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La mappa con i cantieri della banda ultralarga. L’Italia corre, ma gli altri Paesi di più

Vuoi sapere se sei in un’area infrastrutturata? Il nuovo sito progettato per la comunità


Consentire ai cittadini italiani residenti nelle aree periferiche e più remote del Paese di verificare lo stato di avanzamento dei cantieri per la realizzazione delle reti a banda ultralarga: questo il nuovo obiettivo del portale online nazionale BandaUltralarga.Italia.it (https://bandaultralarga.italia.it) da pochi giorni rinnovato con tutta una serie di funzionalità a servizio della comunità.

 


L’emergenza Coronavirus ha portato al pettine il nodo del digital divide italiano e il Governo, nel primo decreto, il Cura Italia, ha stabilito semplificazioni per l’accelerazione dei cantieri già in essere e di quelli che dovranno essere completati nell’ambito del Piano Bul (Banda Ultralarga).


Il Piano, battezzato all’epoca del Governo Renzi, prevede la realizzazione di una rete a banda ultralarga pubblica in modalità Ftth (Fiber-to-the-home, fibra fino alle abitazioni) nelle cosiddette “aree bianche” o “a fallimento di mercato”, ossia quelle zone periferiche o remote – e non mancano all’appello anche alcune aree urbane a macchia di leopardo – in cui gli operatori di telecomunicazioni non posano le infrastrutture poiché il ritorno degli investimenti non è garantito, ossia compensato da un numero di abbonamenti tale da generare introiti né tantomeno da compensare i costi.

Il Piano del governo gestito attraverso gare pubbliche – tutte aggiudicate da Infratel (la in-house del Ministero dello Sviluppo economico a cui fa capo il progetto) a Open Fiber (la fiber company al 50% Enel e al 50% Cassa Depositi e Prestiti) – punta a garantire i 30 Mbps su tutto il territorio e salire al 100 Mbps per almeno il 50% della popolazione. Il Piano in questi anni non è andato avanti in linea con la roadmap annunciata e a pesare – secondo la concessionaria Open Fiber – sono stati soprattutto ostacoli di tipo burocratico (permessistica e autorizzazioni da parte dei Comuni e degli altri enti preposti).


L’emergenza Coronavirus, nel rinnovare le esigenze di connettività, ha accesso i riflettori anche sullo stato di avanzamento del Piano. Di qui la nuova iniziativa di Infratel di offrire ai cittadini una “dashboard” con tutte le informazioni disponibili – anche con l’obiettivo di stimolare la domanda nelle aree dove la fibra è già disponibile. “La nuova versione online del Portale è solo l’inizio di un percorso di sviluppo che desideriamo alimentare anche con i consigli dei tanti cittadini che ci contattano e hanno il diritto di ricevere notizie accurate circa l’arrivo della fibra nel proprio comune – spiega l’Ad di Infratel Marco Bellezza -. E stiamo lavorando ad un chatbot integrato sulla piattaforma ed a una serie di affinamenti sui dati disponibili”.

Accendendo al portale è possibile verificare, selezionando Regione, Comune e poi inserendo l’indirizzo della propria abitazione, se la fibra è disponibile. Il motore di ricerca fornisce informazioni sulla disponibilità di offerta (30 Mbps o 100 Mbps) e sulla quantità di operatori di telecomunicazioni che offrono il servizio, ossia che una volta realizzata la rete di Open Fiber la accendono, consentendo ai cittadini di abbonarsi ai servizi ultrabroadband. E sono disponibili anche informazioni che proiettano lo stato di avanzamento dei cantieri fino a fine 2020.

Le partnership con i privati. In contemporanea Infratel ha siglato una partnership con Tim per spingere ulteriormente la disponibilità di connessioni ad alta velocità. Il piano prevede l’accensione di tutte le infrastrutture di accesso della rete pubblica in fibra ottica realizzate da Infratel Italia in 8 regioni: Abruzzo, Sardegna, Toscana, Puglia, Calabria, Lazio, Lombardia, e Marche. E la in house del Mise ha inoltre siglato in accordo con Linkem per avviare una sperimentazione finalizzata a testare le potenzialità dell’infrastruttura 5G Fwa (la tecnologia ibrida Fixed wireless access) nell’ottica di aumentare le opportunità per l’accesso a Internet a banda ultralarga per famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni.

Nonostante l’accelerazione, la strada non sarà priva di ostacoli: secondo i dati appena pubblicati dalla Commissione Europea nell’Indice Desi 2020 – che mappa il livello di digitalizzazione e infrastrutturazione nei Paesi Ue – l’Italia risulta al terzo posto per reti 5G ma solo al 17mo per quelle a banda ultralarga fisse. E addirittura in un solo anno abbiamo perso 5 posizioni, segno che gli altri Paesi stanno correndo ben più di noi.

 

©  RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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