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Ana Roš spiega “l’effetto sorpresa” del ristorante Hiša Franko

Invitata a cucinare in tutto il mondo, prepara i suoi piatti nella campagna slovena a pochi minuti dal confine italiano del Friuli Venezia Giulia


Ana Roš. © Robert Ribič

Mente, mani, passioni. Tre elementi in grado di portarti lontano dagli studi seguiti per una strada non progettata ma desiderata. E questo accade soprattutto alle persone più creative, come è accaduto, fra gli altri, alla slovena Ana Roš, laureata in Scienze Internazionale e Diplomatiche in Italia, una delle più rinomate chef del mondo.

Ottima sciatrice, appassionata di viaggi, poliglotta, ha girato il mondo fin da bambina: questo l’ha portata a esplorare cucine, spezie e sapori ogni volta diversi. Ha continuato a viaggiare con il marito Valter Kramar, co-proprietario e sommelier del ristorante “Hiša Franko“, dove Ana oggi lavora e vive con la sua famiglia. Ci si può anche fermare a dormire, proprio come in una grande casa. «Abbiamo viaggiato molto, andando per ristoranti e cantine vinicole. Un’esplorazione e uno stile di vita che ho molto apprezzato», racconta la chef.

A un certo punto le arriva la prima proposta di lavoro in ambito diplomatico da Bruxelles: ci rinuncia e da quel momento comincia la sua esperienza nel mondo della cucina. «La libertà di lavorare nella mia terra, ma anche all’estero conoscendo nuovi colleghi, è ciò che mi permette di essere creativa – continua -. Tutto questo non sarebbe stato possibile lavorando in un ufficio dalla nove alle cinque del pomeriggio».


Vincitrice di numerosi premi, fra i quali il The World’s Best Female Chef 2017, Ana è stata invitata a cucinare in tutto il mondo, dalla Francia all’Italia alla Svizzera fino alla Turchia, alla Tailandia, all’India e agli Stati Uniti d’America.


In Slovenia la Guida Michelin non esiste. Al momento niente stelle, quindi. I riconoscimenti, tuttavia, sono tanti e da tutto il mondo.

Autodidatta, colpita da tanti ristoranti e in particolare da “La Subida” di Joško Sirk e Loredana Antoni, un luogo che unisce la proposta enogastronomica all’offerta ricettiva tra le vigne e del Collio Goriziano, Ana concepisce quindi la sua oasi di gioia, amore e benessere – perché questi sono i sentimenti che la guidano nel suo lavoro – fra i boschi della sua terra. «Volevo esprimere le stagioni, il luogo, il mio carattere, la mia femminilità attraverso il mio cibo – spiega Ana -. Ed è così che ho lavorato duramente per esplorare tecniche e sapori, sperimentando e leggendo libri, fino a quando ho individuato il mio metodo. Ogni tanto mi ritrovo a pensare quanto desiderassi che le mie mani potessero riflettere ciò che avevo in testa».

Oggi la troviamo a cinque minuti di macchina dal confine italiano sul lato del Friuli Venezia Giulia, in piena campagna, in un territorio incontaminato dal quale Ana prende spunto per la sua cucina. Ha coinvolto una serie di produttori locali che le procurano carne, pesce, formaggi di alta quota freschi e di grande qualità, contribuendo quindi anche a sostenere l’economia locale del piccolo centro di Kobarid, vicino al quale si trova “Hiša Franko”.

Agnello, capretti, selvaggina, carne di manzo, erbe selvatiche e fiori, latticini, trote, miele e frutti selvatici sono gli ingredienti che popolano i suoi piatti. E così fra le pietanze che prepara per il menu (in questo momento, ma ancora per pochi giorni, è disponibile quello invernale) troviamo piatti come la Pera in cinque consistenze, ricotta acida, fori di ibisco, la Zucca, fegato di anatra, rosa canina, kombucha di mele, mela fermentata, la Trota, siero di latte, semi di papavero tostati, barbabietola all’aceto di tonka, e ancora Taco di selvaggina in “sanguinaccio”, spuma di granchio, castagne, solo per citarne alcuni.

Oggi il mio approccio alla cucina è tecnico, quasi scientifico, ma consente comunque agli ingredienti di sviluppare o preservare il gusto (forte) originale

Ana Roš

«Quello del crudo è il mio preferito – spiega Ana -. L’elemento sorpresa è essenziale per me: texture alternate (freddo / caldo, morbido / rigido) o  contrasto di gusto (amaro / acido, dolce / salato)».
Impegnata nel sociale, Ana crede e aderisce a progetti di charity cooking come il “Creative Services Support Group” in India, un’iniziativa che sostiene le ragazze indiane per ottenere un’istruzione e un lavoro adeguati, e il “Refettorio Ambrosiano”, il programma di Massimo Bottura che coinvolge chef di tutto il mondo con l’obiettivo di aiutare i più bisognosi.
Se le si chiede qual è il segreto del suo successo, lei risponde: «Mi impegno duramente per rimanere una donna comune con una vita normale e amiche con le quali bere e chiacchierare».
E per chi non potesse raggiungerla in Slovenia, Ana è presente anche su Netflix, all’interno della serie “Chef’s Table”, seconda stagione, dove la chef racconta il suo mondo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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