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Midjourney: come realizzare opere d’arte con le parole

Il programma creato da David Holz è in grado di dar vita ad illustrazioni tramite semplici comandi


L’intelligenza artificiale per trasformare in opere d’arte pensieri e parole: è questa l’ultima frontiera a cui lavorano i visionari dell’informatica. L’impegno su questo fronte ha già sortito la messa a punto di piattaforme e applicativi in grado di convertire testi in immagini. Unica regola: dare spazio, anzi “parola” alla fantasia e il gioco è fatto. Sta già facendo parlare di sé Midjourney, ribattezzato il “motore dell’immaginazione”: la creatura realizzata da David Holz, fondatore di Leap Motion (ora Ultraleap) ossia della tecnologia di hand-tracking più avanzata al mondo.

Accessibile gratuitamente in versione beta, Midjourney è un programma in grado di realizzare illustrazioni complesse a partire da semplici frasi: è l’intelligenza artificiale ad “abbinare” parole e immagini rimescolando milioni di illustrazioni e foto presenti online. Pochi secondi per ottenere la propria originale e inedita opera: basta creare un account sul sito, entrare in uno dei canali “newbies” e scrivere una o più frasi descrittive di ciò che si intende trasformare in immagine. Il sistema sfornerà quattro diverse versioni scaricabili sul proprio pc e se non si è soddisfatti del risultato si può chiedere al programma di proporre altri risultati partendo dall’illustrazione preferita. E grazie a una serie di comandi e funzioni è possibile anche “influenzare” il processo creativo.

Sta riscuotendo altrettanto successo anche Dall-E di OpenAI che ha le capacità di un motore di rendering 3D, con la differenza che non bisogna essere esperti e conoscere nel dettaglio i parametri da inserire per ottenere il risultato desiderato. Questo programma è in grado di riempire gli spazi vuoti, di verificare in autonomia caratteristiche e dimensioni di singoli oggetti, di combinare “concetti” non correlati. Una potenziale rivoluzione soprattutto per il mondo del design e della progettazione architettonica: la piattaforma suggerisce possibilità inesplorate e fantasiose nonché più di una prospettiva anche calcolando tempi e costi di esecuzione delle opere. E possibilità allettanti si ravvisano anche per il mondo del gaming con la facoltà di creare scenari avveniristici e onirici.

In campo anche Google che sta lavorando al progetto Imagen e in questo caso le potenzialità sono ancora più ampie considerato il database di immagini in capo al motore del colosso americano.

Che cosa ne sarà dell’ingegno degli artisti e delle competenze di architetti e dei designer? È su questo interrogativo che si sta incentrando il dibattito fuori e dentro la rete: da una parte i fautori dell’innovazione e delle potenzialità che si aprono con l’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning, dall’altra coloro che temono una “robotizzazione” estrema delle attività umane che potrebbe far scomparire intere professioni, persino quelle in cui la creatività rappresenta l’ingrediente fondamentale. Nel corso degli anni la capacità di elaborazione dei sistemi di apprendimento automatico è migliorata sensibilmente in termini di qualità e precisione e se le sperimentazioni erano fino a poco tempo fa confinate nell’alveo dei laboratori di ricerca sono ora accessibili a chiunque. In ballo un’altra grande questione: quella del diritto d’autore. Di chi sono le immagini che vengono create dalle intelligenze artificiali? Possono essere usate a piacimento dagli utenti che le generano? Su Midjourney funziona così: registrando un account gratuito si ottengono 25 crediti che consentono di accedere alle immagini generate nelle chat pubbliche, una volta esauriti i crediti bisogna pagare dai 10 o 30 dollari al mese a seconda del numero di immagini che si vogliono creare e della loro caratteristica (private o pubbliche).

In copertina: © midjourney.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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