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A scuola con Norman Foster per diventare leader civici del futuro

Iniziativa promossa da The Norman Foster Institute. Focus su comunicazione, leadership, comprensione e interpretazione dei dati


Urbanizzazione e sostenibilità sono due concetti che solo qualche decennio fa apparivano come antagonisti, mentre oggi si schierano all’unisono per contrastare i cambiamenti climatici e dar vita a spazi metropolitani inclusivi, a misura d’uomo. Questioni che si rendono concrete in città dense e compatte con una visione per il futuro dell’ambiente e dei suoi abitanti. Che richiedono infrastrutture competitive dove il modello organizzativo accosta elementi multidisciplinari, rispetta le risorse naturali, limita gli sprechi, riusa, ricicla, si prende cura dell’equità sociale e dell’efficienza energetica. Argomenti che allargano il campo di riferimento coinvolgendo sempre nuovi punti di analisi e studio.

Con il risultato che si moltiplicano le iniziative che si incardinano sui principi della sostenibilità urbana, a partire dai programmi di intensa specializzazione avviati all’interno delle più prestigiose scuole e università internazionali, volti a formare le generazioni future.

Ultima, ma solo cronologicamente, l’inaugurazione del primo Master Degree a The Norman Foster Institute (NFI) on Sustainable Cities, iniziativa della Norman Foster Foundation (NFF), promossa a Madrid nel 2017 dal celeberrimo architetto britannico. Un’istituzione introdotta dai propri artefici come “un’entità nata per promuovere ricerche e riflessioni interdisciplinari capaci di aiutare le nuove generazioni ad anticipare il futuro”.

Lord Norman Foster che da fine anno è stato nominato anche Guest Editor internazionale per curare il mensile Domus nel 2024, il 22 gennaio ha presentato il programma di un corso sulle città sostenibili di NFI. Il co-direttore è Kent Larson, presidente del gruppo di ricerca City Science a MIT Media Lab.

“Un riferimento assoluto non solo per la qualità e la quantità delle sue visioni, ma anche per una vita che davvero non sembra avere uguali” aveva commentato Giovanna Mazzocchi, Presidente di Editoriale Domus e ideatrice del progetto 10x10x10 che vede 10 architetti di fama internazionale avvicendarsi alla guida del giornale fino al traguardo dei primi cento anni di vita.

A dimostrare la sua distintiva sensibilità e la sua profonda preoccupazione per il futuro lasciato alle nuove generazioni è l’attività formativa e culturale promossa dalla Fondazione che riporta il suo nome:


“Se condividiamo una preoccupazione per il futuro, allora il futuro sarà rappresentato dai decisori che faranno le scelte giuste sulla base della propria conoscenza, della giusta consapevolezza.


La fondazione si occupa di anticipare il futuro per i leader civici, coloro che politicamente e managerialmente avranno il compito di prendere decisioni chiave sull’ambiente, sulle infrastrutture e sugli edifici. Si va davvero oltre quanto si può fare all’interno dell’esercizio della professione.”

Nell’ambito di questo progetto prende vita il percorso di studio e pratica nella durata di un anno, segnato dalla collaborazione tra The Norman Foster Institute (NFI) e l’Universidad Autónoma de Madrid (UAM), rivolto a tutti coloro che in tempi di “Climate change” desiderino contribuire nel migliorare la qualità urbana in tutto il mondo.

“Il futuro della nostra società è il futuro delle nostre città che sono la nostra invenzione più grande.” Questa la visione di Norman Foster. Architetto e urbanista, eletto anche “portavoce” al Forum dei Sindaci delle Nazioni Unite nel 2023. Un nome tra i più celebri nell’olimpo del mondo di architettura e design e tra i padri del movimento High Tech al quale il Centre Pompidou di Parigi ha dedicato una grande esposizione monografica lo scorso anno. Argomento ricordato su Pantografo Magazine che sempre nel 2023 ha celebrato il contributo di Lord Foster all’Ecocity World Summit al Barbican di Londra.

“Per affermare l’ovvio, e talvolta l’ovvio richiede affermazioni, le città sono il nostro futuro – ha anticipato Norman Foster – entro il 2050 due persone su tre vivranno in città ed i centri urbani generano il 90 % della ricchezza globale. Per contestualizzare la portata di questa sfida all’urbanizzazione, che non accadrà in questa parte del mondo ma nel nostro pianeta, stiamo parlando della creazione annuale dell’equivalente di diciassette poli urbani, quali Madrid, da oggi al 2050”. Una sfida a grande scala secondo la quale i numeri della popolazione in centri abitati arriverà a ben 7 miliardi di individui entro quella data e i poli saranno responsabili del 70 % delle emissioni di CO2. Tre le città pilota oggetto di questo percorso formativo ci sono Atene, Bilbao e San Marino, rappresentata all’evento da Stefano Canti.

Ma quali le peculiarità del nuovo corso per i leader civici del futuro? Un’occasione per andare al di là degli aspetti prettamente accademici degli studi integrando esperienze teoriche con attività pratiche insieme all’accesso a tecnologie innovative e avanzate.

Attraverso lo sviluppo, la prova e la simulazione di piani d’azione locali, gli allievi potranno proporre e applicare interventi urbani finalizzati a migliorare la qualità della vita con un approccio metodologico adattabile alle metropoli di tutto il mondo, come ai loro quartieri o a insediamenti più informali. Grazie alla presenza di NFI City lab, gli studenti saranno in grado di testare e valutare i loro interventi mediante l’ausilio dei mezzi digitali più all’avanguardia e riusciranno


a sviluppare la loro abilità nella comunicazione, leadership, presentazione, mappatura come nella comprensione e interpretazione dei dati.


Progetti in cui verranno coinvolti alunni con background in discipline differenti, uniti per il loro comune interesse verso strategie di sviluppo sostenibile per le città del futuro, il coinvolgimento della comunità, l’uso di avanzati mezzi di simulazione e l’accorpamento dei Sustainable Development Goals (SDGs) nei loro piani d’azione. Lavori che alla fine del ciclo di lezioni verranno presentati direttamente alle amministrazioni per poi culminare in un evento pubblico.

In copertina: Norman Foster Institute, Pablo Gómez Ogando ©Norman Foster Foundation

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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