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Le forme del bello nell’offerta di Art Baroq Bistrot a Napoli

Arte e cibo trovano entrambi posto negli spazi del locale dei tre soci Claudio De Magistris, Dario Porcini e Roberto Gargano


© Art Baroq Bistrot

I piaceri del cibo e il verbo dell’arte sono i protagonisti di “Art Baroq Bistrot”, il locale napoletano nato con l’obiettivo di promuovere una proposta alternativa a quella di un normale ristorante o di un bar. Entrando è appagato non solo l’olfatto ma anche la vista, ora per le pietanze servite ora per le opere che vanno dalla grande stagione del Barocco napoletano al contemporaneo. Insomma, “Art Baroq Bistrot” è un luogo dove si respira cultura, a tavola e nel resto dell’ambiente. Fino a maggio, in particolare, il bistrot ospita “IN NUCE. Bozzetti del barocco napoletano”, la mostra dedicata ai bozzetti autografi di cinque grandi interpreti della pittura napoletana tra Sei e Settecento: Massimo Stanzione, Luca Giordano, Francesco Solimena, Giacinto Diano e Giovanni Lanfranco. E così «le pareti del bistrot-galleria diventano scena per una diversa esperienza cultural gastronomica e per un più disinvolto approccio con la grande pittura del passato», spiega il team del locale.

I tre soci – Claudio De Magistris, Dario Porcini e Roberto Gargano – hanno infatti pensato di creare un dialogo fra la gratificazione della buona cucina napoletana e quella che viene dall’ammirare le opere d’arte. Il locale – che ospitava fino a qualche tempo fa la galleria d’arte di Porcini, oggi spostata al primo piano – è il frutto della sinergia e della passione dei tre, che insieme si sono occupati di tutto, dalla scelta dei materiali a quella degli arredi e del design.


“Art Baroq Bistrot” si trova al piano terra di Palazzo De Majo, una dimora nobiliare risalente al XVIII a pochi passi dal lungomare


«Gli spazi sono allestiti prendendo in prestito i materiali della terra partenopea, il tufo giallo e la pietra lavica, luce e ombra, i due volti di Napoli – raccontano -. Al centro del locale è stata recuperata una grata del XVII secolo in ferro e ottone dorato, elemento distintivo e quasi icona dello spazio che in passato ha ospitato una galleria di antiquariato».

Oltre a occuparsi del ristorante, De Magistris, fratello dell’attuale sindaco, oggi è il direttore generale dell’Arena Flegrea, il grande teatro all’aperto di Napoli all’interno della Mostra d’Oltremare, ed è attivo in politica; Dario Porcini è un esperto d’arte; Roberto Gargano si occupa di enogastronomia.

Ai fornelli troviamo un’icona della cucina napoletana: Antonio Tubelli, cuoco di grande passione e lunga esperienza, l’ultimo “monzù” napoletano, come viene definito (i “monzù”, trasposizione dialettale della parola francese monsieur, erano nei secoli XVIII e XIX i capocuochi delle case aristocratiche nel Regno delle Due Sicilie). Con un passato da sindacalista, dopo aver lavorato a fianco di Angelo Paracucchi, uno dei maestri della cucina italiana, nel 1998 decise di aprire “Timpani e Tempura”, una bottega con pochissimi posti a sedere a pochi passi da Piazza del Gesù. Qui, con suo fratello, si è dedicato alla riscoperta di prodotti dimenticati riscuotendo grande successo. Dopo ulteriori esperienze, oggi, insieme alla chef Michela Sabato prepara le sue prelibatezze per “Art Baroq Bistrot”. Il menu à la carte offre piatti semplici della tradizione, a volte dimenticati: dalla Tempura di Ortaggi e Scagliozzi al Timpàno allo ‘Scammaro, dalla Vellutata di Torzelle e Zucca alle Patate alle tre cotture e Peperone Crusco.

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