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Il rilancio del Mezzogiorno passa dal terzo settore

Nel cuore del Sud è un’iniziativa finanziata con 1,5 milioni di euro per la realizzazione di sette progetti destinati ai borghi


Rivitalizzare antichi mestieri con il doppio obiettivo di valorizzare i borghi del Mezzogiorno dando un’opportunità di lavoro alle persone in difficoltà. Si chiama “Nel cuore del Sud” l’iniziativa portata avanti da Enel cuore – la onlus della energy company – e Fondazione Con il Sud. Iniziativa finanziata con 1,5 milioni di euro e destinata alle organizzazioni del terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Sette i progetti selezionati «che rappresentano il meglio della nostra tradizione e fondono perfettamente i valori dell’inclusione e dell’innovazione, essenziali per rilanciare il Sud Italia e l’intero Paese», spiega  Michele Crisostomo, presidente di Enel e di Enel cuore onlus. «Il momento storico che stiamo vivendo richiede più che mai unità di intenti ed è per questo che non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno, in particolare quelle persone che vivono in condizioni di disabilità e fragilità e di emarginazione sociale ed economica».


I progetti puntano al recupero di antichi mestieri e tradizioni che rischiano di scomparire.


A Casarano, in provincia di Lecce, l’attività riguarda la costruzione dei muretti a secco mentre a Maratea, in provincia di Potenza, l’iniziativa passa attraverso la lavorazione artigianale dei libbani, corde vegetali prodotte a partire dall’intreccio dell’erba “tagliamani”.

Tre i progetti che fanno leva sulla tessitura: il primo vede protagonisti i comuni di Squillace e Girifalco, in provincia di Catanzaro, dove il telaio la farà da padrone per la realizzazione di una nuova linea di abbigliamento femminile a base di filati naturali: il secondo nella valle del Cedrino, in provincia di Nuoro, farà leva sull’intreccio della tifa – pianta palustre che cresce spontaneamente lungo i fiumi – per la realizzazione di oggetti di arredo: il terzo punta a recuperare l’antico mestiere della sarta e ricamatrice salentina attraverso l’avvio di una sartoria sociale a Galatina, in provincia di Lecce.

Due, infine, i progetti “gastronomici”: a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, l’attenzione è puntata sul fagiolo cannellino suscieglio mentre a Spinazzola, in provincia di Barletta-Andria-Trani, i cereali e legumi dell’alta Murgia saranno lavorati per produrre alimenti per persone con patologie alimentari come la celiachia e il diabete.

Tutti i progetti coinvolgeranno persone in difficoltà per favorirne l’inserimento lavorativo – in alcuni casi si procederà con la costituzione di cooperative sociali – e sono previsti percorsi di formazione tenuti da maestri artigiani e da persone che portano ancora avanti tradizioni e mestieri che rischiano di scomparire.

Tra le attività previste anche il monitoraggio delle produzioni agricole attraverso nuove tecnologie, la creazione di punti vendita e piattaforme e-commerce nonché di strutture ricettive. E saranno organizzati anche laboratori dedicati a turisti e studenti.

«Questi progetti dimostrano che anche i luoghi più piccoli, lontani e dimenticati del nostro Mezzogiorno, spesso totalmente sottovalutati e abbandonati a malincuore dai giovani, hanno tanto da offrire se si creano le occasioni giuste. Gli antichi mestieri, le tradizioni locali, le specificità agricole e alimentari di un territorio possono diventare occasioni di riscatto economico e sociale e, dunque, di crescita», commenta Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione “Con il Sud” da 15 anni impegnata sul fronte del sociale. Sono oltre 1.500 le iniziative portate avanti tra cui la nascita delle prime 6 fondazioni di comunità meridionali – nel centro storico e nel rione Sanità a Napoli e poi a Salerno, Messina, nel Val di Noto, a Trapani e Agrigento – coinvolgendo 6.500 organizzazioni tra no profit, enti pubblici e privati ed erogando complessivamente 264 milioni di euro. Nel 2016 è nata l’impresa sociale “Con i Bambini” per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

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