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A Modena, nel tempio delle figurine Panini arrivano gli ‘anime’ giapponesi

Fino al 22 luglio centinaia di pezzi in mostra raffiguranti i cartoni animati entrati nella storia della Tv


La gioia di andare in edicola con i soldi della paghetta in tasca pronti ad essere spesi, l’acquisto, l’attesa fino a casa e, finalmente, l’apertura. Il desiderio profondo, in un percorso che sembrava infinito, di trovare quella mancante, la più rara di tutte. Per milioni di giovani italiani questa è stata una scena ricorrente all’uscita di scuola, o magari dopo aver dimostrato un coraggio da leoni dal dentista, tanto da meritare un premio: un pacchetto di figurine. In poche decine di anni l’infanzia è cambiata in modo così radicale che quasi sembra di parlare di due ere, e non epoche, diverse. Non un giudizio di merito, ma il legame che gran parte dei nati negli anni ‘70 – ‘80 avevano con le figurine, assieme alla loro tangibilità, resta un ricordo indelebile e irripetibile per trentenni e quarantenni in un momento storico in cui, il digitale, si sta diffondendo in ogni ambito della vita.

Questi i presupposti dai quali si sono mossi gli organizzatori della mostra ad ingresso gratuito “World Masterpiece Theater. Dalla letteratura occidentale all’animazione giapponese”. La rassegna si svolgerà fino al 22 luglio al Museo della Figurina di Modena, città sede della Panini, azienda leader nel settore dei fumetti e degli album di figurine. L’esposizione, curata da Francesca Fontana, è l’ultima di una serie realizzata sugli anni ’80-’90, un percorso ideato nel 2014 da Thelma Gramoielli per indagare un periodo fondamentale caratterizzato dall’irrompere della televisione commerciale. Verso la fine del XX secolo gli ‘anime’ (cartoni animati) giapponesi si trasformarono sia da un punto di vista estetico che narrativo, influenzando milioni di bambini italiani anche grazie ad una grande operazione di merchandising che vedeva nelle figurine uno degli elementi più essenziali.


Il nome della mostra, “World Masterpiece Theater”, riprende quello del fortunato ciclo prodotto dal 1975 al 1997 dalla Nippon Animation, costola della casa di produzione giapponese Zuyo Eizo.


A garantire il suo successo fu la scelta di basare la trama dei vari prodotti sulla letteratura occidentale per ragazzi, il tutto con un intento educativo. In questo modo, infatti, venivano mostrati ai bambini del Paese del Sol Levante paesaggi, architetture, usi e costumi europei e americani sullo sfondo di storie che, nella maggior parte dei casi, avevano come protagonista un personaggio in grado di superare mille difficoltà e trasformarsi in un adulto altruista e capace.

Il cartone precursore del progetto fu Heidi, disegnato da Isao Takahata e Hayao Miyazaki nel 1974, che a causa degli alti costi necessari per la sua produzione causò il fallimento della suddetta Zuyo Eizo. Da quel momento però, uscirono uno dopo l’altro una serie di ‘anime’ resi celebri anche dalle sigle interpretate da Cristina d’Avena che, come un mantra, venivano cantate a squarciagola dai bambini. Fra gli altri Anna dai capelli rossi (1979), Tom Story (1980), La piccola Robinson (1981), Lucy-May (1982) e Là sui monti con Annette (1983). Nel periodo fra il 1986 e il 1993 i cartoni animati made in Japan subirono un processo di trasformazione della loro veste grafica, con colori più vivaci e intensi, cambiamento reso evidente dalle figurine. Ecco quindi prendere vita nuovi personaggi più particolareggiati come Pollyanna (1986) o Peter Pan (1989).

Ma le figurine esposte rappresentano anche tanti altri ‘anime’ trasmessi in Italia nel ventennio ‘80 – ‘90 e oltre, sulle reti televisive pubbliche e private. A partire da L’ape maia (1975), a Remi – Le sue avventure (1977), per passare a Don Chisciotte (1980), arrivando a D’artacan e i tre moschettieri (1981) e al più moderno Robin Hood (1990). Nella cornice del Palazzo Santa Margherita di Modena, sarà quindi possibile ripercorrere un pezzo di storia della società italiana in un ambiente che, con la sua collezione di oltre 500mila pezzi, può essere serenamente definito un tempio delle figurine.

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