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Guida ai mestieri veneziani: scoprire la Serenissima oltre i cliché

Nel libro di ‘Venice in pattern’ le maestranze locali, molte ancora esistenti, e i loro strani nomi


Venezia è un’icona, ma anche una città vera con 1.500 anni di storia, che è stata una potenza commerciale brulicante di menti e braccia al lavoro, e di realtà locali che hanno in molti casi beneficiato di idee materiali e manufatti provenienti dal Mediterraneo, dal Mar Nero, dall’Egeo, da Costantinopoli e dall’Oriente. Basti pensare agli arcinoti vetrai di Murano. E proprio per provare ad andare oltre il luogo comune su Venezia è stato scritto ‘Guida ai mestieri veneziani’, volume che raggruppa le diverse maestranze locali, e le narra utilizzando il combinato disposto di fotografia e pattern design.

Le autrici Ilaria Pitteri e Ilaria Pittana

Le autrici sono Ilaria Pitteri, graphic e web designer, e Ilaria Pittana, architetto e ricercatrice, fondatrici del progetto ‘Venice in pattern’, nato cinque anni fa come account Instagram. E che ha via via preso anche forme diverse con la creazione di prodotti tematici – segnalibri, taccuini, tasche ‘portatutto’ in tessuto – in vendita su uno shop online, la cooperazione con le realtà locali e, appunto, la pubblicazione di libri: Guida ai mestieri veneziani è il secondo. Ed è composto di tre sezioni dedicate ad altrettanti materiali di uso tipico nella Serenissima: Le vie del legno, I segreti del vetro e Oltre il tessuto. Ciascuna di queste sezioni si divide poi in due macrocategorie nelle quali vengono presentati i vari mestieri. Tra questi alcuni sono rimasti quelli che erano secoli fa, altri non esistono più, altri ancora si sono modernizzati; ma ce ne sono anche di completamente nuovi.

C’è quindi da prepararsi a un viaggio tra le calli e le isole veneziane, attraverso racconti e immagini notevoli, con interviste ad alcuni artigiani locali, in cui ci si imbatterà in nomi particolari: dagli zattieri agli squeraroli ai calafati. Nomi che riportano all’epoca in cui tutto iniziò: quando legno, lana e granaglie dai boschi e dalle campagne di montagna e di pianura arrivavano sull’acqua a Venezia. Per poi essere distribuiti nei mercati e nelle botteghe degli artigiani di una città operosa, popolosa e avida di cibo, armi, palazzi in pietra d’Istria, navi, gondole e ‘bricole’. A segnalare quanto fossero importanti, di arti e mestieri sparsi per tutta la città resta traccia nei ‘Nizioleti’ (‘piccoli lenzuoli’ in veneziano), cioè dai rettangoli bianchi dipinti sui muri che indicano i nomi di calli, campi e canali: molti richiamano proprio i mestieri.

Alla base del viaggio che la guida propone c’è insomma l’idea di trovare un trait d’union tra l’artigianato tradizionale e il mondo digitale. Come, del resto, la storia della possente e opulenta Serenissima è legata oggi a una meta turistica ambita in tutto il mondo, con la potenza di un tempo simboleggiata dall’onerosità del soggiorno. Cosicché anche chi volesse visitare il capoluogo veneto ma non l’avesse ancora fatto possa avere un’anteprima vivida del mondo che andrà a scoprire, al di là dei piccioni di piazza San Marco, dell’acqua alta e dell’Harry’s Bar con i suoi aneddoti su Hemingway. Istantanee che hanno il loro perché, ma che sono solo parte di un tutto molto più grande.

In copertina: © Venice in pattern

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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