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Le macchine sbarcano sulla passerella e nelle boutique

Dai grandi eventi ai negozi dei brand più importanti, l’Intelligenza artificiale rivoluziona anche la moda


L’intelligenza artificiale sfila in passerella. Il mondo della moda è stato decisamente fra i pionieri nell’uso di tecnologie AI. E grazie alla GenAI, l’intelligenza artificiale generativa, si prepara ora per la nuova rivoluzione. Dall’indagine di Bof-McKinsey “The state of fashion 2024” – che ha coinvolto dirigenti del settore moda a livello mondiale – è emerso che una larga maggioranza, il 73%, ritiene che la GenAI rappresenterà una priorità significativa per le attività 2024, in particolare per innalzare il livello di innovazione e originalità nei processi creativi.

 Rivoluzione in passerella. Dalle passerelle alle ambientazioni immersive, dagli ologrammi agli AI fashion show pensati per stupire il pubblico: molte le kermesse in cui l’AI la fa già da protagonista. Alla Fashion Week di Amsterdam sono andati in scena il Future Front Row e la Messyverse Exhibition organizzati da Felix Meritis, un vero e proprio digital fashion show: avatar alti due metri e mezzo e ologrammi hanno sfilato, danzato e persino nuotato su passerelle surreali fatte di sfere luminose e fulmini. Le performance hanno accompagnato la presentazione delle collezioni delle case di moda “digitali” DressX, the Fabricant, Augmented Weaving, Orthodoxx, Code Couture, Mutani, Av0lve, The Fabricant and Suza Voss & Harriet Blend.


E ancora: Daniel Roseberry, direttore creativo di Schiaparelli, in occasione della Fashion Week di Parigi, ha presentato la collezione futuristica Schiaparalien con tanto di neonato cyborg e abiti tempestati di microchip e smartphone.


A Milano si è tenuta la AI Fashion Week lo scorso novembre, dove sono state svelate le collezioni moda create con l’intelligenza artificiale e annunciati i vincitori del contest dedicato all’uso dell’AI nel fashion. Sul podio José Sabral con il brand Paatiff, Matilde Mariano con Molnm e Opé. Le collezioni sono state realizzate con le piattaforme AI Midjourney e Stable Diffusion.

Gli accessori figli dell’AI. Arrivano sul mercato anche i primi accessori: EssilorLuxottica ha svelato i Ray-Ban Meta, occhiali smart con fotocamera integrata, audio open-ear e soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, ad esempio, per “interagire” e ottenere informazioni o avviare chiamate e altre funzioni. Altro accessorio cool l’AI Pin della startup Humane che ha fatto il suo debutto in passerella indossato da Naomi Campbell per Coperni: si tratta di una spilla magnetica interattiva in grado di scattare foto e di fungere da “assistente personale”. Un accessorio creato anche grazie alla partnership con OpenAI, la società a cui fa capo ChatGpt.

Le partnership con i colossi dell’hi-tech. Non c’è brand del fashion, in particolare del luxury fashion – da Gucci a Vuitton, da Chanel a Valentino, da Dior a Prada, da Armani a Versace (e la lista è molto più lunga) – che non abbia avviato iniziative e sperimentazioni in partnership con startup emergenti e soprattutto con colossi tecnologici. Al di là delle iniziative legate a sfilate e performance la vera rivoluzione dell’AI nella moda riguarda servizi e funzionalità.

Benetton usa i tool di AI di Google Cloud per acquisire informazioni dettagliate sui modelli di acquisto e sulle prestazioni dei negozi e per fornire consigli agli utenti grazie al tool “Recommendations AI” che si adatta dinamicamente in tempo reale. Anche Victoria’s Secret & Co usa l’AI  by Google, per migliorare l’inclusività e la personalizzazione per i clienti di tutto il mondo. E Msgm ha utilizzato l’IA degli smartphone Pixel di Google per la sua ultima capsule collection uomo. Tommy Hilfiger si è affidata a Ibm per portare avanti il progetto Reimagine Retail. Le tecnologie AI sono state applicate a 15mila immagini e quasi 100mila modelli di tessuti per creare nuove stampe e modelli. E con Brandible ha lanciato il gioco interattivo FashionVerse: i giocatori affrontano sfide di design per creare set di moda che poi vengono votati per vincere premi e “sbloccare” nuovi stili di abbigliamento. La suite Amazon SageMaker permette a stilisti e consumatori di creare immagini virtuali di modellazione sulla base di suggerimenti testuali e di scegliere gli stili preferiti.

Il new marketing e la sfida ambientale. L’AI permette di fidelizzare i clienti e di conquistarne di nuovi: si possono intercettare gusti e preferenze migliorando l’esperienza d’acquisto attraverso campagne di marketing personalizzate. E si può fornire assistenza h24 attraverso chatbot “intelligenti” in grado anche di gestire reclami e richieste di rimborso. Per non parlare dei vantaggi nella catena di approvvigionamento: l’AI può prevedere la domanda di determinati articoli, ottimizzando così la gestione dell’inventario e riducendo gli sprechi anche e soprattutto in chiave di ecosostenibilità ambientale, oltre che di abbattimento dei costi, consentendo persino la produzione di capi “on demand” sulla base delle richieste dei consumatori.

In copertina: Felix Meritis, The Messyverse © JVDPhotography

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