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L’arte protagonista nei luoghi di lavoro, il caso Deutsche Bank

Lo studio di Copernico sottolinea che i percorsi culturali in ufficio influenzano e ispirano business e creatività


«La cultura non si mangia» affermava nel 2010 Giulio Tremonti, ex Ministro dell’Economia. Vero da un punto di vista oggettivo, meno se si inquadra la questione in senso più ampio. Senza scomodare i dati inerenti le ricadute positive sul turismo, infatti, l’arte e la cultura hanno un peso molto rilevante sul nostro sistema economico. Secondo il rapporto 2018 di UnioncamereFondazione Symbola, con un valore di 92,2 miliardi il sistema culturale e creativo italiano rappresenta oltre il 6% della ricchezza prodotta dal Paese.

E questo senza considerare il valore identitario che le opere sono in grado di stimolare nella popolazione, in particolare nelle fasce più giovani. Inoltre, secondo uno studio del Business Committee for the Arts e International Association for Professional Art Advisors, la presenza di quadri, sculture o installazioni artistiche sul luogo di lavoro aiuta a diminuire lo stress. Ma non solo.


Fra gli effetti benefici sono stati riscontrati anche un aumento della creatività e della partecipazione alle dinamiche aziendali, oltre che una maggiore fiducia nell’esprimere la propria opinione.


A studiare più a fondo questo rapporto tra produttività e cultura in ufficio è stata la Copernico, società che gestisce 62mila mq di spazi dedicati al coworking per freelance e corporation. Il quadro restituito è quello di un numero sempre maggiore di aziende e brand che si stanno impegnando per promuovere un messaggio positivo all’interno dei propri ambienti di lavoro. In una società sempre più standardizzata, ad avere maggior successo sono quelle imprese che puntano su creatività e innovazione. E cosa si accosta di più a queste due caratteristiche se non l’arte? Questa può stimolare ed ispirare i dipendenti con ricadute positive e tangibili come, ad esempio, la creazione di nuovi modelli di business.


Sono in crescita le realtà che aprono le porte a mostre, incontri e tavole rotonde su temi non necessariamente affini al settore in cui lavora l’impresa.
Caso concreto viene dalla Deutsche Bank, uno dei principali gruppi bancari del mondo, che nel corso del tempo ha creato la più grande collezione artistica aziendale al mondo che conta circa 60mila opere distribuite in oltre 900 uffici dislocati in 40 Paesi. E per far avvicinare i dipendenti alle installazioni è stata realizzata un’app dedicata che racconta la storia e il significato di quelle già si trovano negli ambienti di lavoro. Ma non è tutto. È stata realizzata anche una Artothek, in pratica una biblioteca che al posto di prestare libri e film noleggia agli impiegati opere d’arte da utilizzare per arredare il proprio ufficio.

Dalla ricerca di Copernico emerge anche come un chiaro sistema di valori, abbinato ad una forte proposta culturale per i dipendenti, si converta in un forte potere attrattivo da parte dell’azienda verso nuove figure. Questo garantisce l’assunzione di personale più motivato e predisposto a creare sinergia con i colleghi. In ultima analisi quindi, anche la costituzione di una squadra positiva, motivata e responsabile è frutto di una politica dell’impresa di diffusione dell’arte all’interno dei propri ambienti.

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