Search for content, post, videos

Architettura contemporanea protagonista delle trasformazioni nel territorio toscano

Giovani e attenti all’ambiente: i progettisti vincitori della seconda edizione del Premio Architettura toscana


Interventi essenziali per recuperare luoghi ed edifici pubblici e privati con grande economia di mezzi. Queste le caratteristiche dei sei progetti che si sono aggiudicati i premi della seconda edizione del Premio Architettura Toscana (Pat) organizzato dal Consiglio regionale della Toscana, Ordine degli architetti PPC di Firenze, Federazione degli architetti della Toscana, Ordine degli architetti PPC di Pisa, Fondazione Architetti Firenze e Ance Toscana, con il patrocinio del Consiglio nazionale degli architetti.

Singoli architetti e gruppi di professionisti o imprese hanno concorso per le cinque categorie previste: opera prima, opera di nuova costruzione, opera di restauro o recupero, opera di allestimenti o interni, opera su spazi pubblici, paesaggio o rigenerazione.


Fino al 21 giugno, presso la Palazzina Reale a Firenze, in mostra i progetti vincitori e le opere menzionate e selezionate


Nella categoria opera su spazi pubblici, paesaggio o rigenerazione è stato premiato il progetto di Ecòl, Shelter #1 a Prato per la sua capacità di offrire uno spazio d’incontro informale inedito e necessario in un contesto territoriale e sociale in profonda trasformazione. Si tratta di una struttura itinerante, montata per la prima volta nel quartiere del Macrolotto 0 di Prato, all’interno di un ex piazzale industriale abbandonato, attorno alla quale è stato creato un giardino attraverso i cosiddetti cantieri collaborativi, anche riutilizzando i materiali trovati sul luogo. è parte di un progetto pilota sulla sicurezza urbana sviluppato dal Comune di Prato e finanziati dalla Regione Toscana e ha permesso l’animazione di un quartiere senza spazio pubblico (dove risiede una delle più grandi comunità cinesi d’Europa). Shelter#1 è stato smontato in dicembre e sarà rimontato con una nuova forma in un quartiere periferico della città.

Shelter#1 – Prato. Project Ecòl

Restauro e recupero diventano ricostruzione e integrazione di funzioni contemporanee nel progetto di Fabio Daole e Mario Pasqualetti per gli Arsenali della Repubblica su Pisa, in forte degrado. Il ripristino dell’agibilità dei locali, completamente invaso dalla vegetazione con un rinterro di circa due metri oltre la quota medievale, ha portato alla scoperta di resti archeologici e alla ricostruzione filologica del bene pur negli interventi strutturali di rilevanza sismica e per l’inserimento di impianti tecnologici necessari per aprirlo al pubblico con attività museali, di spettacolo pubblico e auditorium con una capienza massima di 600 persone.

Arsenali della Repubblica – Pisa. Project: Fabio Daole, Mario Pasqualetti

A Cinigiano, in provincia di Grosseto, l’opera di nuova costruzione di Edoardo Milesi & Archos. La Foresteria del Pellegrino di Siloe per il Monastero dell’Incarnazione è stata premiata per il «perfetto inserimento nel paesaggio» e «un’attenzione alla topografia esistente» che «dimostra una coerenza costruttiva e una misura ammirevole». Cinque le unità abitative destinate all’ospitalità degli ospiti occasionali della comunità, progettate secondo i criteri della bioarchitettura, rispettando i requisiti richiesti dalla normativa sulle barriere architettoniche e senza alcuna modifica alla natura circostante. La foresteria invecchia e si modifica nel tempo grazie alla scelta di lasciare il legno a vista (larice) per tamponamenti esterni, pavimentazione e serramenti esposto all’ossidazione naturale e quindi a un’alterazione di colori e profumi.

Foresteria del Pellegrino di Siloe – Cinigiano (Gr). Project: Edoardo Milesi & Archos

L’illuminazione è lo strumento narrativo. La facciata della chiesta e la piazza antistante i due conversanti. Il premio per l’opera di allestimento o di interni è andato a Microscape per l’illuminazione della Basilica di Santa Croce a Firenze messa a punto durante il Festival F-Light 2016. Pur con un risparmio sui consumi energetici del 68%, l’installazione luminosa dinamica eseguita in loop – programmabile in determinate fasce orarie e manifestazioni – e quella statica gioca con intensità e temperatura colore della luce bianca per dinamizzare la superficie della facciata.

Illuminazione della Basilica di Santa Croce – Firenze. Project: Microscape

Per la categoria opera prima, la commissione ha individuato un ex aequo per due progetti di recupero. Il primo è quello di Ciclostile Architettura che a San Giovanni d’Asso (Si) è intervenuto sul manufatto esistente del Podere Navigliano, ristrutturando il podere di 600 metri quadri, su tre livelli, attraverso un nuovo assetto degli ambienti interni e il controllo nella scelta dei materiali e delle finiture nel rispetto della tradizione.

Podere Navigliano – San Giovanni d’Asso (Si). Project: Ciclostile Architettura

Il secondo è nel comune di Serravalle Pistoiese (Pt) e riguarda il recupero di un abuso edilizio su progetto Hipnos/Nicola Brembilla. In accordo con l’ufficio tecnico comunale, la casetta nell’oliveto è stata rivestita in legno per inserirla nel contesto agreste, il perimetro murario è stato rivestito con balle di paglia raccolte nei campi circostanti e sopra di esse sono state avvitate su telai d’abete delle assi da ponte di riciclo, passate a fiamma per aumentarne la resistenza nel tempo, recuperando anche un’antica tecnica contadina.

Casetta nell’oliveto – Serravalle Pistoiese (Pt). Project: Hipnos/Nicola Brembilla

Note a margine

Il concorso regionale era rivolto alle opere realizzate in Toscana nei cinque anni precedenti alla pubblicazione del bando, tra il 2013 e il 2018: la candidatura poteva essere presentata sia dal progettista che dalla committenza, ma anche dall’impresa esecutrice dei lavori. Per il vincitore della categoria “opera prima” previsto anche un premio aggiuntivo in denaro pari a 5.000 euro.
A valutare le opere è stata una giuria nominata dal Comitato Organizzatore, composta dall’architetto Massimo Alvisi, dal professore e sociologo Giandomenico Amendola, dall’architetto Fabrizio Barozzi, dal professore e architetto Luca Molinari e dalla professoressa e architetto Francesca Torzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi