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Crowdfunding per portare a Milano il format del Queen Makeda Grand Pub

Quote da 200 euro a 25mila euro per diventare soci


Quaranta birre artigianali alla spina, una cucina internazionale che va dal Pad Thai tailandese ai burgers del nord Europa fino agli yakitori giapponesi, e un design curato nei minimi dettagli realizzato grazie alla collaborazione di Laurenzi Consulting. Ecco gli elementi che contraddistinguono il Queen Makeda Grand Pub di Roma, un pub 2.0 lanciato da Artigianale srl alla fine del 2014.

Il locale ha riscosso da subito un gran successo, e ora corre per fare il bis a Milano lanciando una campagna di crowdfunding. Obiettivo? Raccogliere da un minimo di 200mila fino a 400mila euro per aprire il secondo Grand Pub entro il 2019. Non si tratta di una semplice raccolta fondi tradizionale, in cui il donatore riceve in cambio solo gadget o prodotti provenienti dall’impresa che si sta finanziando, ma di un Equity Crowdfunding, in altre parole un vero e proprio investimento in una società: in cambio delle donazioni si ottengono quote di partecipazione di Artigianale Srl, con diritti di tipo patrimoniale e amministrativo. Si parte da una quota minima di 200 euro fino a cifre dell’ordine di 25mila euro.

“Fino al 2017 la formula dell’Equity Crowdfunding era accessibile solo per le PMI innovative con il 30% di agevolazione fiscale – ha spiegato Carlo Allevi, co-fondatore di We Are Starting, il portale di crowdfunding a cui Artigianale Srl si è rivolta per la campagna – ma dal 3 gennaio 2018 la formula è diventata possibile anche per le PMI tradizionali senza alcun tipo di agevolazione. Per questo la raccolta fondi per il Queen Makeda è una novità assoluta”. Un metodo quindi che consente sì di raccogliere denaro ma anche di attirare nuovi clienti e fidelizzare quelli vecchi. Del resto, chi non proporrebbe di andare a bere al locale di cui si è appena diventati soci?

A pochi passi dal Circo Massimo, il Queen Makeda è uno spazio unico nel suo genere, nato dopo un anno di progettazione attenta, che ha dato vita a un concept innovativo, competitivo anche a scala nazionale. Il locale si sviluppa in 400 mq articolati su due piani, tra sale e bamboo garden. Tra le chicche? Un nastro Kaiten di 20 metri, tipico dei ristoranti giapponesi su cui tradizionalmente scorre il sushi, e utilizzato qui invece per aperitivo e dolci, e i quattro tavoli self tap, dove è possibile sedersi e servirsi da soli le birre dalla spina posizionata al centro del tavolo.

Abbiamo cercato di reinterpretare il concetto di pub realizzando un luogo accogliente, aperto a tutti e non solo ai nerd della birra. Volevamo proporre un’offerta food varia e di qualità, che non fosse solo un accessorio, ma uno dei motivi per venire qui.

Pasquale De Lucia, Ceo di Artigianale Srl

Un sogno che De Lucia e i suoi collaboratori sono stati in grado di trasformare in realtà, soprattutto se si guarda al fatturato, che nel 2017 ha superato il milione di euro. “In tre anni di attività – continua il Ceo – abbiamo avuto circa 250mila coperti, spillato 300mila birre, e organizzato oltre 150 eventi”.

Un successo tutt’altro che scontato vista anche la posizione in cui si trova il pub, via di San Saba, una traversa di viale Aventino. “Questa non è una zona di passaggio – ha confermato Dario Laurenzi, a capo del team di Laurenzi Consulting -, è un’area dove è molto facile vedere locali aprire, lavorare due tre anni e poi chiudere. Con il Queen Makeda siamo riusciti ad intercettare una clientela trasversale, e il successo del locale lo dimostra”.

Perché si punta a Milano per la prossima apertura? “Roma è riconosciuta come la capitale della birra artigianale a livello nazionale, ed esistono già molti locali di qualità qui – ha continuato De Lucia – mentre Milano, sempre prima per tanti altri temi, si inizia ad affacciare ora a questo mondo e per questo pensiamo che adesso siamo il momento giusto per fare il salto”.

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