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Lo spettacolo che resiste. Dirette streaming, concerti dai balconi, lezioni via smartphone

Strategie e iniziative nei grandi teatri da Torino a Palermo, e nelle piccole realtà


#sempreaperti, #operaonthesofa, #lamusicanonsiferma, sono questi alcuni degli hashtag più popolari che in questi giorni stanno circolando sui social e sui mezzi di informazione per promuovere le iniziative portate avanti del settore della musica e dello spettacolo al tempo dell’emergenza Covid-19. Un comparto che è stato tra i primi ad essere colpito dalle misure di contenimento dell’epidemia adottate dal Governo Conte, con la chiusura di teatri, scuole di musica e conservatori sin dal primo decreto del 23 febbraio.

Come ha sottolineato in un recente comunicato il Presidente di Assomusica Vincenzo Spera «dalle stime fatte in questi giorni ci troveremo ad affrontare una perdita di circa 40 milioni, dal periodo dell’inizio delle ordinanze fino al 3 di aprile. E tutto questo senza contare che verrà a mancare tutto l’indotto generato nei territori dai nostri eventi, che ammonta a circa 100 milioni di euro». E per far fronte a questa situazione, i teatri e le scuole di musica più importanti e famose in Italia hanno adottato diverse strategie di resilienza e resistenza per non abbandonare il loro pubblico.

Tra gli esempi più “illustri” il Teatro Massimo di Palermo, che ha deciso di trasmettere sulla sua webtv spettacoli a ciclo continuo, e il Teatro Regio di Torino, che sotto l’hashtag #operaonthesofa manda in onda tutte le sere alle 18.00 sul suo canale YouTube le prove generali di grandi produzioni, sia attualmente in cartellone che delle passate stagioni. La prestigiosa Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma invece rende disponibile sui suoi profili social o sul suo sito tre concerti diversi il giovedì, il venerdì e il sabato. Senza dimenticare gli allievi delle varie scuole di tutto il territorio, come la Scuola di Musica di Fiesole e il Maggio Fiorentino, i cui insegnanti e alunni deliziano il pubblico con dirette serali dai loro balconi o sui social mentre suonano alcune delle sinfonie più famose, intrattenendo e infondendo un po’ di speranza ai vicini costretti in casa dal Covid-19.

Il progetto nasce nel 2012, quando l’allora dirigente scolastica, per rendere più appetibili le iscrizioni a queste scuole, decise di puntare sulla musica, donando a tutti i plessi dell’IC Regio Parco un set orchestrale

Nadia Bertuglia

Dall’altra non bisogna dimenticare le piccole scuole di musica, le associazioni e gli insegnanti che non avendo a disposizioni grandi mezzi, si sono comunque ingegnati per continuare a seguire i loro alunni anche a distanza. Un esempio di questi è l’associazione torinese Orme – Scuola di arti sceniche e di impegno civile, una scuola di musica e teatro, attiva all’interno dell’Istituto Comprensivo Regio Parco (IC Regio Parco), che comprende alcune scuole di due dei quartieri più difficili della città, Aurora e Barriera di Milano.

Come spiega Nadia Bertuglia, diplomata al Conservatorio di Torino in violino e una degli insegnanti dell’associazione, «il progetto nasce nel 2012, quando l’allora dirigente scolastica, per rendere più appetibili le iscrizioni a queste scuole, decise di puntare sulla musica, donando a tutti i plessi dell’IC Regio Parco un set orchestrale».

Il progetto, chiamato “In classe si può, l’orchestra tra i banchi”, è stato affidato ai maestri di Orme e comprende sì lezioni di violino e di violoncello in classe, ma opera nell’ambito di un progetto socioeducativo più ampio: fare educazione alla cittadinanza attraverso la musica. Il successo dell’iniziativa ha portato negli anni Orme ad attivare altre due orchestre pomeridiane negli stessi quartieri, l’Orchestra Giulia e l’Orchestra Regio Parco, i cui alunni si trovano più in difficoltà al momento a causa della sospensione di tutte le attività, anche quelle extra scolastiche.

 

Facciamo lezione al telefono, sentendo com’è la nota, se è stonata o no, e per chi invece ha il video la facciamo video. Tutto questo ha portato a un grandissimo sviluppo di energia positiva per loro

Nadia Bertuglia

«Soprattutto l’Orchestra Giulia — spiega Bertuglia — è quella che sta soffrendo di più. Si trova in zona Aurora, una zona molto difficile e con pochi servizi e centri di aggregazione. E quindi i nostri bambini, chiuse le scuole, si sono trovati completamente abbandonati». Così Bertuglia e gli altri insegnanti hanno deciso di svolgere «didattica online» tramite i telefonini degli alunni, visto che molti non hanno a disposizione un computer a casa. «Facciamo lezione al telefono, sentendo com’è la nota, se è stonata o no, e per chi invece ha lo smartphone la facciamo video. Tutto questo ha portato a un grandissimo sviluppo di energia positiva per loro».

In attesa che, una volta terminata l’emergenza, si possa tornare ad ascoltare e a insegnare la musica “dal vivo”.

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