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L’Italia accende i fari sull’edilizia “intelligente” del futuro

Alcune iniziative sono rivoluzionarie: come quella su mattoni e malte innovative dell’Università di Perugia


Spingere l’innovazione in edilizia facendo leva sul digitale e sulle tecnologie di ultimissima generazione, a partire dall’intelligenza artificiale, per la produzione di materiali altamente performanti e soluzioni in chiave smart building in grado di sostenere la sfida green e del cambiamento climatico. L’Italia accende i riflettori sul “New Deal” e alcune iniziative sono balzate agli onori della cronaca per l’elevato tasso di innovazione. Come nel caso del progetto Sms-Safest, portato avanti da Filippo Ubertini, docente di Tecnica delle Costruzioni all’Università di Perugia, che punta a sviluppare da qui a cinque anni una generazione di mattoni e malte senza precedenti.

Filippo Ubertini

«Algoritmi di intelligenza artificiale, appositamente sviluppati e implementati in microcontrollori installati direttamente sulle strutture elaboreranno in tempo reale le informazioni provenienti dalla muratura, producendo una valutazione immediata dello stato di integrità della struttura dopo l’evento sismico», spiega il docente dell’Università di Perugia. Il progetto ha ottenuto un finanziamento di 1,5 milioni di euro nell’ambito del Fondo italiano per la scienza e l’obiettivo è adottare i nuovi materiali nelle costruzioni in muratura, incluse quelle di interesse storico.

La roadmap prevede diverse fasi: si partirà da test in nanoscala per poi effettuare prove in scala reale fino alla fase prototipale per riprodurre gli effetti dei terremoti e dimostrare la capacità della muratura intelligente di rilevare automaticamente e distinguere tra diverse tipologie di danneggiamento. Una parte importante delle sperimentazioni previste sarà effettuata preso il nuovo laboratorio prove strutturali e Ingegneria sismica del dipartimento dell’ateneo umbro, i cui lavori sono iniziati a inizio luglio e che sarà completato entro un anno.

Il team di sms safest perugia

Innovare il settore delle costruzioni e accrescere i livelli di digitalizzazione del comparto attraverso servizi rivolti a tutta la filiera – imprese, pubblica amministrazione, professionisti e produttori di materiali – è l’obiettivo di DihCube, il Digital Italian Hub for Construction and Built Environment coordinato dall’Ance, l’associazione nazionale costruttori edili (il polo è cofinanziato dalla Commissione europea e si compone di 12 partner), che scommette anche e soprattutto sulle startup.

Durante l’estate, insieme Deloitte Officine Innovazione ha lanciato la DihCube4Startup, una call rivolta anche a micro e piccole imprese per individuare soluzioni innovative made in Italy per ottimizzare i processi e aumentare efficienza e produttività nella catena del valore del settore delle costruzioni, e sviluppare piattaforme digitali in grado di supportare l’intero processo costruttivo con strumenti più ecologici e sostenibili, in linea con gli obiettivi NetZero EU+.


I progetti selezionati saranno premiati durante il Maker Faire 2023 e il Saie 2023.


Ma la sfida più importante sarà creare un network che possa mettere a fattor comune in chiave innovativa le diverse fasi del processo edilizio: ideazione, progettazione, gestione di cantiere, logistica e approvvigionamento materiali. DihCube rappresenterà anche il collegamento italiano con la rete europea Edih (European Digital Innovation Hub) composta dai 6 hub localizzati in Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Polonia e Portogallo, e potrà contare anche su collaborazioni di lungo periodo con enti europei del settore.

In copertina: © ArtPhoto_studio

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