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Esperienze emozionali immersive, storie e mestieri dal teatro allo shopping

Dentro i musei e nei negozi va in scena la rivoluzione portata dalle tecnologie digitali


Esperienze emozionali immersive. Dal teatro all’arte passando per la moda. È questo il nuovo trend, complice l’avvento delle tecnologie digitali e della realtà virtuale. Cambia il modo di fare arte e spettacolo: musei che diventano luoghi di interazione fra opere e visitatori dando a ciascuno la possibilità di fare il proprio personale “viaggio”, pièce che coinvolgono lo spettatore al punto da farlo diventare protagonista della scena. E persino fare shopping può diventare un’occasione di inedita esplorazione sensoriale.

A Roma, a pochi passi dal Pantheon, è stato da poco battezzato Ikono, uno spazio allestito come una vera e propria mostra-esperienza in cui ciascuno diventa artista e può plasmare lo spazio a seconda dell’umore e della creatività. “Basta lasciarsi trasportare dai sensi, uscire dalla propria zona di comfort e godersi il viaggio”, racconta l’ideatore Fernando Pastor, che ispirandosi alle sensazioni vissute nella foresta di bambù di Arashiyama, a Kyoto, ha pensato a un modo per consentire a ciascuno di “viaggiare” in posti nuovi e straordinari, senza spostarsi dalla propria città e poi portarsi a casa il ricordo indelebile di un’esperienza “magica”. Così nasce Ikono un luogo-non luogo. La prima location a Madrid e ora Roma in un percorso di 12 installazioni interattive e artistiche che combinano sensorialità e tecnologia: si può “parlare” con i personaggi dipinti sulle pareti, attraversare foreste in cui piovono confetti e stanze di neon colorati, tuffarsi in un mare di biglie.

Si chiama Opening Night il progetto della regista e artista italo-britannica Silvia Mercuriali che a Palazzo Maffei a Verona trasforma l’esperienza museale in un’esperienza teatrale, anzi “autoteatrale”: ciascuno si muove fra le sale e le opere del museo seguendo le istruzioni in audioguida e diventando protagonista di un proprio personale copione in cui l’arte non si fruisce più in maniera passiva, ma attiva. La voce narrante conduce ogni visitatore partecipare alla festa che si svolge nel Palazzo nei secoli con musiche di Schumann rielaborate da Federica Furlani.

Se a Verona è il linguaggio del teatro a entrare nel museo, a Milano il linguaggio dell’arte entra a teatro. All’Arcimboldi va in scena “Van Gogh Café” – commedia musicale, scritta e diretta da Andrea Ortis e prodotta dalla Mic (Musical International Company) – che oltre a raccontare la vita del pittore olandese, immerge lo spettatore nelle opere dell’artista. Grazie all’uso di proiezioni animate tridimensionali 3D ci si trova letteralmente immersi nella “Notte Stellata” o in un “Campo di grano” dell’assolata Arles e tra i vicoli Montmartre a tavola con “I mangiatori di patate”. E poi ci si colora di giallo “Girasole” e di lilla “Iris”.

Dopo aver trasformato le passerelle delle sfilate in ambientazioni immersive fra luci e colori scintillanti e proiezioni futuristiche, il mondo della moda si prepara a rivoluzionare anche gli store. A Milano la nuova boutique Dolce&Gabbana Casa in Corso Venezia 7 offre i clienti la possibilità di entrare in un vero e proprio universo parallelo grazie a una immersive room. Leopardo, Carretto Siciliano, Zebra e Blu Mediterraneo i quattro scenari allestito grazie a M-Cube, società specializzata in soluzioni di in-store digital engagement che vanta all’attivo più di 45mila installazioni al mondo di cui molte per il fashion & luxury.

In copertina © Ikono

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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