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Napoli? Da cittadino è faticosissima, da scrittore è un teatro all’aperto

Parla Ornella Della Libera, ispettore di polizia e scrittrice. Originaria di Roma vive tra Napoli e Ischia


Qual è per te l’anima della città? La gente, le persone, i palazzi. Per capire una città come Napoli bisogna camminare con il naso in su: leggi la storia, vedi la differenza tra un quartiere e l’altro, senti i brividi del passato e il dolore dell’umanità, la sofferenza che non si leva dall’umidità dei tufi e allo stesso tempo la bellezza e la magnificenza. Nella città si leggono le contraddizioni: ci sono strade elegantissime e vicoli bui e scuri dove il sole non arriva e il degrado imperversa. Con uno sguardo vedi un bellissimo palazzo del ‘700 e poco dopo un’edicola kitsch con Maradona e Padre Pio: eleganza e volgarità insieme, degrado, religiosità e misticismo convivono. Camminando vedi il caos o l’azzurro del mare, a destra l’infinito a sinistra l’inferno.

Napoli, vissuta da cittadino e da scrittore … Napoli è una città complicatissima: da cittadino è veramente faticosa, non è organizzata per nulla. Per uno scrittore invece è perfetta per tutto quello che accade, è come un teatro all’aperto. Architettonicamente e urbanisticamente non è adatta per i disabili per le mamme con le carrozzine che non riescono ad usare gli scivoli. Ma Napoli, se la vivi, ti riempie di emozioni, colori, profumi. Certo dovrebbe essere migliorata. Nel tempo si è visto qualcosa con la metropolitana, la Ztl, ci sono delle comodità ma resta impossibile andare in bicicletta, impensabile parcheggiare, non ci sono servizi paragonabili con altre città europee.

La gente, le persone, i palazzi. Per capire una città come Napoli bisogna camminare con il naso in su

Ornella Della Libera

Ornella con il suo mestiere da poliziotta e con la scrittura è particolarmente attenta ai bambini. E loro come descriverebbero Napoli? I bambini apprezzano la libertà, poter giocare al pallone accanto a monumenti secolari, essere poco controllati. I bambini di Napoli sono ancora scugnizzi: vivere l’infanzia qui vuol dire ancora vivere con una certa libertà. Mancano biblioteche per i ragazzi, non ci sono luoghi per i giovani, per l’aggregazione, mancano punti di riferimento come sono gli oratori; c’è un lento ritorno visto che le chiese hanno spazi interni da mettere a disposizione, ma in generale, senza questi luoghi è veramente facile per i ragazzini che magari provengono da famiglie disastrate scegliere la via della delinquenza o essere facili prede per la camorra o ancora usati per vendere sigarette di contrabbando.

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