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Palazzo Singer, un buen retiro a 5 stelle nel cuore di Roma

Da sede dell’azienda nota per la produzione di macchine a cucire a boutique hotel


Costruito nel 1930 come sede della Compagnia Italiana Singer, l’azienda americana di macchine da cucire. Protagonista nel 1932 della rivista di architettura Domus per la sua scala progettata dall’architetto Mario Loreti. Oggi è il Singer Palace Hotel, «una casa e non un albergo», curato in ogni dettaglio dalla famiglia Visocchi, un buen retiro romano a due passi da via del Corso. Una grande maison privata dove lusso e servizio sono valori fondamentali, un gioiello dell’Art Decò incastonato nel cuore di Roma: un 5 stelle che spicca tra le nuove aperture del cuore della capitale.

Il boutique hotel accoglie una trentina di camere da letto, facilmente accorpabili e flessibilmente adattabili. Arredate con tessuti in cotone, velluto e lino di alta qualità e manifattura italiana, e con pavimenti in legno. L’eleganza del tocco moderno in un palazzo storico.

Al quinto piano, sui tetti di Roma, si apre il ristorante che prepara piatti unici per la colazione, il pranzo e la cena. Qui in regia c’è Alessandro, un trentacinquenne cresciuto in casa Visocchi (all’inizio a Fiuggi e poi a Roma), nato in Ciociaria e con una grande passione per la cucina. Alessandro è lo chef del Singer Palace Hotel, ma gestisce anche la cucina di Tenuta Giustiniana, una location per eventi immersa nel verde del Parco di Veio.

All’interno dell’hotel, sempre al piano più alto, con vista unica, c’è il rooftop Jim’s Bar che propone cocktail degli anni ’20, ma anche un’originale rivisitazione dei grandi classici.

Hospitality e lifestyle, valorizzando la storia e la cultura del luogo. Sono passati 90 anni, è cambiata la destinazione d’uso ma quella scala che ha contraddistinto Palazzo Singer rimane nel tempo un’icona, il benvenuto degli ospiti a Roma, e all’hotel gestito dalla famiglia Visocchi. Con i suoi «gradini e pianerottoli a sbalzo in pietra brecciata e il rivestimento delle pareti in Cipollino d’Arni, tra le fasce – si leggeva nel numero 39 di Domus, del novembre del ’32 – è inserito un listello di cromalluminio che riporta l’andamento della balaustra. Le pareti sono verniciate alla cellulosa azzurro-verde; la ringhiera è in cromalluminio con elementi in galalite color avorio e corrimano in noce». Colori, materiali e dettagli che hanno ispirato le scelte del restyling, e che hanno spronato nella ricerca di soluzioni capaci di valorizzare l’esistente e scommettere sul futuro.

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