna inarcare le labbra in direzione di qualcuno quando ci si riferisce a lui.

Scendendo in Sud America anche in Ecuador si arricciano le labbra per riferirsi a qualcuno. In molti Paesi, un semplice pollice alzato può essere interpretato come un semplice e amichevole “sì” o “ok”, ma in Argentina è il contrario. Usare il segno del pollice alzato o il simbolo dell’ok è considerato volgare più che utile. In Venezuela si pensa che il modo perfetto per segnalare agli ospiti di lasciare una festa o un incontro sia che il padrone di casa metta una scopa dietro la porta d’ingresso.

In Oceania il concetto del tempo cambia da regione a regione: in Papua Nuova Guinea e a Tonga molti residenti vivono secondo il concetto di “tempo dell’isola”, in cui la vita è più rilassata e meno rigida, a differenza della cultura cittadina nella quale gli orari sono più rigidi. E riguardo alla gestualità per i samoani la testa è la parte più sacra del corpo e non dovrebbe mai essere toccata.

Anche nei Paesi europei, nostri vicini di casa, alcune regole possono spiazzare: i portoghesi non amano chi chiede di aggiungere sale al proprio pasto, nei Paesi dell’Europa orientale, come Lettonia, Lituania e Slovacchia, è tabù regalare un numero dispari di fiori. In Bulgaria è considerato un passo falso comprare a qualcuno fiori gialli, perché spesso è interpretato come segno di odio. Nei Paesi Bassi regalare un oggetto appuntito o tagliente è sinonimo di mala sorte.

In copertina: Etiquette Map of the World ©Remitly

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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