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Città a misura d’ape. Tra ecosistemi urbani e indispensabile biodiversità

Mostre, apiari e arnie d’artista: da Milano a Roma, da Trento a Matera


Sebbene, come hanno svelato negli ultimi decenni autorevoli operazioni di fact checking, Albert Einstein non abbia mai pronunciato la celebre frase sui rischi connessi a una possibile estinzione delle api sulla Terra – dalla cui scomparsa, secondo la falsa citazione attribuitagli, all’essere umano resterebbero non più di quattro anni di vita -, l’importanza vitale per l’ecosistema degli insetti impollinatori è ormai una consapevolezza ampiamente condivisa, anche senza richiamarsi alle parole del celebre fisico.

Lo dimostrano, ad esempio, le azioni finanziate con i fondi Ue, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu, come il progetto Safeguard, che si propone di invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori selvatici e che si concluderà nel 2025, al quale l’Italia partecipa con l’Università di Padova. Ma si moltiplicano anche le iniziative messe in campo dalle singole città, che puntano a sensibilizzare sul tema e a rendere gli ambienti urbani meno inospitali per i piccoli e preziosi insetti.


Dai beekeepers di New York agli alveari sui tetti e nei parchi di Parigi ma anche, restando in Italia, ai progetti portati avanti a Roma, Milano ma anche in altre città, da Nord a Sud, sul territorio nazionale.


L’ultima iniziativa è stata appena lanciata dal Muse, il Museo delle Scienze di Trento, che il 1 settembre ha inaugurato la mostra “Città a misura d’ape. Alla ricerca di possibili equilibri”, che include 24 pannelli con foto, approfondimenti e contenuti multimediali che raccontano il mondo delle api sociali e solitarie, indicando buone pratiche per rendere le città più accoglienti per gli impollinatori. L’esibizione, realizzata in collaborazione con il Comune di Trento e il patrocinio della provincia autonoma di Trento, si avvale di un centinaio di scatti dei fotografi Luca Mazzocchi e Nicola Orempuller, con approfondimenti (tra cui focus su verde urbano, processo dell’impollinazione, api sociali e solitarie, raccolta e trasporto del polline, sfide per la sopravvivenza, buone pratiche per una nuova coesistenza) che invitano i visitatori alla scoperta del fragile mondo delle api nei contesti urbani e delle azioni eco-sostenibili da intraprendere.

«L’idea di progettare questa mostra – spiega Maria Vittoria Zucchelli, biologa Muse e curatrice del progetto – è maturata nel tempo: siamo partiti dai laboratori didattici proposti alle scuole, per poi realizzare un “grande hotel” per insetti negli orti del Muse, organizzare un ciclo di conferenze a tema api rivolte alla cittadinanza, fino ad arrivare, grazie al progetto BeeTrento, al monitoraggio della qualità ambientale della città di Trento». Oltre alla mostra, il 15 e il 16 settembre è in programma una due-giorni per conoscere i principali gruppi di impollinatori italiani e il progetto di Citizen Science “Cross-Polli: Nation”, monitoraggio degli impollinatori del Parco Gocciadoro di Trento.

Base a Milano, invece, per Alveari Urbani – Green Island, progetto nato dieci anni fa e ideato da Claudia Zanfi, storica dell’arte e paesaggista: si tratta di un evento urbano dedicato al mondo delle api e degli impollinatori, alla biodiversità e creatività. Giovani artisti e designer sono invitati a ideare nuove arnie, pensate per installazioni creative. Alveari Urbani, spiega la fondatrice, «instaura un dialogo con lo spazio urbano, sfocia in forme d’arte con gli “apiari d’artista”

in eco-design, coinvolge scuole e bambini nello scoprire in città ritmi ed espressioni della vita naturale, serve a monitorare la qualità dell’ambiente dove viviamo attraverso le api». Partito nel 2014 in collaborazione col gruppo di designer e apicoltori BeeCollective e il Consolato olandese di Milano, l’anno dopo è stato realizzato il primo Apiario d’Artista, presso gli Orti di Via Padova, con la partecipazione di Legambiente; nel 2020 è nato il quarto apiario pubblico del capoluogo lombardo, nel Parco di Cascina Merlata, mentre l’ultima installazione in un giardino pubblico, la quinta, sono le arnie per api solitarie, dette “osmie”, progetto del 2022 in collaborazione con Orti condivisi del Polidesign Campus Bovisa. Prosegue intanto la promozione dell’adozione di Arnie d’Artista da parte di amministrazioni locali, scuole, ma anche privati e aziende.

Il prossimo 30 settembre (ore 18) nello Spazio Viafarini. Work in zona Corvetto/Parco Vettabbia a Milano sarà presentato, sempre nell’ambito di Green Island – Alveari Urbani, il progetto «Sciame», collettivo di donne per la salvaguarda delle api e della biodiversità in tutte le sue forme, che include apicoltrici, botaniche, docenti universitarie, ma anche designer, artiste, giornaliste e scrittrici. E che punta ad essere un osservatorio in grado di attivare ricerche, eventi, mostre, per incentivare uno sviluppo dei territori più sostenibile, favorendo una partecipazione attiva dei cittadini nella salvaguardia della biodiversità.

Il biomonitoraggio di Roma attraverso una rete di alveari è stato il punto di partenza del “Progetto Apincittà” lanciato nel 2018 da Fai – Federazione apicoltori italiani, con l’apertura dell’apiario sperimentale “numero zero” presso la sede dell’associazione, a due passi da Largo Argentina: alla fine dell’anno le postazioni erano diventate già una ventina (presso enti, istituzioni e privati), costituendo la base di un network capace di fornire, attraverso il miele, informazioni rilevanti relative al territorio capitolino: dalle fioriture più diffuse e visitate dalle api in città, alla presenza e concentrazione di metalli pesanti, polveri sottili, microplastiche e idrocarburi policiclici aromatici. L’ultima installazione nella Capitale è stata annunciata lo scorso 20 maggio – in occasione della «Giornata mondiale delle api» – con l’inaugurazione di un apiario sulla terrazza del ministero dell’Agricoltura, in via XX settembre.

Nel frattempo, l’iniziativa si sta diffondendo sul territorio nazionale: l’esperienza di “Apincittà” coinvolgerà infatti 14 città metropolitane con la dislocazione di 64 stazioni di rilevamento, al fine di procedere alle attività di monitoraggio ambientale e floristico. Apripista su questo fronte è stata Matera, dove a febbraio è stato realizzato un apiario negli spazi messi a disposizione dai Carabineri forestali (le cui strutture saranno utilizzate anche in altre città partecipanti) in collaborazione con l’amministrazione comunale. Tra gli obiettivi del progetto, anche l’educazione ambientale nelle scuole e la protezione della specie di ape italiana “apis mellifera ligustica”.

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