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Cloud cities Barcelona, l’installazione permanente di Tomás Saraceno

L’opera è visibile al Mirador della Torre Glòries, il grattacielo firmato da Jean Nouvel e Fermín Vázquez


Si trova a Barcellona un’installazione interattiva a tutta altezza firmata dall’artista argentino Tomás Saraceno.

Luogo d’intervento è il Mirador della Torre Glòries, nome dell’osservatorio sulla cima dell’iconico grattacielo firmato da Jean Nouvel e Fermín Vázquez, inaugurato nel 2005 e frutto di un importante intervento di ristrutturazione nel 2017.

Ad integrazione degli usi privati della torre, a destinazione uffici, nell’interrato e ai piani più alti del complesso sono stati inseriti degli spazi per accogliere eventi e inediti racconti urbani.

Qui il trionfo di Cloud cities Barcelona: primo intervento permanente di Saraceno nel sud Europa, protagonista dello spazio sotto la cupola, a doppia altezza. Più che di un belvedere prettamente turistico si tratta di un nuovo tipo di spazio civico interattivo e multisensoriale, dove tecnologia, arte, scienza e design convivono.

Le diverse componenti si incontrano ad un’altezza di oltre 125 metri dal suolo, offrendo ai visitatori l’opportunità di salire ancora più in alto, godere di viste a 360 gradi verso le nuvole e i dintorni, ammirando il paesaggio che li circonda, i luoghi storici di Barcellona, il mare e le colline.

Un’opera scultorea, materializzata in una trama densa, effimera e leggera che si estende su un’area di 130 metri cubi, dove convivono 113 cellule abitabili unite in un reticolo tridimensionale costituito da 6 chilometri di cavi tensili e ben 5mila nodi. Nubi leggere, come raffigurazioni di gocce d’acqua condensata, che si liberano nell’aria ad un’altezza tra i quattro e i 10 metri dal pavimento del trentesimo piano per ospitare i partecipanti. Un luogo pubblico sospeso nell’atmosfera tra le nuvole dove gli umani si aprono ad una nuova esperienza sensoriale, a rapporti visivi privilegiati con l’interno e l’esterno, all’incontro con i propri simili. Un percorso seducente con livelli di complessità e azione diversi: opportunità per la sosta, la riflessione e il dialogo, insieme alla possibilità di godere di una pausa per la lettura, consultando i libri lasciati in alcune cellule. Più impegnativo l’appello per proseguire l’ascesa verso spazi più alti ed esplorare gruppi sociali differenti della sfera pubblica urbana, la crisi ambientale, l’architettura speculativa e l’aggrovigliato intreccio della vita. Ci sono passaggi dove permane un senso di claustrofobia e dove rimane ignota la destinazione finale, ma anche zone di transito che appaiono insicure e scivolose. Protagonisti anche i temi dell’ecologia e dell’attivismo ambientale, motivi ricorrenti nei lavori del grande artista come sono i contenuti legati alle trame delle ragnatele e i loro abitanti.

A titolo di esempio i progetti messi a punto da Saraceno per rivedere la creazione dell’atmosfera lontano dalle emissioni di carbonio e dagli abusi del “Capitalocene”.

Per millenni, gli umani hanno osservato le nuvole insieme al comportamento di piante e animali per preannunciare i futuri collettivi, trovare messaggi celati nelle loro forme mutevoli e abitudini. Può un osservatorio nel 21 secolo, con il suo sguardo fisso distante, percepire e immaginare altro che nuvole nella forma di castelli nel cielo?

Tomás Saraceno

Ubicato al punto di incontro tra Avinguda diagonal, la strada Badajoz e la Plaça de les Glòries, Torre Glòries è oggi uno degli edifici più emblematici dello skyline di Barcellona, memore del punto focale del moderno piano urbanistico della città di Ildefons Cerdà. Siamo nel distretto tecnologico 22@ e questa architettura appare come il simbolo della contemporaneità della città del XXI secolo, dotato di nuovi spazi comuni capaci anche di accogliere mostre, per inediti racconti su Barcellona. Gli interni sono collegati da un veloce ascensore panoramico che in 34 secondi unisce le due aree estreme, offrendo viste continue verso il 30simo piano grazie ad un soffitto in cristallo.

Attualmente l’immobile è di Merlin properties. Questa architettura verticale è stata rinnovata dopo un cantiere di 36 mesi, e con questi lavori è stato eliminato il solaio del 31simo piano, per creare l’osservatorio a tutta altezza e trasformare il livello inferiore da luogo di servizio a spazio espositivo. Noto originariamente con il nome di Torre Agbar, il grattacielo fu venduto dalla General Aguas de Barcelona (Agbar) all’investitore Emin capital nel 2013, deciso a trasformare l’edificio in un hotel. L’iniziativa fu bloccata dal sindaco Ada Colau nel 2015 e in seguito lo stabile fu acquisito da Merlin properties ad un costo di 142 milioni di euro nel 2017.

Hyperview Barcelona è il titolo della mostra allestita lungo i 950 metri quadrati della galleria open plan. Uno sguardo attivo verso la città e il suo ecosistema, illustrata come un organismo vivente in trasformazione continua grazie al supporto di arte, tecnologia, scienza e “big data” mediante sensori e strumenti innovativi capaci di registrare le informazioni dei sistemi urbani in tempo reale. Il tutto con un occhio alla sostenibilità, grazie a cinque istallazioni dove arte, musica e produzioni audiovisive a grande scala sono i temi scelti per rappresentare la pulsante Barcellona.

In copertina: © Mirador torre Glòries

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