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FuoriBiennale, con Mutualities si esplora il rapporto tra umani e algoritmi

Evento collaterale della XVII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia curata da Sonja Berthold e da Dietmar Leyk, di Laas e Spacecouncil


Immaginarsi come possa essere una collaborazione tra essere umani e algoritmi è un esercizio mentale difficile. Molto importante però, se pensiamo come il rapporto tra città e intelligenza artificiale faccia sempre più parte del nostro mondo. Scenari futuri che condizionano già il presente. Nell’evento collaterale della 17 Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia “Mutualities”, si esplora il futuro dei nostri spazi urbani. La mostra, curata da Sonja Berthold e da Dietmar Leyk, di Laas e Spacecouncil (studio di architettura e di design urbano internazionale con sede a Singapore e a Zurigo), è visitabile allo Spazio Rava a Venezia ed esplora il rapporto fra persone, natura e tecnologia digitale negli spazi urbani condivisi.

Mutualities pone la domanda: che cosa condividiamo, con chi, e dove avviene questo scambio? Come occupiamo insieme lo spazio urbano? D’altronde “Life As A Service” è proprio un laboratorio di ricerca, avviato da Nexplore (una società che costruisce software), ma anche una rete collaborativa di architetti e scienziati che lavorano su scenari futuri per città e paesaggi. Tutto nel contesto del neurourbanismo, un nuovo ambito di ricerca interdisciplinare che comprende il lavoro di scienziati, architetti e urbanisti attivi nei campi della sociologia, migrazione, neuroscienza, psicologia, medicina, filosofia, antropologia sociale, geografia, arte e salute pubblica all’Universitätsmedizin Berlino, l’Università Tecnica di Berlino e la Humboldt-Universität zu Berlin.


L’obiettivo è quello di comprendere e misurare l’influenza della vita urbana sulle emozioni, sul comportamento umano e sulla salute mentale.


Questa esposizione sperimentale si racconta con proiezioni audio e video immersivi che estendono lo spazio espositivo nell’ambiente virtuale. La galleria comprenderà 12 scene futuristiche, nelle quali interagiscono gli esseri umani e l’intelligenza artificiale. Ogni scena è familiare: una strada, un cortile, una sala da pranzo, ma modificata in modo radicale. Sarà molto più tranquilla, più intelligente, adattiva, autonoma e autodidatta. Lo spazio espositivo sarà interattivo: tecnologia a infrarossi, intelligenza artificiale e algoritmi monitorano e rispondono alla prossimità dei visitatori, ai loro gesti e movimenti, per creare una sequenza di immagini unica e personalizzata ad ogni spettatore.


Lo spazio interattivo usa algoritmi per crescere con il pubblico, creando una mostra “intelligente” che impara sempre di più nel corso dei suoi sei mesi di esistenza. In questo modo, il pubblico partecipa attivamente alla mostra insieme alla tecnologia.


Il messaggio è chiaro: più attenzione all’uomo e ai valori umani, più accortezza per quella relazione spesso non indagata approfonditamente tra la città e i suoi abitanti. E l’impatto delle metropoli con la psiche, la parte comportamentale che coinvolge tanti protagonisti dell’ecologia urbana: architetti, urbanisti, scienziati e cittadini. Anche se la città è di tutti e dovrebbe essere per tutti.

 

In copertina: Mostra Mutualities © Federico Torra

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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