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Dalle tecnologie immersive alle stampanti 3D, i nuovi musei 2.0

L’esempio della mostra ‘On the road’ dedicata alla via Emilia


Innovazione, coinvolgimento e, ovviamente, cultura. Queste le tre parole chiave degli allestimenti che danno vita a musei, mostre ed esibizioni. Il progresso tecnologico permette infatti di realizzare percorsi espositivi sempre più interattivi con un deciso miglioramento dell’esperienza per i visitatori, elemento determinante anche per ampliare il bacino di utenza.

Muoversi all’interno dei dipinti del proprio artista preferito, parlare a tu per tu con un personaggio dell’antichità, vedere davanti ai propri occhi la trasformazione di uno spazio nel corso del tempo, sono tutti processi possibili oggi grazie all’uso di videomapping, stampe 3D e tecnologie immersive. E considerando la presenza di turisti internazionali in Italia, circa 62 milioni di stranieri sono attesi per il 2018, per il nostro Paese resta fondamentale non perdere questo treno di ulteriore rilancio del patrimonio.


Uno dei più chiari esempi di questo nuovo approccio è rappresentato dalla mostra “On the road”, dedicata alla via Emilia e al suo fondatore, il console romano Marco Emilio Lepido.


Il racconto parte dall’antichità per arrivare ai giorni nostri, grazie ad un percorso che include reperti archeologici, contributi digitali ed elementi pop. Realizzata all’interno di un importante progetto di promozione del territorio che coinvolge diverse città e provincie della Regione, denominato “2200 anni lungo la Via Emilia”, la rassegna è frutto di una sinergia fra attori diversi, altro elemento fondamentale dei musei di nuova generazione.

L’allestimento, curato dall’architetto Italo Rota, molto attento alle grandi possibilità fornite dalle nuove tecnologie, si pone l’obiettivo di restituire alla sensibilità contemporanea più di 400 reperti archeologici nella convinzione che l’antico non possa che essere osservato attraverso uno sguardo moderno. Per questo a scandire le varie tappe del percorso espositivo si trovano display dove vengono ricostruiti ambienti di vita legati all’antica via di comunicazione, contestualizzati anche grazie a spezzoni dei film peplum più noti (sottogenere di pellicole storiche in costume, fra queste Ben Hur e Quo Vadis). In questo modo grandi attori del passato come Charlton Heston e Marlon Brando, o del presente, come Russell Crowe, fungono da narratori di un racconto unitario.

Non sono gli unici però, perché grazie alle informazioni ricavate da documenti e iscrizioni, riprendono vita uomini e donne realmente vissuti secoli fa, attraverso le cui biografie i visitatori si avvicinano a persone con problemi molto simili ai nostri, rendendo così la storia ancora più viva e attuale. A questo contribuisce anche la grande installazione che, grazie alla realtà aumentata, riporta in vita la città di Regium Lepidi, antico nome di Reggio Emilia.

© Carlo Vannini

La contaminazione digitale della tecnologia a tre dimensioni è anche fisica. All’ingresso del Palazzo dei Musei, una delle sedi della mostra ‘On the road’, si trova infatti la riproduzione del fregio dell’antica basilica romana di Reggio Emilia. Stampanti 3D sono state utilizzate anche per la realizzazione di una copia a grandezza naturale della scultura settecentesca del console Marco Emilio Lepido. La statua, posta lungo un tratto della via Emilia che attraversa il centro cittadino, segnala l’itinerario da seguire per visitare la mostra.

Già perché un’altra particolarità della rassegna è quella di essere diffusa in più luoghi: il citato Palazzo dei Musei, il Museo Diocesano e la sede del Credito Emiliano (che si trova sopra i resti del foro e dell’antica basilica). La narrativa si estende anche sulle pareti grazie a videoproiezioni integrate da grafiche con informazioni, numeri e immagini. In questo modo viene rappresentata l’unicità della via Emilia come landmark, ma anche come land-art in quanto oggetto, dal Novecento ad oggi, di riflessioni e sguardi sul paesaggio come nel caso dell’iniziativa Fotografia Europea 2016.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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