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Restituito a Roma il palazzo col balconcino verde. Citofonare Bonaparte

Con il progetto Valore Cultura, Generali ha realizzato un nuovo polo culturale al centro di Roma, di fronte Piazza Venezia


Porte aperte a Palazzo Bonaparte. La storica dimora della madre di Napoleone ha aperto i battenti mostrandosi al pubblico in una giornata ad accesso gratuito. Dal primo pomeriggio alla mezzanotte del 9 luglio oltre duemila persone hanno varcato la soglia per visitare gli ambienti rinnovati e restaurati meticolosamente dalla divisione Real Estate di Generali, attuale proprietaria.
Grazie alla partnership con Arthemisia – azienda di produzione, organizzazione e allestimento di mostre d’arte – Palazzo Bonaparte è candidato a diventare un nuovo polo culturale per Roma con esposizioni temporanee a partire dagli “Impressionisti segreti” il prossimo ottobre.

L’evento ha richiamato il grande pubblico che ha sfidato il caldo di una giornata umida pur di entrare e vedere il risultato del restauro dell’edificio rimasto chiuso per troppo tempo. L’inaugurazione ha preso il via con una colazione con gli influencer di Instagram che dai loro profili hanno spoilerato le prime immagini in presa diretta delle sale del palazzo utilizzando, tra gli altri, gli hashtag #palazzoinmostra e #generalivalorecultura. E anche i trending topics di twitter ringraziano.

A seguire l’istituzionale taglio del nastro alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, e dei rappresentanti di Generali Italia e Arthemisia. Nel pomeriggio i romani (e non) sono accorsi numerosi e la fila si è allungata oltre Palazzo Grazioli: ingressi scaglionati per le persone in attesa di raggiungere il primo piano e immergersi nell’atmosfera di inizio ‘800 per riappropriarsi di un tesoro poco conosciuto e mai valorizzato.

Mi piace tagliare i nastri soprattutto quando ci si riappropria di un edificio così importante, nel posto giusto a Roma, dove si potrà fare un’operazione di potente valorizzazione di diffusione culturale

Alberto Bonisoli

Circa tremila metri quadrati di mosaici, affreschi e stucchi, tre secoli di vita, un balconcino verde e una posizione invidiabile: affaccio su via del Corso e piazza Venezia, non ancora occupata dall’Altare della Patria quando Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone, lo acquistò nel 1818. Qui la donna visse fino alla sua morte, nel 1836. Poi nel 1972 entrò nel portfolio immobiliare di Generali.
L’imponente processo di restauro interno ed esterno condotto da Generali Real Estate sgr, cui ha partecipato lo studio Pras e l’impresa D’Adiutorio, è stato avviato nel 2017 e durato dodici mesi. Fiore all’occhiello è il pavimento flottante di vetro, con illuminazione a led, che permette di modulare gli spazi e muoversi liberamente tra gli ambienti ammirando i mosaici originali.
Un mix di modernità e storia che salta all’occhio nella prima sala del secondo piano dove, sul pavimento retroilluminato da led, svetta il modello in gesso della statua di Marte Pacificatore che Canova regalò alla Bonaparte in segno della loro amicizia. (per approfondire leggi anche l’articolo su PPANthebrief)

Il progetto di riqualificazione del Palazzo fa parte di un processo più ampio – iniziato nel 2016 – di valorizzazione degli asset del portfolio Generali. Valore Cultura infatti è «un progetto che nasce con l’idea di rendere vivo il patrimonio artistico e culturale con iniziative di partecipazione e accessibilità» afferma Lucia Sciacca, Direttore Comunicazione e Sostenibilità di Generali Italia. Il motore del progetto è l’«impegno concreto verso le comunità. Questo per noi è essere partner di vita delle persone». Con queste parole Marco Sesana – Country Manager & CEO of Generali Italia and Global Business Lines – accompagna il taglio del nastro alla cerimonia di apertura.
«Porteremo importanti mostre d’arte, iniziando con l’Impressionismo – afferma Iole Siena, Presidente del Gruppo Arthemisia -. Con Generali condividiamo l’obiettivo di aprire le porte della cultura a quante più persone possibili, certi del valore sociale e umano derivante dalla conoscenza dell’arte».
Appuntamento quindi al 6 ottobre, per un altro taglio del nastro: quello della mostra “Impressionisti segreti” con oltre 50 opere di artisti come Monet, Renoir, Cezanne, Sisley, Caillebotte e Gauguin, provenienti da collezioni private.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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