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Scalo in Italia per la Energy Observer, la barca alimentata ad aria

In 6 anni il catamarano francese farà tappa in 50 nazioni per promuovere stili di vita e strumenti sostenibili


Dalla Francia verso il Mediterraneo, facendo tappa nell’Europa del Nord, nelle Americhe, in Asia, Oceania, Medio Oriente e Nord Africa. In 6 anni la “Energy Observer”, ex natante da competizione, percorrerà decine di migliaia di miglia facendo scalo in 101 porti situati in 50 nazioni differenti. In seguito all’approdo sull’isola della Certosa di Venezia, la notizia si sta diffondendo sui media italiani. Il varo della barca, ammodernata per l’occasione, risale però al 26 giugno 2017 quando il vascello è partito dal porto di Saint-Malo alla volta di Parigi. Ma cos’è che rende così particolare questa impresa? Il fatto che per spostarsi da una parte all’altra del pianeta, l’imbarcazione non utilizzerà nemmeno una goccia di combustibili fossili.

 

Percorso previsto della Energy Observer da qui al 2022 © energy-observer.org

 

“Un giorno – ha spiegato Victorien Erussard, ideatore del progetto e capitano della Energy Observer -, durante una traversata atlantica ho avuto un problema per la mancanza di energia, ma guardandomi intorno mi sono reso conto che questa in realtà mi circondava. Ho quindi deciso di dedicarmi a questa barca futuristica che penso possa aprire tante opportunità e offra soluzioni alternative per il domani. Si tratta infatti di una sfida tecnologica che vuole dimostrare al mondo che un altro futuro è possibile”. A sostenere l’iniziativa istituzioni e nomi importanti. Fra questi L’Unione Europea, l’UNESCO, l’IRENA (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili) ed Emmanuel Macròn, Presidente della Repubblica di Francia, nazione che in seguito alla ratifica dell’accordo di Parigi sul clima (COP 21), ha indossato le vesti di paladina delle tematiche ambientaliste.


Scopo della spedizione è quello di far toccare con mano, alle migliaia di persone che entreranno in contatto con l’Energy Observer, le grandi possibilità che l’innovazione garantisce già oggi.


La Energy Observer in partenza © energy-observer.org

Il progetto è figlio di un approccio ecofriendly orientato alla transizione verso un’esistenza sostenibile, alla valorizzazione della biodiversità e al riconoscimento del valore dei processi virtuosi di economia circolare. E non a caso la prima tappa italiana ha interessato la laguna veneta, un luogo dove gli effetti dell’innalzamento dei mari e dell’inquinamento (45% deriva da emissioni nocive di barche con motore a diesel) sono vissuti come una sfida molto attuale.

Anche per questo, durante i periodi di sosta, l’equipaggio si incontrerà con esponenti delle comunità locali che hanno adottato soluzioni sostenibili nella propria attività. A Venezia, ad esempio, l’equipaggio ha visitato l’isola di Sant’Erasmo e in particolare una ditta a gestione familiare specializzata nella coltivazione di frutta e verdura, che ha adottato da una decina d’anni un metodo naturale per sostituire l’utilizzo dei pesticidi. Questi incontri verranno registrati, dando vita così a una vera e propria docu-serie di otto episodi, il primo dei quali verrà trasmesso entro il 2018.

 

La Energy Observer a Venezia © energy-observer.org

Dopo Venezia, il vascello proseguirà il suo tour del Mediterraneo e facendo altre soste in Italia, in particolare a Bari, Messina, Stromboli, Salerno e Montecristo. Sarà così possibile ammirarlo di fronte alle nostre coste ancora fino alla prima settimana di agosto. La struttura del catamarano, costruito nel 1983, è stata più volte modificata fino ad arrivare a una lunghezza di 30,5 metri per 12,8 metri di larghezza. Grazie ad una strumentazione hi-tech, l’Energy Observer rimuove il sale e gli ioni dall’acqua dell’oceano e poi li separa nei suoi due elementi di base: ossigeno e idrogeno. Quest’ultimo viene quindi immagazzinato per essere utilizzato come “propellente”, con pannelli solari e turbine eoliche che aiutano a mantenere la potenza al livello ottimale. In pratica si tratta di un vero e proprio laboratorio galleggiante dove sperimentare nuove tecnologie volte a ridurre drasticamente le emissioni derivanti dalle attività umane che potrebbero essere utili anche sulla terra ferma.

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