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Al cinema: Scusate se esisto! L’architetto del Corviale è Guendalina Salimei

L’azienda Focchi celebra il suo centenario partecipando al film di Riccardo Milani mostrando il cantiere di King’s Cross


“Un anno e mezzo fa Riccardo Milani mi ha chiamata, mi ha detto che aveva cercato sulla rete un architetto-donna e che avendo visto il mio lavoro fatto per il Corviale voleva avviare da qui il suo progetto per il film che è diventato Scusate se esisto!”. Guendalina Salimei, architetto romano, anima fondatrice di T Studio è stata l’ispiratrice del film prodotto da Fulvio e Federica Lucisano e Rai Cinema che sarà nelle sale dal 20 novembre.

“Quando Milani mi ha contattato – racconta Salimei – aveva visto il progetto che il nostro studio ha sviluppato per rigenerare il quarto piano del Corviale dove oggi ci sono oltre 100 alloggi occupati. Nel 2007 – spiega l’architetto – l’Ater aveva promosso un concorso per mettere in regola questa situazione e T Studio lo ha vinto con il progetto del Chilometro Verde”. Il progetto è stato fermo diversi anni ma nel 2015, anticipa l’architetto Salimei, dovrebbe andare in appalto.

Serena (Paola Cortellesi) è un architetto di talento straordinario. Dopo una serie di successi professionali all’estero decide di tornare a lavorare in Italia perché ama il suo paese. Il film racconta una storia d’amore tra Serena e Francesco (Raul Bova) ma sullo sfondo predomina la professione e l’architettura. Il copione affronta anche il tema delle difficoltà che le donne incontrano quando intraprendono certi mestieri in cui, storicamente, c’è sempre stata una prevalenza maschile. Serena è quindi una testimone del nostro tempo.

Avevamo pensato che la nostra protagonista dovesse essere un architetto che si occupava di grandi opere. Facendo delle ricerche ci siamo imbattuti in un architetto donna (Guendalina Salimei) che ha firmato il progetto per il Corviale, un progetto che va difeso perché fa la differenza in ambito di formazione e crescita nell’arco di una vita intera

Paola Cortellesi

Nella folle ricerca di un posto di lavoro Serena si fa in quattro e nel suo girare per la città viene colpita da un’immagine che è quasi un’apparizione: il Corviale, un enorme palazzo nella periferia romana lungo un chilometro, al quale si appassiona subito. Cerca di capire come migliorarlo e cambiare la vita di chi lo abita, convinta che le case non siano scatole vuote. Da qui le viene l’idea di un progetto architettonico volto al recupero. Ecco qui il ruolo di Guendalina Salimei che con il suo studio ha messo a disposizione materiali, disegni e modelli utili per il film e ha dato qualche contributo concreto sul senso e la centralità del progetto (ai non addetti ai lavori).

 

Corviale, Chilometro Verde Progetto T Studio

 

Prima di tornare in Italia Serena (nata in un piccolo comune tra i monti abruzzesi) è stata in Russia, Cina e ha lavorato in America. E’ stata anche a Londra. E su questa scena entra in campo uno sponsor noto al mondo dell’architettura italiana e internazionale: l’azienda Focchi, che per festeggiare il suo centesimo compleanno per la prima volta ha investito nel cinema italiano con un’operazione di Tax Credit Esterno e Product Placement nella nuova commedia di Riccardo Milani. Le scene più emblematiche sono state girate a Londra nel cantiere di King’s Cross, creando un legame ideale tra eccellenza italiana e vocazione internazionale.

“Avevamo pensato che la nostra protagonista dovesse essere un architetto che si occupava di grandi opere – racconta Paola Cortellesi – e facendo delle ricerche ci siamo imbattuti in un vero progetto prestigioso come la riqualificazione del Corviale approvata dal Comune di Roma e realizzata da un architetto donna, e abbiamo potuto contare sulla sua preziosa consulenza. Non ero e non sono un’esperta in materia ma scrivendo il copione del film mi sono resa conto insieme agli altri autori che l’architettura sociale rientra nell’impegno civile”. Riqualificare un piano del Corviale significa modificare sostanzialmente un luogo che da anni subisce disagi, “presenterebbe l’opportunità di non gettare altro cemento e di reinventare spazi già esistenti e male utilizzati mettendoli al servizio di chi abita questi luoghi – continua Paola Cortellesi -. È un progetto che va difeso perché fa la differenza in ambito di formazione e crescita nel’arco di una vita intera”.

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