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Come nasce un’opera di Tresoldi? La storia della Basilica di Siponto raccontata dalla Fondazione Dino Zoli

Dalla Puglia a Singapore, l’incontro tra il giovane artista e l’azienda che ha progettato l’illuminazione


Edoardo Tresoldi © Fondazione Dino Zoli

Il 12 ottobre 2018 la Basilica di Siponto di Edoardo Tresoldi è stata premiata alla Triennale di Milano ricevendo la Medaglia d’Oro dell’architettura italiana, con il Premio speciale alla committenza. Il 13 ottobre a Forlì DZ Engineering e Fondazione Dino Zoli hanno inaugurato la mostra “la Basilica di Siponto di Edoardo Tresoldi. Un racconto tra rovine, paesaggio e luce”. Torna di attualità il progetto inaugurato a marzo 2016, diventato rapidamente il set di una campagna promozionale per il turismo in Puglia, e diventato virale anche grazie ad Instagram, ma soprattutto alla popolarità internazionale del giovane artista.

In poco più di due anni, Tresoldi, incluso da “Forbes” tra i 30 artisti under 30 più influenti d’Europa, ne ha fatta di strada. Giocando con la trasparenza della rete metallica e con i materiali industriali per trascendere la dimensione spazio-temporale, l’artista lombardo riesce a far dialogare la realtà con l’arte, una sintesi visiva che si rivela nella dissolvenza dei limiti fisici. La fusione del linguaggio classico e di quello modernista ne genera un terzo, marcatamente contemporaneo.

Nato nel 1987, cresce a Milano dove, all’età di 9 anni, inizia a sperimentare tecniche e linguaggi artistici differenti sotto la guida del pittore Mario Straforini. Nel 2009 si trasferisce a Roma e inizia a lavorare in diversi ambiti. Cinema, musica, scenografia e scultura gli forniscono una visione eterogenea delle arti e diventano una piattaforma per la sperimentazione. Dal 2013 realizza interventi nello spazio pubblico, focalizzando la sua ricerca sul genius loci e lo studio degli elementi del paesaggio.


Le sue opere sono state inserite in spazi pubblici, contesti archeologici, festival di arte contemporanea, festival musicali e mostre collettive.


Nel 2016 ha realizzato in collaborazione con il MIBAC, con il Segretariato Regionale della Puglia e la Soprintendenza (leggi tutti gli approfondimenti), il restauro della Basilica paleocristiana Santa Maria di Siponto (FG), un racconto inedito tra arte contemporanea e archeologia.

Nel 2017 ha realizzato un’installazione site specific a Parigi nelle hall di Le Bon Marché Rive Gauche, il primo grande magazzino del mondo. Ad Abu Dhabi, per un evento della famiglia reale, ha lavorato tre mesi per allestire un evento a cui hanno partecipato 2.000 persone provenienti dal Medio Oriente: un grade spazio scenografico, pensato come un giardino dove si fondono architettura e natura. Nel  2018 ha partecipato al Coachella Valley Music and Arts Festival di Indio, California, dove ha realizzato “Etherea”, installazione temporanea a carattere monumentale. Sempre nel 2018, per DZ Engineering e Fondazione Dino Zoli, ha realizzato a Singapore, in occasione del Gran Premio di Formula 1, “Cube Temple. In questi giorni la Medaglia d’Oro dell’architettura italiana.

© Fondazione Dino Zoli

 

Nella città-stato di Singapore, divenuta negli anni hub asiatico per diverse aziende globali, la DZ Engineering, società di Dino Zoli Group che dal 2011 realizza gli impianti di illuminazione e di comunicazione di pista sul circuito di Marina Bay, ha predisposto anche l’illuminazione artistica di alcuni edifici storici come National Gallery Singapore ed Esplanade Theatres on the Bay, festeggiando la vittoria delle gare d’appalto internazionali con la spettacolare installazione “Cube Temple. An ethereal creation of wire mesh in Singapore” proprio di Edoardo Tresoldi, costruita con la rete metallica e animata dalla luce. Un progetto che, in occasione del vernissage e dei successivi tre giorni di apertura, ha registrato la presenza di numerosi visitatori, interessati a scoprire un’eccellenza italiana nel mondo.


Dopo il successo riscosso in occasione del Gran Premio di Formula 1, DZ Engineering e Fondazione Dino Zoli hanno deciso di dedicare una mostra al giovane talento, con un racconto dell’opera che lo ha affermato nel panorama internazionale, promossa nel Sud Italia, da una committenza pubblica.


Con “La Basilica di Siponto di Edoardo Tresoldi. Un racconto tra Rovine, Paesaggio e Luce”, l’autore si è cimentato per la prima volta nella restituzione al pubblico di un’esperienza importante, ovvero quella della realizzazione di un’installazione permanente in rete metallica dedicata alla Basilica paleocristiana di Santa Maria, voluta dal Ministero per i beni e le attività culturali per il Parco Archeologico “Le Basiliche” di Siponto.

Perfettamente integrata nel contesto pugliese, la scultura trasparente si configura come un manufatto contemporaneo capace di aprire nuovi scenari per la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e archeologico, in cui la luce gioca un ruolo determinante nel rapporto presenza-assenza.

Il progetto della Fondazione Dino Zoli intende ripercorrere, grazie all’uso di materiali d’archivio, il primo incontro tra Edoardo Tresoldi e gli ingegneri della DZ Engineering, chiamati nel 2016 ad illuminare la Basilica di Siponto sotto la supervisione di Cobar spa. «Abbiamo conosciuto Edoardo – spiega Roberto Grilli, General Manager di DZ Engineering – illuminando il suo primo capolavoro». «È dal quel momento – prosegue Monica Zoli, Amministratore Unico di DZ Engineering – che sogniamo un progetto congiunto. Ora ne abbiamo realizzati addirittura due, uno a Singapore e l’altro a Forlì, in un’ottica di imprescindibile dialogo tra arte e impresa».

«La mostra – spiega Nadia Stefanel, direttore della Fondazione Dino Zoli e curatrice dell’iniziativa – raccoglie bozzetti, riproduzioni fotografiche e video che documentano le diverse fasi che hanno portato alla realizzazione della così detta scultura-architettura. Il percorso si articola in tre sezioni: la prima dedicata alla storia e all’analisi del preesistente, la seconda incentrata sull’architettura, analizzata anche attraverso i fogli di taglio, la terza relativa ai progetti realizzati dagli ingegneri della DZ Engineering».

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