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Da Gela a Piacenza, reperti archeologici restituiti grazie ai cantieri della banda ultralarga

Open Fiber in campo anche con Comuni e Soprintendenze per valorizzare i rinvenimenti


Gli scavi per la banda ultralarga stanno portando alla luce una serie di importanti reperti archeologici. Ed è Open Fiber, la società che oltre a portare la fibra nelle città ha in capo il Piano Bul (Banda ultralarga) per la realizzazione della rete pubblica in fibra nelle cosiddette “aree bianche” dell’Italia – quelle periferiche e più disagiate del Paese – ad essere stata protagonista di alcune delle più importanti scoperte degli ultimi mesi. Non solo: la società guidata da Elisabetta Ripa ha anche deciso di affiancare Soprintendenze e Comuni nel completamento degli scavi sia per consentire di portare avanti i rinvenimenti che per repertare le opere ai fini dell’esposizione al pubblico.

In fase avanzata il progetto di musealizzazione della necropoli del VII secolo a.C, “il cimitero dei bambini” (10 le tombe scoperte) rinvenuta in via Di Bartolo nel comune siciliano di Gela, un vero e proprio unicum a livello regionale per l’importanza storica. Durante gli scavi, portati avanti dall’azienda attraverso un investimento di circa 13,5 milioni per il cablaggio in fibra ottica di 40mila unità immobiliari – sono stati rivenuti contenitori ceramici utilizzati come ossari o cinerari che grazie alle discrete condizioni di conservazione sono stati classificati e datati. In dettaglio – si evince dalla relazione dello scavo archeologico – si tratta di anfore da trasporto fabbricate a partire dal VII secolo A.C. a Corinto. Il progetto di musealizzazione prevede due fasi: la prima riguarderà il completamento dello scavo archeologico di cinque tombe nonché il restauro dei reperti archeologici e antropologici e la realizzazione di una struttura a protezione dei ritrovamenti la cui copertura con lastre in vetro renderà visibili al pubblico i reperti. Con la seconda fase saranno realizzati gli impianti di illuminazione, aerazione, per la raccolta delle acque piovane e di videosorveglianza nonchè un totem multimediale per illustrare la cronistoria dei ritrovamenti e l’analisi scientifica dei reperti tramite contenuti educational multimediali.

“il cimitero dei bambini” a Gela


Eccezionali anche le scoperte nell’ambito dell’infrastrutturazione a banda ultralarga nella città di Piacenza dove Open Fiber sta investendo 14 milioni di euro per cablare circa 40mila unità immobiliari.


Gli interventi stanno restituendo i resti dell’antica città farnesiana nell’ambito degli scavi nel centro storico. E per assicurare la corretta esecuzione degli scavi e accertare il valore storico-archeologico dei rinvenimenti le squadre di Open Fiber, in accordo con il Comune e con la Soprintendenza per le province di Parma e Piacenza, sono assistite da un archeologo dell’Archeo.Kun.

I rinvenimenti hanno già permesso di approfondire alcuni aspetti storici sull’impianto urbanistico all’interno della cinta muraria cinquecentesca, e più precisamente nei quadranti nord-occidentale e nord-orientale attraverso i principali assi viari romani che si intersecano nella parte centro-settentrionale della città.Nel settore più settentrionale del centro storico di Piacenza, nel quartiere di Sant’Agnese l’indagine si è concentrata in corrispondenza dell’incrocio con via delle Benedettine, dove sorge l’omonima chiesa costruita nel 1677, e presso Palazzo Madama. Attraverso la sovrapposizione dei rinvenimenti in scavo con la cartografia storica è stato possibile riconoscere la cortina muraria che cingeva il complesso di Palazzo Madama e i giardini di pertinenza. I reperti recano tracce di epoche diverse e consentono così di ricostruire la storia della città.

 

Immagine di copertina: reperti rinvenuti a Gela

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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